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«Chi difende una Provincia che non c'è più inganna i cittadini»

Marco Bergonzi del Pd ribatte alle accuse di «incoerenza» mosse dalla Lega. Poi attacca sull'ipotesi "regione alpina" e conferma la netta contrarietà al referendum proposto dal Pdl

«Un po' a corto di idee concrete, la Lega non rinuncia a qualche sparata, inventandosi una fantomatica regione alpina cui la Provincia di Piacenza dovrebbe aderire. Regione che sarebbe già "appoggiata dai governatori di Piemonte, Lombardia e Veneto" (Cota, Formigoni e Zaia). Già l'appoggio di questo trio sarebbe un buon motivo per diffidare della serietà di qualsiasi progetto e starne ben alla larga, ma ciò che stupisce è che la Lega possa ritenere davvero meritevole di sostegno una simile boutade agostana». Lo afferma Marco Bergonzi, capogruppo del Partito democratico in Provincia, che interviene su alcune questioni relative al futuro della provincia di Piacenza, e che hanno animato il dibattito politico in questi giorni. «E poi, ironia della sorte – sottolinea Bergonzi - sarebbe una bella beffa proprio per la stessa Lega, raccattare ampolle, elmi con le corna, spadoni e tutto il resto del fiero armamentario e finire in una regione dove sarebbero loro i "terun" degli altri».

Bergonzi prosegue nelle sue repliche alla Lega Nord che di recente lo aveva attaccato puntando il dito su alcune dichiarazioni «contraddittorie» espresse dal capogruppo del Pd durante un suo intervento nel consiglio provinciale: «Viste le affermazioni di qualche esponente provinciale, la Lega dimostra di aver compreso ben poco di tutta la questione, tutt'altro che secondaria, che riguarda la Provincia; provo a dare una mano, confidando nel "repetita Juvant" (ma non vorrei eccedere d'ottimismo)».

«”Scoprire" dalle "registrazioni del Consiglio del 7 Luglio" le mie dichiarazioni volte alla difesa ed al mantenimento della Provincia di Piacenza - afferma Bergonzi - significa scoprire l'acqua calda, dal momento che personalmente ho sempre ritenuto ed affermato che tra i criteri per individuare le Province da mantenere in essere, dovessero includersi quello della storicità (iniziando a sopprimere quelle istituite negli ultimi anni) incrociato con quello dell'efficienza, della virtuosità, dei conti in ordine. E risparmiando alla Lega l'ascolto di qualche altra registrazione, riporto anche l'esempio che ho fatto in proposito : "quale imprenditore apprestandosi a sopprimere alcune unità locali, non salvaguarderebbe le più efficienti, iniziando ad eliminare quelle che comportano maggiori risparmi?”»

«Pertanto – dice Bergonzi - ho sempre coerentemente affermato la necessità di difendere la nostra Provincia, sia a Piacenza, che all'assemblea nazionale dell'UPI a Roma. Ciò che sfugge alla Lega è che da allora le cose sono andate avanti, il decreto è stato approvato (e, dovendo affrontare i guasti e le voragini ereditate dal loro irresponsabile governo, non avrebbe potuto essere altrimenti) ed oggi non si tratta più di mantenere in vita la Provincia, così com’era, ma di dare il nostro miglior contributo alla definizione della costituenda "provincia" d'area vasta, che rispetti i requisiti richiesti dalla legge, da presentare alla regione, cui è affidato il riordino. Questa e solo questa è la realtà oggi: siamo noi piacentini che per difendere concretamente il nostro territorio dobbiamo giocare un ruolo da protagonisti, con un progetto, avanzando delle proposte; il resto è aria fritta in salsa demagogica, tanto cara alla Lega, quanto inutile e dannosa per i cittadini».

«Ribadisco – afferma - che la difesa fino all'ultimo della nostra Provincia e l'avversione a qualsiasi annessione, nella fase in cui potevamo farlo, non è affatto in contraddizione con l'impegno che oggi ci è richiesto e che intendo profondere, nella ricerca di un'intesa con gli altri territori che salvaguardi Piacenza.  A questo siamo chiamati oggi,  perché un "ente provincia" da difendere "tout court" oggi non esiste più. Chi lo fa credere inganna consapevolmente i piacentini».

«Certo che non è un "reato fare il referendum" – dice in riferimento alla proposta del Pdl - ma è ovvio che dividendo un territorio di confine come il nostro, su diverse opzioni (tra le quali sono convinto prevarrebbe ampiamente la scelta della regione in cui ci troviamo da sempre e che peraltro è una delle più avanzate d'Europa) ci indeboliremmo nel confronto con gli altri territori, mentre oggi abbiamo bisogno della massima unità.  Diamo un esempio di grande compattezza, stupiamo gli altri, presentiamoci insieme, portiamo a casa il miglior risultato possibile da un'aggregazione ormai ineludibile. E, visto che è importante dare il buon esempio, lo diamo noi : è esattamente con questo spirito che abbiamo manifestato la nostra disponibilità al Presidente della Provincia, perché questo è un momento importante per il futuro di tutto il nostro territorio, oserei dire costituente, è una sfida che possiamo vincere insieme. E' questa l'unica cosa che conta».

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