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Giovedì, 28 Marzo 2024
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«Asp potrebbe raggiungere il pareggio di bilancio nel 2023»

L’amministratore del “Vittorio Emanuele” Caperchione ipotizza un pareggio di bilancio tra il 2023 e il 2024. Ma scatta l'allarme "personale": iniziano a mancare infermieri, Oss, fisioterapisti. Bocchi: «Ce li portano via, dobbiamo incentivare a rimanere»

«Il Covid ha avuto un grande impatto economico: 608mila euro il passivo del 2020. Comune e Provincia sono stati chiamati a ripianare questa perdita e li ringraziamo per quello che hanno potuto fare. Non abbiamo ancora i dati del “rosso” del 2021, ma ipotizziamo un fisiologico equilibrio economico di Asp a partire dal 2023 o al massimo dal 2024». Eugenio Caperchione, amministratore unico di Asp “Città di Piacenza” (società al 94% del Comune e al 5% della Provincia) è intervenuto nelle commissioni consiliari 3 e 4. 

«Una nostra stima parla attualmente di 104mila euro di perdite nel 2022» - ha precisato Caperchione - e il fatidico pareggio di bilancio nel 2023. «Ma un conto è che il Covid sia finito, un conto è che continui a pesare sui nostri servizi».

«Nel 2021 a mano a mano abbiamo riempito i letti, dopo che nel 2020 avevamo meno ospiti a causa del Covid. Avevamo iniziato con 207 persone nella struttura nel 2021, abbiamo chiuso l’anno a 227». Ci sono 8 posti liberi attualmente: «Otto posti tutti i giorni liberi si fanno sentire nei conti».

Asp guarda anche avanti. Ci sono alcuni progetti per il 2022. «Non è detto che verranno realizzati tutti, ma pensiamo a dei nuovi laboratori di animazione nelle Cra, all’ampliamento della residenza Agave, al nuovo atelier al Cso. In programma anche un secondo baretto sociale, nuovi servizi a Spazio 2, servizi di istruzione per i richiedenti asilo, servizio mamma-bambino».

Oltre al Covid l’azienda sta soffrendo un altro problema, a cui l’amministratore intende rispondere «realizzando un climaEugenio Caperchione e Cristiana Bocchi-2 organizzativo migliore per i lavoratori». Quale è la criticità? «Subiamo la concorrenza delle aziende sanitarie che reclutano i nostri infermieri, fisioterapisti, Oss. C’è il rischio che, se si continuasse così, le strutture si trovino a dover chiudere i servizi, rimaste senza il personale. Dobbiamo potenziare il Vittorio Emanuele per continuare a mantenere alta la qualità dei servizi». 

Gli operatori disponibili sono pochi rispetto al passato. «Spesso sono contagiati, necessitano dell’intervento degli psicologi. Il carico di lavoro a causa della pandemia è aumentato, per mantenere le distanze, per garantire la correttezza della procedure e i controlli».

Tuttavia Caperchione ha spiegato l’intenzione di voler aumentare l’attività dell’Asp. «L’azienda ce la può fare se amplia i servizi esistenti (ovvero più posti letto) e se ne offre di più. Dobbiamo anche rinnovare la struttura, i muri del Vittorio Emanuele sono vecchi. L’immobile va ristrutturato, i letti e gli strumenti devono essere ammodernati».

«Sulla mancanza di infermieri - ha aggiunto la direttrice di Asp, Cristiana Bocchi - ce la stiamo cavando perché siamo una struttura grossa, ma in futuro, come le altre strutture, rischiamo di andare al collasso». Bocchi cita un esempio. «Abbiamo fatto un concorso quest’estate con le altre dieci Asp dell’Emilia-Romagna, per 148 posti da infermieri categoria D. Cercavamo 8 lavoratori, ne abbiamo trovati 2. E questo è successo in tutti i territori emiliano-romagnoli».

Come mai? «Gli infermieri laureati tendono ad andare in ospedale. E adesso sta capitando anche per i fisioterapisti, per gli Oss (anche loro vanno a lavorare in ospedale). Anche gli assistenti sociali vengono portati via dall’Ausl. Facciamo fatica ad essere competitivi. Dobbiamo incentivare il personale esistente a rimanere a lavorare».

Attualmente sono 280 i lavoratori in Asp: 180 i dipendenti a tempo indeterminato, 13 a tempo determinato, 66 lavoratori somministrati, 21 liberi professionisti. Sono appaltati all’esterno i servizi mensa, di pulizia, di lavanderia e la gestione dei profughi.

Eugenio Caperchione e Cristiana Bocchi-2

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