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Politica

Cambia la classificazione della Pertite a “verde pubblico”. Esulta il comitato

L'Amministrazione va sotto ancora una volta per merito dei colpi di una parte della maggioranza, che decide di appoggiare (insieme a 5 Stelle, centrodestra e Sinistra per Pc) la richiesta del Comitato "Amici della Pertite": da "verde attrezzato" a "verde pubblico"

Quindici a tredici. Un po’ a sorpresa l’Amministrazione è andata sotto – tra gli applausi del Comitato degli Amici della Pertite – sulla proposta di modifica alla delibera del dicembre 2015 sull’area della Pertite, ancora di proprietà del Ministero della Difesa. A favore della classificazione della Pertite a “verde pubblico” - invece che "verde attrezzato" - si sono espressi in consiglio comunale i 5 Stelle, il centrodestra e Carlo Pallavicini di Sinistra per Piacenza. A loro si sono aggiunti pezzi di maggioranza, che hanno messo in imbarazzo l'Amministrazione, per l'ennesima volta costretta a fare un passo indietro. Sono stati Sandra Ponzini (Gruppo Misto ma appartenente ad Articolo 1) e Christian Fiazza, Manuel Rossi, Miriam Bisagni, Manuel Rossi e Andrea Tagliaferri del Partito Democratico. Così la Pertite da “verde attrezzato” diventa “verde pubblico”. La modifica era stata chiesta da un gruppo di consiglieri: Andrea Gabbiani, Mirta Quagliaroli, Barbara Tarquini (5 Stelle), Carlo Pallavicini (Sinistra per Pc) e Miriam Bisagni, Andrea Tagliaferri e Manuel Rossi (Pd).«È una proposta – ha spiegato Gabbiani presentando l'atto - per cambiare la delibera da “verde attrezzato” a “verde pubblico”.  La cosa è sfuggita di mano, qua si voleva un parco, questa doveva essere la sua destinazione. Invece nella delibera del dicembre 2015 si diceva altro».

IL PARERE DI BISOTTI

«Volevamo destinarla a verde pubblico – ha replicato l’assessore Silvio Bisotti - con “relativi servizi complementari di supporto”. Questo era uno degli obiettivi di mandato. Con il Demanio si è avviato un protocollo per la dismissione di aree e immobili non più strategici per il Ministero della Difesa». «La bonifica dell’area – ha proseguito - non è stata una bella vicenda, e c’è ancora il problema dello spostamento della pista di prova carrarmati. E dobbiamo ancora pensare a come realizzare gli idonei servizi per l’area. Da parte nostra c’è stata perciò la proposta di destinarla ad “area verde attrezzato”, non per altri fini, o per altri interessi, o addirittura ipotizzando la realizzazione di impianti sportivi, non programmati tra l’altro nel piano delle opere pubbliche. Un’area del genere ha bisogno di una progettazione per renderla fruibile, in sicurezza, e in modo funzionalmente integrato con il tessuto circostante. Ma questa riprogettazione prevede sempre l’idea di un parco urbano, questa classificazione è necessaria per recuperare gli edifici presenti al suo interno. Quindi, senza sconvolgere la vocazione finale attesa da tanti cittadini, è arrivata la proposta del dicembre 2015 in consiglio: ci vorrà perciò un progetto unitario da discutere nel futuro consiglio comunale per l’area. Occorrerà trovare le risorse – per 28 ettari di area – poi per renderla fruibile. Apprezzo l’interesse dei cittadini, come Amministrazione dobbiamo però prevedere tutte le condizioni per rendere un bene utilizzabile in futuro e metterlo a disposizione. Per noi coltivare un sogno non significa dimenticare la realtà. Per questa ragione siamo contro questa modifica richiesta dai consiglieri».

