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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Alopecia, Callori a Baldino: «L’Ausl dovrebbe creare un punto informativo su questa malattia»

L’esponente di Fratelli d’Italia chiede anche che lo Stato e il servizio pubblico debbano farsi carico delle esigenze dei malati, che l’alopecia areata venga considerata patologia cronica da inserire fra le malattie aventi diritto all’esenzione ticket o come patologia rara

«Ho perso tutti i miei capelli in 10 minuti. Avevo 21 anni e quattro mesi dopo dovevo sposarmi». Claudia Cassia, presidente dell’Associazione alopecia&friends, racconta così la sua storia, togliendosi la parrucca e mostrandosi in “versione cabrio”- sdrammatizza- alla commissione Politiche per la salute. «Non è solo un problema estetico, è una malattia», ha sottolineato più volte Cassia, invitata a parlare dell’Alopecia areata assieme alla dottoressa Bianca Maria Piraccini, responsabile dell’ambulatorio di allergologia e malattie degli annessi cutanei e del laboratorio di micologia e parassitologia dermatologica della clinica dermatologica del policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna. 

«L’Alopecia areata- ha spiegato la dottoressa- è una malattia autoimmune e deve essere riconosciuta come tale. Non c’entra lo stress o il livello psicologico: qui ci sono anticorpi che vedono come estranei i bulbi piliferi e li attaccano. È una malattia che riduce la qualità della vita». Parole a cui hanno fatto eco quelle della presidente dell’associazione: «Oltre che sul fisico (porta con sé altre patologie, ndr) incide sull’aspetto sociale: pensate all’impatto che può avere la perdita delle sopracciglia, che disegnano il volto e la sua espressività. Alcuni perdono il lavoro, altri le famiglie e si chiudono in caa».

Cassia e Piraccini erano insieme di fronte alla Commissione per sensibilizzare la politica dell’Emilia-Romagna visto che i pazienti affetti da questa malattia “brancolano nel buio” e non trovano nella parte medica e in quella sociale una risposta ai loro dubbi. «Vogliamo essere considerati malati come tutti gli altri - ha chiesto Cassia - e chiediamo supporto per l’acquisto di protesi e parrucche perché hanno un costo elevato».

Il Capogruppo di Fratelli d’Italia Fabio Callori vuole sottolineare l’importanza della sensibilizzazione. «Parlare della malattia – afferma - aiuta la ricerca e permette ai malati di non sentirsi abbandonati. Dobbiamo intraprendere questa battaglia per la conoscenza dell’Alopecia areata anche a livello nazionale in modo che venga riconosciuta e inserita nei Livelli essenziali di assistenza». L’esponente di Fratelli d’Italia punta anche i riflettori sui «banditi che sfruttano le debolezze dei malati presentandosi come salvatori. Dobbiamo contrastare queste persone». Callori lancia poi un invito al Direttore Generale dell’Ausl di Piacenza Luca Baldino: «L’Ausl di Piacenza dovrebbe creare un punto informativo su questa malattia anche nella nostra provincia e istituire un tavolo di confronto e di approfondimento con le associazione dei malati affetti da alopecia areata e con il centro di riferimento specializzato del policlinico Sant’Orsola di Bologna in merito ai percorsi di cura e di riconoscimento di questa patologia», chiede anche che lo Stato e il servizio pubblico debbano farsi carico delle esigenze dei malati, che venga considerata patologia cronica da inserire fra le malattie aventi diritto all’esenzione ticket o quale patologia rara, affinché venga data la possibilità alle persone con questa patologia di scaricare fiscalmente tutte le spese sostenute per l’acquisto di protesi e per i trattamenti di dermopigmentazione. «L’Alopecia areata deve essere inserita nei Lea».

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