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Un'altra commissione speciale

Ritorna la commissione delle elette, Zanardi presidente

Il centrodestra polemizza («strumento vetusto, non dà risultati»), al suo interno scontro tra Barbieri e Zanardi

Ritorna dopo cinque anni la commissione speciale delle elette, l’organismo che si preoccupa della discussione di tematiche e iniziative legate al ruolo delle donne nella società. La presidenza, a norma di regolamento, va all’opposizione e quindi a Gloria Zanardi (Fd’I), l’unica donna della minoranza che ha accettato di farne parte.

La sua istituzione, caldeggiata dalla maggioranza di centrosinistra, ha riportato in aula vecchie ruggini. Zanardi cinque anni fa, all’inizio del mandato del centrodestra, si trovava tra le file di “Liberi”, all’opposizione della Giunta Barbieri, e propose la commissione, già presieduta (ai tempi della Giunta Dosi), da sua madre, Maria Lucia Girometta. Il centrodestra non diede concretezza alla proposta. 

«Non dovrebbe servire una commissione - ha spiegato Barbieri, riferendosi sia al 2017 che ad oggi - per parlare di temi che dovrebbero essere già nell’agenda quotidiana. Nello scorso mandato non venne fatta, oggi la maggioranza è in mano al centrosinistra, quindi si farà, ma sarebbe più giusto aprire le porte anche alla presenza maschile». Barbieri ha poi annunciato di voler offrire il suo gettone di presenza in commissione al centro antiviolenza del Telefono Rosa».

Parole che non sono piaciute a Zanardi che, oltre a sottolineare il grande passo in avanti di questi giorni (la prima presidente del Consiglio donna, Giorgia Meloni), ha sottolineato che «fu un peccato non farla cinque anni fa. È uno strumento utile ed efficace con azioni concrete per le pari opportunità». Nel centrodestra, però, nessuno la pensa come lei.  

Contro si è espressa Sara Soresi, capogruppo Fd’I. «Non partecipo, m’infastidisce già il nome stesso della commissione “delle elette”, non comprendo l’esclusione degli uomini. Sembra un’istituzione che segnala la resa delle donne. Con 500 euro di spese a seduta, ritengo che vi siano temi più importanti ora: caro energia, sicurezza, baby gang. Confrontiamoci su questo. Qua dentro non c’è bisogno di valorizzare il nostro ruolo: gli ultimi due sindaci sono donne, idem le presidenti della Provincia e altri ruoli pubblici».«Non ha senso una commissione di sole donne – è il punto di vista di Barbara Mazza (Civica Barbieri) -, non è lo strumento idoneo».

Di diverso avviso Tiziana Albasi (Pd), che ritiene «importante discutere di pari opportunità in un’ottica femminile», quindi anche tra sole donne. «Quello che dicono Soresi e Mazza – ha precisato ancora Barbieri - era il pensiero del centrodestra di cinque anni fa. Il gettone è un’iniziativa personale, ma ora ho deciso che non parteciperò alla commissione, perché non condivido la linea indicata da Albasi». La collega e vicina di banco Federica Sgorbati più o meno si allinea: «Voterò a favore del provvedimento ma non intendo fare parte della commissione».

«Non c’è credibilità in una commissione del genere – è la polemica di Stefano Cugini e Luigi Rabuffi (ApP) - dopo la bocciatura alla nostra proposta sullo statuto maschile della Ricci Oddi. Non può essere trasformata in un ente del terzo settore con quello statuto discriminatorio verso le donne».

Massimo Trespidi (Civica Barbieri) lo ha giudicato uno «strumento vetusto». «La commissione delle elette non ha fatto nulla per avere Barbieri e Tarasconi sindaco, Meloni è diventata premier in un partito a vocazione maschilista. Qua sulla commissione delle elette in passato si è sempre litigato su chi doveva fare la presidente. Si sono consumate delle lotte di potere e non hanno fatto granché poi».

Per il sindaco Katia Tarasconi la «commissione farà bene. Non ho sentito una discussione costruttiva, abbiamo parlato così tanto perché non siamo pronti. Io sono figlia delle quote rosa, Reggi voleva 5 donne e 5 uomini nel 2007, così entrai in Giunta. Le cose sono cambiate da allora, all’epoca lottavo per avere lo stesso rispetto degli uomini. Oggi, lo pretendo. Chapeau a Meloni premier, cosa ottima, abbiamo anche la prima presidenza dell’aula a Palazzo Mercanti, dopo due sindaci donna. Ma la strada da fare è ancora lunga».

Tiziana Albasi (Pd) ha chiesto, invano, un ripensamento alle donne del centrodestra: «C’è bisogno del contributo di tutte». La 19enne Margherita Lecce (Civica Tarasconi) attende invece di offrire il suo giovane punto di vista: «La commissione sarà importante, esistono pregiudizi ancora sulle donne, spero che la commissione lavori con la 5 fattivamente». «Il percorso delle donne verso la parità - è il pensiero di Boris Infantino (Pc Coraggiosa) - non è stato ancora completato, c’è ancora molto da fare». Caterina Pagani (Pc Oltre) ha invitato a non sottovalutare il tema: «In campagna elettorale è risultato difficile attirare l’attenzione delle donne per una candidatura, non vogliono esporsi. Serve più attenzione nei loro confronti». «D’accordo con Albasi - ha rintuzzato Zanardi -, è un peccato non partecipare. Barbieri e Sgorbati hanno esperienza sul tema». «La commissione non completerà il percorso – ha replicato Trespidi - perché non ha mai aggiunto nulla». La commissione delle elette verrà formata, grazie al voto compatto della maggioranza. Contro hanno votato Mazza e Soresi. ApP e centrodestra si sono astenuti o non hanno partecipato al voto. A favore, tra le minoranze, solo Sgorbati e Zanardi. Quest’ultima ne diventa presidente.

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