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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

«C’è una Piacenza nascosta che va rivelata, il Comune riaccenda l’interesse per l’arte»

Vittorio Sgarbi in Sant’Ilario per la campagna elettorale di Forza Italia dà la propria previsione per le regionali del 26 gennaio: centrodestra al 52%, centrosinistra al 43%. Sul Klimt ritrovato: «La cultura e la bellezza producono denaro»

«Del ricco giacimento culturale di Piacenza si parla solo quando c’è un furto alla Ricci Oddi. Il Ritratto di signora di Klimt è stato ritrovato, questa è una notizia di speranza. Ora lo si faccia vedere, si esponga». E sul caso Salvini-Gregoretti: «Non credo che alla fine Salvini verrà processato».

E’ stato un Vittorio Sgarbi a tutto campo quello che il 20 gennaio si è presentato in Sant’Ilario, gremito, per la campagna elettorale di Forza Italia, in compagnia del deputato Giorgio Mulè. La coppia di parlamentari è intervenuta con i quattro candidati forzisti piacentini: Leonardo Bersani, Marcello Minari, Simona Traversone e Maria Rosa Zilli. Introdotto dal coordinatore provinciale Gabriele Girometta, Sgarbi ha ironizzato sul Pd definito «partito dei dispersi». E ha dato la propria previsione per le regionali del 26 gennaio: centrodestra al 52%, centrosinistra al 43% e agli altri («i mentecatti» li ha definiti, intendendo il Movimento 5 Stelle) il 5%. La Borgonzoni, ha detto, Sgarbi vincerà «nonostante Salvini».

Bonaccini, ha sottolineato Sgarbi, è in politica dal 1990. Dopo la scuola di partito ha fatto l’assessore, poi il segretario della Sinistra giovanile, il consigliere regionale fino ad arrivare alla presidenza. Insomma, ha girato di qui e di là assumendo sempre cariche diverse, in città diverse. Dopo Bonaccini, che è una brava persona, «ma è vecchio, ha i Ray Ban vecchi, la barba da vecchio», è toccato al segretario Zingaretti: «Prima propone di votare per lui, poi dice che scioglie il partito». Applausi a scena aperta, quando il senatore ha cannoneggiato Mani pulite: i magistrati e un partito, il Pci-Pds-Ds-Pd, hanno distrutto i partiti della prima Repubblica, ma non i comunisti. Un’azione definita «criminale. Di Pietro deve pagare per un colpo di Stato che ha tolto la democrazia».

Sul Klimt ritrovato, il celebre critico d’arte, ha scandito che a Piacenza manca la promozione. «Il Comune riaccenda l’interesse per l’arte, perché c’è una Piacenza nascosta che va rivelata. Ricordate che la cultura e la bellezza producono denaro. Il prossimo Governo dovrà rifondare il ministero del Turismo, cancellato dalla sinistra». Sgarbi ha poi detto che si proporrà «come patrono di Piacenza». Feroce la critica all’esecutivo: «Conte, che non è nessuno, è stato messo lì da Di Maio, che non è nessuno. Sopra a Di Maio c’è Grillo che gli urla “tu sei il capo!”. Un cagnolino. E Conte è il cagnolino del cagnolino».

Anche Mulè ha invitato tutti ad andare a votare perché «se viene giù l’Emilia Romagna il castello di carte crolla. Sarà un avviso di sfratto esecutivo». Duro Mulè sul Governo: «Siamo gli ultimi in Europa per crescita e l’Emilia Romagna non lo merita. Piacenza è stata umiliata, è stata la damigella di Parma. Questa regione produce 161 miliardi e ne spende solo 13. Chi ha mai battuto i pugni sul tavolo a Roma?». Infine, sull’autorizzazione a procedere per Salvi, Mulè (ex direttore di Panorama) ha notato come «la maggioranza gridava che Barabba dove andare a morte...poi disertano il voto in Giunta al Senato: è codardia politica». Due parole da Sgarbi anche sul caso della nave Gregoretti che riguarda Salvini. «L’ostinazione nel collegare il voto su Salvini e le Elezioni – ha rimarcato Sgarbi - è un po’ manieristica. Può darsi che possa avere un effetto, che i cittadini s’accorgano che c’è una pressione che va all’opposto del nostro pensiero. Il problema è che il voto dopo le Regionali può essere rovesciato dal fatto che in Parlamento il voto è segreto».

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