«Clima che cambia, mancata un'attività seria di pianificazione in questi ultimi trent'anni»
La riflessione di Giampaolo Maloberti, consigliere provinciale delegato all'Agricoltura
«Il clima è cambiato, certo. Bisogna prenderne atto e comportarci di conseguenza. In attesa del ritorno a una presunta normalità, occorre mettere in atto tutte le misure - nessuna esclusa - compresi i piccoli accorgimenti. È mancata un'attività seria di pianificazione in questi ultimi trent'anni. Per colpa di chi? Sicuramente di un ambientalismo fine a se stesso, che non ha valutato le conseguenze di certe scelte. L'ideologia del "no" ci ha portato in questa situazione». A dirlo Giampaolo Maloberti, consigliere provinciale delegato all'Agricoltura.
«Colpa anche di una certa politica? Sicuramente sì. Anche il mondo agricolo ha colpe? Sicuramente sì, perché si è chiuso su se stesso e non è stato in grado di far capire l'importanza vitale del proprio lavoro. L'agrifood italiano rappresenta il 12% del Pil ed è la seconda manifattura del Pese. Il Covid - dice - ha dimostrato che non si può fare a meno di due cose: mascherine e pane. E la guerra in Ucraina ha dimostrato che non si può fare a meno del pane. Una pandemia e una guerra sono servite a dimostrare che il cibo non è scontato».
«La sostenibilità è un processo che necessita di tempo: deve essere ambientale, ma senza perdere di vista economia e temi sociali. Transizione significa accompagnare progressivamente, e non cambiare improvvisamente senza valutare le conseguenze. Dal 1990 ad oggi l'agroalimentare italiano nel suo complesso ha ridotto del 18% le emissioni di Co2. Tutta l'Italia, nello stesso periodo, del 5%. L'agricoltura italiana produce il 5% della Co2 nazionale. L'agricoltura francese arriva al 20%. E l'agricoltura ha bisogno dell'acqua, così come la zootecnia per produrre foraggio».
«L'acqua è vita, perciò non può essere oggetto di conflittualità. Servono invasi, laghetti interaziendali e opere di derivazione. Ciò che può soddisfare tutte le esigenze potabili, irrigue, ambientali e per la produzione di energia deve essere valutato e realizzate. In Italia si riesce a stoccare solo l'11% dell'acqua piovana in esubero. Nell'immediato, insomma, serve un intervento urgente dei ministeri delle politiche agricole e forestali e della transizione ecologica per affrontare questa emergenza che non è solo agricola ma anche ambientale, economica e sociale, forse senza precedenti. Occorrono misure straordinarie - dice - per approvare lo stato di emergenza nelle regioni interessate, oltre a deroghe agli attuali protocolli. Non possiamo sottostare ai tempi della burocrazia in questo momento».