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Caro energia, Foti (Fd'I): «Fissare subito un tetto al prezzo del gas»

Lo sostiene l’onorevole Tommaso Foti, candidato per il centrodestra nel collegio uninominale di Piacenza e capolista di Fratelli d’Italia nel collegio plurinominale di Piacenza, Parma e Reggio Emilia

«E’ dall’estate del 2021, ben prima della guerra in Ucraina, che Fratelli d’Italia chiede al Governo di intervenire con decisione a fronte dell’aumento dei prezzi dell’energia, delle materie prime dell’industria e dei certificati di emissione. Una situazione che allora era dovuta - da una parte - al rimbalzo globale dell’economia dopo due anni di recessione provocati dal Covid e - dall’altra - alla riduzione, da parte di alcune economie asiatiche (fra le quali la Cina) del ruolo del carbone nel proprio mix energetico industriale passando al gas, provocando così un forte aumento della domanda mondiale». Lo sostiene l’onorevole Tommaso Foti, candidato per il centrodestra nel collegio uninominale di Piacenza e capolista di Fratelli d’Italia nel collegio plurinominale di Piacenza, Parma e Reggio Emilia.

«Per detti motivi, e a maggiore ragione dopo l’invasione russa dell'Ucraina, Fratelli d’Italia ha richiesto che, in sede europea, venisse fissato un tetto europeo al prezzo del gas. Per contro - sostiene l’esponente di Fratelli d’Italia - nulla è stato fatto al riguardo: il caro bollette di oggi è senza dubbio frutto della decisione del Consiglio Europeo - imposta dai governi del nord Europa, con in testa Germania e Olanda - di rinviare a ottobre ogni valutazione sul prezzo del gas, senza per altro assumere interventi urgenti in una situazione di crisi energetica e geopolitica in continua evoluzione».

«Impotente l’Europa a decidere, Fratelli d’Italia sollecita il Governo Italiano a stanziare subito ulteriori risorse economiche volte a calmierare i costi delle bollette energetiche che gravano in modo asfissiante su famiglie ed imprese. Appare però indispensabile - aggiunge Foti - assumere decisioni destinate, nel medio periodo, a rendere l’Italia indipendente da forniture di gas da parte di Paesi - è il caso della Russia, ma non solo - che intendono condizionarne la politica interna ed estera». 

«E’ quindi necessario che, con buona pace dell’ambientalismo dei divieti di Fratoianni e Bonelli, nuovi soci politici di Letta, oltre all’aumento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, si riparta - conclude il candidato di Fratelli d’Italia - con l’attività di estrazione del gas, partendo da quei siti che, in Italia, possono contribuire in modo significativo a ritornare ai livelli produttivi di 20 anni fa, il che contribuirà al raggiungimento dell’obiettivo della piena indipendenza dell’Italia dal gas russo entro il 2024».

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