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Cambiamenti climatici, Callori: «Protesta mainstream alimentata dal business green»

La riflessione del consigliere regionale di Fratelli d'Italia Fabio Callori

Fabio Callori, consigliere regionale di Fratelli d'Italia, interviene nel dibattito sul clima e sull'ambiente, a poche ore dalla protesta degli studenti piacentini. «Un ‘isteria collettiva. Nessun ragionamento e nessun approfondimento vero stanno accompagnando la discesa in piazza degli studenti contro i cambiamenti climatici. Un mantra, quello del cambiamento climatico, privato ormai di un significato specifico. E’ entrato, infatti, nel linguaggio comune grazie al bombardamento dei media mainstream, della propaganda del business internazionale green e della politica sfiatata del neo ambientalismo progressista. Anche se illustri scienziati, anche in Italia, hanno contestato l’allarmismo parossistico, sostenendo che non c’è urgenza, né una situazione di crisi senza rimedio. Dunque, ci sarebbe da chiedersi chi soffia sul fuoco. E certamente non aiuta ad affrontare il tema con spirito laico e solide basi scientifiche la ‘sparata’ del neo ministro all’Istruzione grillino, Lorenzo Fioramonti, che dopo lo sfondone sulla tassa per le merendine e per le bibite gassate, se ne è uscito promettendo una giustificazione generalizzata per le assenze scolastiche causa sciopero per il clima. Suggerimento applaudito da qualcuno, a mio avviso irresponsabilmente, meno condiviso da altri professionisti della scuola. Molto più intelligente ed educativo sarebbe stato organizzare delle giornate di studio sul clima e sulle buone pratiche ambientali nelle scuole, poggiate su approfondimenti a 360 gradi e non su slogan e propaganda politica. Perché non si può nascondere che gli scioperi odierni e molti dei cartelli sfilati con gli studenti non avevano nulla a che fare con l’ambiente, ma molto a che vedere con l’odio e l’intolleranza politica della sinistra nei confronti degli avversari. Ovvio che a guidare molti di questi giovani, probabilmente inconsapevoli di essere strumentalizzati, ci sono state forze politiche come il Pd, che avendo perso tutti i punti di riferimento storici si è buttato nella religione ambientalista, senza curarsi del fatto che sposare acriticamente e strumentalmente questa battaglia può significare un grave danno per la nostra società e il nostro sistema economico. Dunque, attenzione e tutela dell’ambiente sì, ma basandosi su un confronto continuo tra conoscenze scientifiche solide e la nostra realtà sociale e economica».

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