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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Girometta (FI): «Il musulmano non conosce il rispetto e la tolleranza»

Maria Lucia Girometta, consigliere comunale di Forza Italia: «I terroristi sono una minoranza ma hanno intrapreso la conquista dei paesi occidentali attraverso un processo di islamizzazione. Questi gruppi operano,come abbiamo purtroppo visto di recente, attraverso la violenza e il terrorismo, e la loro intenzione va presa molto seriamente»

«Il rapporto conflittuale tra il mondo islamico e i paesi occidentali è un duro e travagliato confronto che risale nella sua origine a parecchi secoli or sono, segnato, soprattutto nel passato, da lunghe e aspre guerre, in una alternanza di invasioni, conquiste e sconfitte»: così inizia la nota sul mondo musulmano di Maria Lucia Girometta, consigliere comunale di Forza Italia. 

«Ma chiediamoci quali sono le differenze tra l'Islam e l'Occidente? - continua la nota - Il mondo occidentale pone alla base della propria cultura e vita la persona umana con i suoi diritti fondamentali e soprattutto la sua libertà. C'è distinzione e autonomia tra politica, società e religione in quanto vengono rispettate le differenti opinioni e le diverse fedi di ciascuno. Per il mondo islamico invece tutto è religione: ogni aspetto della vita sociale, politica, economica è guidato dai principi religiosi del Corano, che è l'unica e vera legge possibile e al quale le norme di civile convivenza devono ispirarsi. Il termine stesso "musulmano" significa "il sottomesso" ed esprime l'atteggiamento fondamentale del fedele nei confronti del loro Dio. Questa concezione totalizzante non è vista dall'Islam come un limite, ma come un valore fondamentale, segno di sicurezza, di forza e di unità».

«Basilare per l'Islam - aggiunge Girometta - non è la persona, ma la comunità, cioè la patria che comprende tutti i credenti islamici e che va al di là dei confini delle nazioni che sono stati imposti. In Occidente lo stato laico è considerato positivamente come un segno di maturità politico-sociale dalle varie chiese e confessioni religiose, mentre per l'Islam queste sono tutte espressioni di un deterioramento religioso ed etico. Per l'Islam spirituale significa anche politico, quindi in genere, i capi religiosi sono anche i capi politici e viceversa. Esistono due diverse modalità di vivere l'islamismo: quella radicale dei fondamentalisti, di coloro cioè che vogliono applicare letteralmente e totalmente la legge coranica a tutti, musulmani e non, e quella di coloro che vivono una religiosità più tranquilla e all'apparenza tollerante e aperta».

«Spesso i fondamentalisti - continua la nota - usano mezzi violenti e terroristici per ottenere i loro scopo. Un altro importante aspetto che genera l'integralismo violento è il rifiuto della moralità occidentale basata sulla libertà del singolo, sulla coscienza soggettiva, contro una  moralità pubblica e una purità legale ispirate al Corano. Per un musulmano gli occidentali appaiono poveri di fede, umanità e sentimenti, mentre gli islamici si sentono ricchi, perché vivono in base al cuore e al sentimento. L'Occidente appare loro orientato verso il futuro e la trasformazione, tutto preso dalla produttività, dal consumo, dalla ricerca del benessere materiale, mentre l'Islam si sente radicato nella tradizione, si lascia guidare dalla libertà, dallo spirito, dalla preminenza dell'uomo sulle cose. La storia che viene insegnata nelle scuole musulmane presenta la civiltà occidentale come usurpatrice della scienza e della civiltà arabo-islamica, con il risultato di creare un atteggiamento di rancore e di rivalsa».

«Il Corano - afferma il consigliere comunale - riconosce la tolleranza verso i cristiani e gli ebrei, le altre due religioni del libro, ma a patto che si pongano al servizio del popolo musulmano. L'uomo ateo è inaccettabile, inconcepibile per un fedele di Maometto, da eliminare fisicamente. L'Occidente,  basandosi sui propri principi fondamentali, cioè il rispetto della persona e della libertà, chiede l’ottemperanza di detti principi agli Islamici, i quali invece partono dal presupposto che la loro è l'unica vera religione e prima o poi tutti dovranno accettarla: un dialogo tra sordi. Il musulmano non conosce il rispetto e la tolleranza, perché per lui la libertà si muove sempre all'interno dell'ambito religioso del Corano. Se non si pretende il rispetto reciproco, l'Islam non acquisirà mai una concezione universalista e pluralista del mondo e ciascun musulmano sarà sempre convinto della sua condizione di preminenza, mentre considererà gli altri come inferiori e al suo servizio».

«I terroristi - conlude Girometta - sono una minoranza ma hanno intrapreso la conquista dei paesi occidentali attraverso un processo di islamizzazione… questi gruppi operano,come abbiamo purtroppo visto di recente, attraverso la violenza e il terrorismo, e la loro intenzione va presa molto seriamente, perché, anche se l'islamizzazione fosse pacifica e rispettosa della libertà, nel momento in cui i musulmani raggiungessero la maggioranza (con la forte immigrazione attuale), pretenderebbero l'imposizione della legge coranica, perché questo fa parte dell'anima stessa dell'Islam. La costruzione di moschee in Italia permette ai fedeli di Allah di avere un luogo di preghiera, man on dimentichiamo che un sacerdote cristiano che tentasse di celebrare una messa in Arabia Saudita, paese filo-occidentale, non certo estremista, rischierebbe la pena di morte o, nel migliore dei casi, l'espulsione. Oggi il problema è grave e con quello che è successo a Parigi, è assolutamente necessario e urgente attivarsi per vincere il timore e il terrore e pretendere dai musulmani atteggiamenti e comportamenti adeguati a una civile convivenza e rispettosi della nostra cultura e delle nostre tradizioni».


                                                                                                                                                                 

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