Castello, il Pd: «Il Comune chiarisca invece di cercare alibi»

Noi, semplicemente, chiediamo spiegazioni sulle mancanze dell'Amministrazione in carica da 5 anni in tema di sicurezza. Riprendendo, alla luce di quelle dichiarazioni del 22 maggio, le accuse di ignoranza e malafede che, con classe ed eleganza la sindaca ci rivolge, diremmo piuttosto che è lei la prima a ignorare qualcosa oppure la malafede non è sentimento che deve cercare in animo al Pd. Lo stesso dicasi per il sottopasso ferroviario che il consigliere Bursi ha dichiarato come completato entro 2019. Apprendiamo dalla sindaca stessa che invece c'è ancora molta strada da fare prima che lo si possa definire fruibile sembra a fine 2020. Ancora una volta all'interno della maggioranza consigliare qualcuno ignora qualcosa o quantomeno le informazioni sono confuse e contraddittorie (a differenza della sindaca non ipotizziamo nei confronti della maggioranza malafede).

Suggeriamo alla sindaca Fontana di mettere ordine nelle sue idee e in quelle della sua maggioranza; faccia chiarezza con il consigliere Bursi e l'assessore Bollati dimostrando di essere in grado di coordinare la propria amministrazione prima di erigersi a regista di altre operazioni. Concludiamo dicendo al Sindaco che gli insulti non ci impressionano e non ci scoraggeranno dal reiterare le domande a cui lei non risponde. Anziché ribattere con insulti in un tentativo (ribadiamo fallito) di scoraggiare, intimidire o chiudere la questione a tarallucci e vino risponda insieme all'assessore Bollati di tutto quanto non è stato fatto negli ultimi 5 anni. Almeno ora mostrino la diligenza del "buon padre di famiglia" come si conviene a chi davvero ha “Castello nel Cuore”.

È inaccettabile che sindaco e assessore in carica da 5 anni non avvertano questo dovere morale continuando ad accusare le amministrazioni precedenti. Se dopo 5 anni l'amministrazione sta facendo ancora da regista, ci permettiamo di dire che lo spettacolo a cui assistiamo non è affatto dei migliori. Il Partito Democratico non scade in polemiche da social; l'assiduo interventismo social lo lasciamo ad altri, spesso nemmeno estranei all'amministrazione, il Pd cerca di informarsi, capire, far conoscere e, se serve, chiede spiegazioni. L'arroganza delle risposte qualifica chi le dà, ma non toglie dubbi e soprattutto lascia le domande senza risposte veritiere; insulti e informazioni confuse siano riservate per le riunioni di maggioranza. A noi non interessano e non fanno impressione».