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Rancan: «Le regole vanno rispettate», Foti: «Problema che si trascina da troppi anni»

Il consigliere regionale del Carroccio: «Il mio plauso agli agenti della Polizia locale che presidiano il nostro territorio e che vigilano e perseguono il rispetto delle leggi». Il deputato di Fd’I: «Il Consiglio di Stato si è espresso ma il responsabile del centro sfida ancora la pubblica autorità»

«Non si tratta di discriminazione, ma del rispetto delle regole. Poiché Piacenza è in zona arancione, i centri culturali non possono essere aperti. Pertanto la sanzione da 400 euro elevata al responsabile del centro islamico di via Mascaretti non solo è legittima ma anche dovuta. Le regole valgono per tutti e vanno rispettate. Da qui il mio plauso agli agenti della Polizia locale che presidiano il nostro territorio e che vigilano e perseguono il rispetto delle leggi». Così il capogruppo della Lega in Regione, Matteo Rancan, sulla vicenda della multa al centro islamico di via Mascaretti a Piacenza. «La Lega mantiene le promesse che fa: avevamo anticipato che controlli sarebbero stati effettuati, e i controlli sono puntualmente arrivati», conclude. «Le regole ci sono – aggiunge il senatore leghista Andrea Ostellari, commissario Lega Emilia - e valgono per tutti. A nome della Lega Emilia e mio personale ringrazio la Polizia Locale di Piacenza, per averle fatte rispettare. Se bar, palestre e teatri non possono aprire, devono rimanere chiusi anche i centri culturali islamici, compreso quello di via Mascaretti. Il responsabile della sua apertura, avvenuta ieri in concomitanza con il Ramadan, è stato prontamente multato. Un plauso anche all’assessore alla Sicurezza, Luca Zandonella, per non aver fatto passi indietro: la Lega a Piacenza c’è e difende la legalità».

«La sanzione a chi non rispetta la legge – aggiunge il deputato di Fratelli d’Italia Tommaso Foti - è un atto dovuto: sono soddisfatto dell’intervento della Polizia Locale in Via Mascaretti atteso che nessuno, e per qualsiasi ragione, è al di sopra della legge. Ciò detto, non risulta minimamente accettabile che il responsabile del Centro Islamico di Via Mascaretti, dopo avere adito, come nel suo diritto, il giudice amministrativo avverso l’ordinanza dirigenziale che inibiva l’utilizzo ai fini di culto dell’immobile in questione, continui a sfidare la pubblica autorità disattendendo la decisione a lui sfavorevole del Consiglio di Stato. Come già evidenziato al Ministro dell’Interno in una recente interrogazione parlamentare, quanto accade a Piacenza non può essere solo registrato e/o annotato, ma occorre un intervento deciso e conclusivo per porre definitivamente fine ad un utilizzo contro legge di un immobile che non è mai stato - ne è - destinato ad attività di culto. Auspico che il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, nel caso dovesse perdurare l’illecito ed illegittimo utilizzo dell’immobile in questione, adotti le iniziative più consone a risolvere un problema che si trascina oramai da troppi anni».

Aimi (Fi): «Bene multa a centro islamico, segnale importante dal Comune»

«E’ un segnale importante commenta Enrico Aimi, senatore e commissario regionale FI Emilia-Romagna - quello dato dal Comune di Piacenza che, nei giorni scorsi, ha inviato controlli della Polizia locale presso il centro culturale islamico di via Mascaretti. I responsabili del centro sono stati giustamente multati per violazione delle norme anti-Covid, visto che in zona arancione per legge i centri culturali devono restare chiusi. Non esistono a Piacenza due pesi e due misure. Anche questo è rispetto della legalità. Da troppo tempo ormai, con la giustificazione del “centro culturale” in via Mascaretti si svolgono attività di culto tipiche di una moschea, per ammissione dello stesso Imam. E questo, a dispetto delle norme in materia urbanistica che chiaramente impongono parametri precisi per i luoghi di culto. Non a caso il Comune, a maggio 2018, aveva varato un’ordinanza intimando l’immediata cessazione dell’utilizzo dell’immobile quale luogo di culto. Il Comune fa più che bene a proseguire in questa battaglia: ma la vicenda la dice lunga sulla volontà, da parte della comunità islamica, di adeguarsi alle norme e alle leggi che altro non sono che lo strumento per garantire una convivenza civile e pacifica. L’Italia è una Nazione accogliente, ma ha delle regole che non possono funzionare ad intermittenza etnica o religiosa».

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