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Politica Rottofreno

«Centrodestra in campo per vincere e non per fare accordi con il centrosinistra»

I candidati alle Elezioni Politiche del 4 marzo Foti, Pisani, Murelli e Tagliaferri a San Nicolò hanno sottoscritto un documento di proposte del sindaco Raffaele Veneziani

Tommaso Foti (candidato del centrodestra di Fratelli d’Italia all’uninominale alla Camera), Pietro Pisani (candidato della Lega all’uninominale al Senato), Elena Murelli (in seconda posizione nel listino della Camera, con buone chances di elezione) e Giancarlo Tagliaferri (in terza posizione al Senato per Fratelli d’Italia), si sono dati appuntamento al Melville di San Nicolò per incontrare amministratori e simpatizzanti del centrodestra della Valluretta. L’incontro è stato moderato dall'assessore Gianmaria Pozzoli della Lega Nord della bassa Valluretta. Presente anche Raffaele Veneziani, sindaco di Rottofreno, con la sua Giunta, che ha portato un documento programmatica per la Valluretta, per aiutare il territorio di Rottofreno e la zona quando alcuni di loro saranno a Roma in veste di onorevoli. Nel documento di Veneziani sono contenute diverse proposte. Tra queste, il completamento della tangenziale sud ovest di Piacenza, un miglioramento del passante ferroviario locale con Piacenza (con il potenziamento dei collegamenti), la pronta erogazione dei mutui B.e.i. per la nuova scuola di Rottofreno («stiamo aspettando 150mila euro del Ministero che non sono ancora arrivati e 150mila del Comune sono stati ingessati», dice il sindaco). Veneziani ha aggiunto anche temi di carattere nazionale che si riversano sulla pubblica amministrazione e sugli enti locali.

«Il Paese è ridotto molto male – ha detto Pietro Pisani - avevamo grandi prospettive di sviluppo e ora non c’è futuro per i giovani, la delinquenza è impressionante, non ci sono fondi per le infrastrutture. È un disastro, bisogna cambiare rotta. Smettiamo di ascoltare i grandi poteri economico-finanziari che dettano l’agenda politica e fare una politica per i cittadini. Non è facile perché questi gruppi economici ci stanno divorando. Lo si vede anche negli appalti: non è la politica a dettare legge, ma l’economia. Le migliori aziende italiane sono andate nelle mani straniere. L’Europa ci dice che non possiamo sforare il tre per cento del Pil. Noi vorremmo fare dei piccoli Bot dello Stato. Vogliamo inoltre la flat tax: non è vero che genera un buco enorme nei bilanci statali. Il disegno di legge è già stato presentato a Camera e Senato e i conti sono già stati fatti, si piò fare. Vogliamo cambiare la legge sui fallimenti d’impresa: se qualche cliente fallisce, il creditore deve pagare le tasse e l’Iva prima di mettere in passività, e questo distrugge la piccola e media impresa. Diciamo inoltre stop all’immigrazione incontrollata, non all’immigrazione di per sé. E le pene comminate devono scontarle nei loro Paesi». Pisani sottoscrive con convinzione il documento di Veneziani: «M’impegnerò per questo territorio a cui tengo. Se sta bene la nostra gente, possiamo aiutare gli altri. Altrimenti no».

«M’impegnerò per il territorio anche io – ha aggiunto Elena Murelli, consulente per le imprese e docente all’Università Cattolica di Piacenza -, non sono cose spaziali quelle contenute del documento. Sono per le cose concrete, per progetti razionali. Il mio lavoro è cercare finanziamenti per far sviluppare le aziende. Mi sono candidata perché in questi anni ero stanca di pensare che non riusciremo a dare un futuro migliore ai nostri figli. Pensiamo al mondo del lavoro che lasciamo ai nostri figli. Il fisco è un gatto che si morde la coda e non permette a imprese e lavoratori di crescere». Altri temi toccati da Murelli sono gli asili gratuiti, la riforma del sistema sanitario («troppi presidi cancellati o rivisitati sul territorio»). «Il sistema sanitario – ha aggiunto - sta collassando perché troppe persone stranieri non possono permettersi la sanità e ne usufruiscono. Prima gli italiani è uno dei nostri motti: la cittadinanza non si può dare così, gratis. L’immigrato non paga le tasse e prende i soldi in nero».

«Il centrodestra – ha dichiarato Tommaso Foti - è in campo per vincere, ma se non dovesse vincere io di governi con la sinistra non ne faccio. Non prendo in giro nessuno, abbiamo un programma alternativo a quello degli altri. È evidente che gli elettori hanno sfiducia verso la politica, anche in relazione ai tanti salti della quaglia: è stato, questo, il Parlamento record nei cambi di casacca. Per uscire dalla crisi occorre una politica seria: la campagna elettorale, ad oggi, ha già inghiottito 120 miliardi di euro in promesse (se queste venissero veramente attuate tutte insieme), con tutto il debito pubblico che già abbiamo». Foti ha elogiato l’agenda di Donald Trump. «Ha portato un successo in borsa, aumento di occupazione, ha dimostrato che le zone rurali sono le uniche che tirano la ripresa, rispetto ai centri direzionali. Tagliando le tasse ha ridato fiducia al mondo della impresa. Dì dieci start-up aperte poi ne rimangono aperte una o due a distanza di tempo, non bisogna alimentare le clientele e farle passare da investimenti. E questo governo della Boschi ha cercato di scardinare le banche popolari dai territori.

La classe dirigente del territorio non ha avuto lungimiranza nelle scelte: pensiamo alle scelte sulla viabilità di Bassanini, con il trasferimento di competenze sulle strade dallo Stato alla Regione per poi arrivare alle Province. E oggi abbiamo strade colabrodo». Indispensabile per Foti una strada Valtrebbia decente e il terzo ponte sul Po. «Idea accantonata negli ultimi anni, ma è un progetto che serve. Dobbiamo capire anche il futuro delle Province». «Io sull’immigrazione sono più drastico: in città dobbiamo quasi integrare gli italiani con gli stranieri, e non viceversa, nelle classi di molti istituti. Lo Ius Soli è una “sola”, spingono sui bambini ma in realtà si vuole dare la cittadinanza a 800mila persone. La cittadinanza non si regala, ma si conquista: stanno portando l’Africa in Italia, Piacenza non può diventare una riserva di Addis Abeba. Importiamo 600-700mila analfabeti all’anno ed esportiamo 200-250mila ragazzi italiani laureati che vanno all’estero».

«Non voglio fare attacchi personali – ha proseguito Foti -. Ma al sindaco di San Giorgio Tagliaferri seduto qua vicino a me, gli hanno promesso di concludere la tangenziale di San Giorgio non so quante volte in questi anni, e invece i lavori devono ancora iniziare. E la revisione del disciplinare del Brugneto è ancora lì. Non saranno migliori di noi, non voglio dirlo, ma sul piano pratico sono stati fatti solo grandi annunci. Anche sull’alluvione abbiamo sentito annunci ogni settimana». Critiche anche al Movimento 5 Stelle. «Il peggiore dei nostri è sempre meglio del migliore degli altri, si vede anche rispetto a quei sindaci sorteggiati come Raggi e Appendino». «In questi ultimi giorni – ha aggiunto Giancarlo Tagliaferri - si parla poco di immigrazione, perché si sono accorti che gli italiani hanno una visione diversa da quella che è stata propagandata dalla sinistra in questi anni al Governo. È importante avere rappresentanti di Piacenza in Parlamento per portare avanti un nuovo modo di vivere il territorio. La volontà della gente non è stata rispecchiata in questi anni, qua nessuno vuole fare facili promesse».

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