IL DIBATTITO

Tra i proponenti c’era anche Andrea Tagliaferri. «Chiediamo qualche garanzia - ha spiegato -, anche il nostro candidato sindaco Paolo Rizzi lo chiede. Questo modo di fare vostro ha sfiduciato un po’ gli elettori. Ci vogliono parole chiare». Tommaso Foti (Fratelli d’Italia) è intervenuto per sottolineare che è un argomento «per prestigiatori da campagna elettorale». «C’è ipocrisia: nessuno ha il coraggio di dire che ci sono una serie di aree militari che solo teoricamente possono essere classificate. Qua ci voleva almeno un accordo sulla pista di prova: l’ipotesi percorribile era quella della caserma Artale, luogo ideale. Ma le autorità militari l’hanno ritenuta inadatta. O si definisce questo tema, magari accorciando la pista, o è inutile andare avanti con i progetti». Foti ha criticato l’ennesima riproposizione del tema in campagna elettorale: per lui la Pertite è strumentalizzata. «Intanto pensiamo a mettere in ordine i parchi che già abbiamo, la Galleana non è in condizioni ottimali, il Daturi è ripiegato su se stesso. La Pertite la vogliamo tenere come verde, o la si continua a mettere in gioco anche per altre idee? Perché non ci siamo fatti consegnare intanto una parta di verde di questi 270mila metri quadrati? Volete ancora giocare su questi temi o chiudiamo il discorso con chiarezza? Non vale continuare a firmare protocolli e documenti. Mettiamoci d’accordo su questa pista».

«Dopo sette anni di Reggi e Dosi – ha tuonato Marco Tassi del Pdl - non sapete ancora cosa farete della Pertite. Eppure questo parco nel programma elettorale ce lo avete messo. Il parco lo vogliono tutti e siamo ben lontani dalla concretezza. Ci sono una serie di opere messe sui volantini elettorali come piscina e piazza Cittadella che non sono neanche mai iniziati».

«La politica – ha spiegato Massimo Polledri (Lega Nord) - deve dare risposte, e questo – dopo 7 anni – è un fallimento. C’è stata incapacità, lo si è visto anche su Palazzo Uffici e ora sul nuovo ospedale. Sarà difficile, se non impossibile, avere un parco alla Pertite: ci sono dei costi, a partire dalla bonifica, enormi e non preventivati. L’arsenale ci è costato alcuni milioni di euro per la manutenzione, nel frattempo. La politica dovrebbe dire o “sì” o “no”, invece oggi dall’Amministrazione abbiamo sentito l’ennesimo “nì”: i problemi non sono risolti, si fanno solo promesse elettorali».

«Non ritengo che questo percorso sia un sogno – ha commentato Lucia Carella del Pd, difendendo la decisione assunta dal consiglio nel dicembre 2015 - ci sono delle procedure da fare che si devono incontrare con le richieste e le volontà. Dobbiamo cercare di unire questi binari e trovare una soluzione. Qua c’è un disegno strategico, ci vuole del tempo, è un impegno di anni». Carella ha chiesto di non superare la superficie già costruita: «però è anche necessario realizzare alcuni parcheggi per i servizi, è impossibile pensare che tutti arrivino e accedano in bicicletta. Il parco deve essere accessibile».

A sostegno della modifica alla delibera invece Carlo Pallavicini (Sinistra per Piacenza). «Sono dieci anni che sento parlare di “rispettare i tempi” per questo percorso. Sono stato candidato due volte in una coalizione che prometteva il parco: il bilancio su questo argomento è insoddisfacente, è uno dei motivi per cui sono passato all’opposizione. Questa è l’immagine desolante e negativa della politica».

Giovanni Castagnetti (Piacentini per Dosi) ha difeso la delibera del dicembre 2015. «C’è la fiera del retro-pensiero sulla Pertite, si pensa che vogliamo costruire sul 70% dell’area. È solo una possibilità, ma lo si dà per certo».

