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Case popolari, 23 inquilini “furbetti” scovati dal Comune

Dopo diversi mesi dalla sua conclusione è stato approvato il documento finale della Commissione Welfare

È stato finalmente approvato il documento finale della commissione welfare. Dopo un silenzio durato diversi mesi, si è arrivati a una conclusione. La commissione - con presidente Massimo Polledri della Lega Nord - che si è impegnata per sei mesi, doveva scandagliare il welfare del comune di Piacenza per valutare la possibilità di rivedere il sistema, apportando anche tagli in alcuni settori. Il documento è stato siglato da tutti i gruppi consiliari ad eccezione del Movimento 5 Stelle. Di tagli, neanche a parlarne. Difficile mettere d’accordo centrodestra e centrosinistra: le scelte politiche sul welfare sono troppo differenti. 

«La Commissione – ha detto il presidente Polledri - ha ascoltato in audizione una serie di istituzioni. Ci sono pochi spazi per poter rimarcare un indirizzo politico. C’è un percorso positivo, i servizi sociali rispondono al 25% dei bisogni delle famiglie in condizioni normali e il 50% di quelle disagiate. Ma ci sono lunghe liste d’attesa, soprattutto per la disabilità. È un’emergenza».

«Ho sottoscritto il documento – ha rilevato Marco Colosimo (Piacenza Viva) - per atto di responsabilità verso coloro che sono intervenuti durante le riunioni e verso i cittadini. Io e Garetti non siamo d’accordo su molti temi, abbiamo consegnato una relazione in cui sottolineiamo le nostre proposte per il futuro». «È passato un anno dalla commissione – ha aggiunto Giovanni Botti (Pdl) -. È stato un approfondimento per noi consiglieri, non so però quali spunti possono essere ripresi dall’assessore Cugini. Abbiamo colmato lacune di conoscenza sul welfare. Riteniamo ad esempio utile un ripensamento su tutto il tema della non autosufficienza.

««Ho collaborato con Botti - è l’intervento di Erika Opizzi (Fd’I) - per stendere una relazione dei gruppi di Fratelli d’Italia e Pdl. La nostra proposta ha trovato subito la contrarietà dell’assessore Cugini. C’è una visione diverse sul welfare, ognuno ha i suoi punti di vista. Noi siamo per l’esternalizzazione dei servizi, che può salvare anche il bilancio del Comune. Il welfare è il 30% del bilancio comunale, è necessario coinvolgere i privati».

Duro il commento del capogruppo 5 Stelle Mirta Quagliaroli. "La commissione è servita solo per ampliare le nostre conoscenze, sappiamo bene che questi suggerimenti non verranno presi in considerazione. La commissione ha rappresentato un costo importante per le casse comunali. Doveva far risparmiare, invece le diatribe interne al Pd portano a iniziative poco utili che costano pure. Una parte del Pd voleva questa commissione solo per interessi di parte. Si è perso tempo, perché il Pd contiene anime che si contrappongono su diversi temi. È difficile accontentarle tutte. Questo documento non risolve il punto più importante: il futuro dell’Asp, il cambiamento della sua forma giuridica». Maria Lucia Girometta (Forza Italia) ha criticato l’assessore Cugini: «C’è stata chiusura sulla proposta di sentire sul tema l’Università di Parma. Non c’è rispetto per le nostre idee». Giovanni Castagnetti (Piacentini per Dosi) ha ringraziato i tecnici e bacchettato i colleghi. «Sbagliato il modo in cui noi ci siamo approcciati alla commissione speciale welfare. Come mai questo lassismo? Chiediamo agli altri impegni e siamo in ritardo di mesi sulla relazione».

 Il vicepresidente della commissione ha invece messo da parte i dissidi con il presidente Polledri. «I lavori si sono allungati – ha detto Annalia Reggiani (Pd) - alla fine hanno portato a un documento condiviso, tutti hanno dato un contributo. C’è però un modo tutto dei 5 Stelle di affrontare le cose: Quagliaroli partecipa alla commissione, rimane al balcone e poi si astiene, non prende posizione. Sull’Asp Cugini ha detto più volte che non ci sarà più alcuna trasformazione. Sono contenta che dopo le critiche della minoranza sia stato sottoscritto. Stiamo dicendo all’Amministrazione che sta facendo bene».

 «Questo documento – ha dichiarato proprio l’assessore Stefano Cugini - è la più bella certificazione del lavoro svolto dai nostri servizi. È un documento già in essere, già vivo, riprende ciò che abbiamo già in corso. Ci prendiamo la responsabilità delle scelte, ci mettiamo la faccia. Ci sono visioni politiche diverse, ad esempio sull’esternalizzazione dei servizi: dà dei vantaggi economici, ma esagerare nell’esternalizzare porta a un’incapacità completa del pubblico di cogliere le indicazioni che arrivano. Se il pubblico non ha più le competenze per sapere se i costi richiesti dai privati sono reali. Non c’è l’intenzione di cambiare forma giuridica ad Asp – ha risposto a Quagliaroli -, la struttura rimane così come è».

L’assessore Cugini, durante il dibattito, ha fornito un curioso dato. Nel corso di una serie di controlli è emerso che 23 inquilini su 2mila delle case popolari di Piacenza si sono rilevati in realtà non idonei a essere ospitati negli alloggi Acer. Si tratta di 23 famiglie il cui Isee risulta superiore del 20 per cento rispetto ai limiti previsti. Confrontando l’Isee degli anni precedenti sono emerse anomalie sospette. In un caso si è accertato che il fruitore dell’alloggio disponeva di 250mila euro di patrimonio mobiliare. Tutti e 23 le famiglie scovate sono di nazionalità italiana. 

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