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Caorso, no ad una nuova centrale nucleare

Il comune piacentino non è più fra i siti proposti per i nuovi impianti nucleari. L'acqua del Po sarebbe insufficiente per raffreddare i reattori delle centrali di ultima generazione. Ma continua l'opera di smaltimento delle scorie radioattive dei vecchi impianti


E' in fase di approvazione al Senato il piano promosso dal governo per il rilancio del nucleare in Italia. Data di partenza: 2009. Così, se da una parte il progetto è sui banchi di Palazzo Madama, dall'altra, Anci e Upi si stanno mettendo all'opera per individuare (e presentare) i siti che ospiteranno le nuove centrali. Si parte, ovviamente, dalla lista accantonata vent'anni fa, quando il Belpaese disse no agli impianti alimentati con energia nucleare.

Novità: a Caorso la centrale non si farà più. L'acqua del Po, già messa a dura prova dallo sfruttamento industriale, non sarebbe sufficiente per raffreddare i reattori di una centrale nucleare. Del resto, rispetto al passato, non sono cambiati solo i bacini idrici: anche gli impianti, dotati presumibilmente di moderni reattori di IV generazione, avranno bisogno di ingenti quantità d'acqua per raffreddarsi. Acqua che, allo stato attuale, il Po non è in grado di garantire.

Intanto oggi, il sindaco di Caorso Fabio Callori e il presidente della Provincia, Gianuligi Boiardi, sono a Roma presso la sede dell'Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani) per analizzare le possibili aree deputate ad ospitare siti nucleari e per sottoscrivere un protocollo d'intesa.
Caorso, dunque, non farà parte della lista. Almeno così sembra adesso. Resta comunque una delle aree ex-nucleari gestite dalla Sogin, la società controllata al 100% dal Ministero del Tesoro che si occupa dello smaltimento delle vecchie centrali dismesse.

Secondo quanto diffuso dal Messaggero, insieme a Caorso non verranno riconfermati per le nuove centrali il sito di Trino, in provincia di Vercelli e di Sessa Aurunca, Caserta. Per contro, si auto candidano ad ospitare reattori nucleari le regioni Veneto e Sicilia. Sta ora ai tecnici vagliare l'idoneità dei luoghi per installare le centrali. Data di partenza, sempre, 2009.


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