«Ora il centrosinistra – ha detto Maria Lucia Girometta (Forza Italia) - ha un candidato sindaco che vuole il Parco, mettetevi d’accordo. Se il centrosinistra oggi vota contro non so come farete poi in campagna elettorale». «I cittadini – si è scagliata il capogruppo 5 Stelle Mirta Quagliaroli - vengono in presi in giro. Manca chiarezza e certezza nelle parole dell’assessore Bisotti. Per paura di perdere voti dite “tutto il contrario di tutto”, tenete i piedi in due scarpe. Perfino Trespidi e il centrodestra».

Il Pd si è affidato al suo capogruppo Claudio Ferrari. «Dimentichiamo la questione: non stiamo facendo un uso distorto delle norme o seguiamo interessi di bottega. Io ho capito cosa votavo a dicembre 2015, tutti qua dentro l’hanno capito. E ora si rimette in discussione una storia legata all’area della Pertite, una vicenda complessa. Ci abbiamo messi dieci anni a chiudere la partita sull’allargamento della Galleana, che coinvolgeva privati. A volte ci vuole del tempo, siamo in Italia, per risolvere le cose seguendo le regole. L’Amministrazione avrà avuto dei difetti, ma ha cercato di portare avanti progetti lunghi, complessi, complicati: in questo periodo si stanno concludendo delle pratiche storiche. Ci sono esigenze e tempi, i rapporti vanno coltivati con attenzione». Ferrari ha difeso la pratica di Bisotti. «Se la prossima Amministrazione farà qualcosa di strano là nella Pertite verrò io sotto al Comune a protestare. Ora, con la delibera, si definisce un percorso».

Curtoni, Castagnetti, Colla e Ferrari avevano provato a rafforzare la delibera del dicembre 2015 con un ordine del giorno. La richiesta serviva a precisare meglio il testo, chiedendo che venisse «mantenuta, una volta passata al Comune, inalterata la quota di verde, limitando all’uso delle attuali superfici edificate gli interventi costruttivi esistenti, anche prevendo il loro spostamento all’interno dell’area». Si sta parlando perciò di non superare l’11% dell’area che già presenta costruzioni.

La proposta è stata condivisa da Bisotti e dalla Giunta e dal consiglio comunale: è un «rafforzativo, serve a stringere ciò che abbiamo già sancito». L’assessore ha replicato ancora: «Il Ministero della Difesa non cambierà idea su quest’area, impossibile che rivoglia gli immobili e le caserme che ora non ritiene più necessarie. Non ci può essere un dubbio su questo, è solo questione di tempo». «Giusto questo atto, basta con il retro-pensiero. Chi va contro un atto come questo – ha tuonato ancora Castagnetti - è un delinquente». Al che il numero pubblico ha rumoreggiato e il consigliere della Lega Nord Polledri gli ha gridato: «Sei un pagliaccio! Pagliaccio!».

Ma poi, dopo ancora tanta bagarre, si è approdati a una decisione che ha lasciato di sasso l’Amministrazione e accontentato il pubblico, che tra gli applausi ha salutato con soddisfazione l’ok alla modifica della delibera del dicembre 2015. La Pertite da "verde pubblico attrezzato" è diventata "verde pubblico", sconfessando la volontà della Giunta e la decisione assunta dal consiglio comunale due anni fa. «Siamo contenti – ha detto a caldo con gioia la portavoce del comitato della Pertite Maria Pia Romano -, non ce lo aspettavamo. È vero che questo atto potrà sempre essere modificato dal prossimo consiglio comunale e dalla prossima Amministrazione, ma intanto questo è un segnale, c’è una scelta politica chiara che orienta verso il verde pubblico». «Potevano pensarci già otto anni fa – ha aggiunto l’attivista Marco Natali -, bastava un atto come quello di oggi allora». «È una vittoria di Pirro – ha invece commentato laconicamente uscendo dall’aula l’assessore Luigi Gazzola - almeno così la Pertite non verrà tirata in ballo continuamente in campagna elettorale».

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