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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Combustibili solidi secondari nei cementifici, Foti: «Abrogare i decreti che lo permettono»

«Il Governo dovrebbe prendere le dovute precauzioni per impedire che i cementifici siano riconvertiti in inceneritori e dovrebbe definire le linee guida per verificare il rispetto dei requisiti ambientali da parte dei cementifici che ricevono il Css»

L’obiettivo di un progetto di legge alle Camere presentato dal consigliere Tommaso Foti (Fdi) è quello di abrogare il decreto 22/2013 del ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, in cui si stabiliscono, “nel rispetto degli standard di tutela ambientale e della salute, le condizioni per cui alcune tipologie di combustibili solidi secondari (Css) cessano di essere rifiuti per essere considerati, a tutti gli effetti, un prodotto”, con la conseguenza che possono essere utilizzati in parziale sostituzione dei combustibili fossili tradizionali in cementifici “soggetti al regime dell’autorizzazione integrata ambientale”.

Foti, nella relazione che accompagna il testo, cita due mozioni, approvate rispettivamente al Senato e alla Camera, l’una l’11 settembre e l’altra il 22 ottobre del 2013, in cui si riconosce “il ruolo del Css conferito ai cementifici nel ciclo dei rifiuti”, ma si sollecita anche il Governo "a effettuare ulteriori indagini sugli eventuali rischi per la salute dell’uomo e dell’ambiente e a confrontare la situazione italiana con quella di altri paesi europei".

Il Governo- secondo un’altra richiesta contenuta nelle mozioni- dovrebbe prendere "le dovute precauzioni per impedire che i cementifici siano riconvertiti in inceneritori e dovrebbe definire le linee guida per verificare il rispetto dei requisiti ambientali da parte dei cementifici che ricevono il Css".

L’applicazione del decreto è infatt, “fortemente contestata nei territori interessati”, rileva Foti, che, a questo proposito, cita la “fortissima opposizione di cittadini, movimenti ambientali e forze politiche alla richiesta presentata dalla società Buzzi Unicem finalizzata all'utilizzo di Css nell'impianto in funzione nel comune di Vernasca, nel piacentino”.

A fronte di un “quadro di forte incertezza sulle conseguenze che potrebbe produrre sulla salute pubblica l’applicazione del decreto e non essendo in vigore alcuna normativa che contempli la possibilità di ricorrere alla valutazione di impatto sanitario (Vis), appare ragionevole prevedere- scrive il consigliere- la sua abrogazione”.

Di qui, il progetto di legge alle Camere, presentato ai sensi dell’articolo 121 della Costituzione, che, nell’unico articolo da cui è composto, stabilisce, al primo comma, l’abrogazione dei decreti in materia e, al secondo, di considerare respinte le richieste di autorizzazione, presentate sulla base dei decreti citati, ancora pendenti al momento dell’entrata in vigore di questa legge.

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