rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Magliette pro-merende in consiglio, Piroli: «Daremo più frutta in mattinata»

La minoranza ha attaccato il taglio alle merende voluto dalla Giunta. Piroli: «Promuoveremo uno stile di vita sano e di riduzione degli sprechi». Fiazza (Pd): «C'è stato un corto-circuito sul metodo, ma non sui contenuti». Dosi: «Perché attaccarci su un tema in cui siamo un'eccellenza nazionale?»

Il consiglio comunale del 22 settembre si è aperto con una sorpresa. La minoranza ha indossato magliette - commissionate e portate dal consigliere della Lega Nord Massimo Polledri - che inneggiavano alla decisione della giunta di tagliare le merendine nelle scuole materne. La maglietta riportava la scritta "Ridateci la merendina", affiancata da un'immagine della Banda Bassotti al completo. Claudio Ferrari, presidente del consiglio, ha rimproverato l’intera opposizione per l'iniziativa, non consona al decoro dell’aula.  Nel corso della giornata l’assessore alla scuola Giulia Piroli, in una conferenza stampa ad hoc, aveva difeso il provvedimento sulle merendine “tagliate”. «Abbiamo scelto – ha spiegato Piroli - di non intervenire sulle tariffe: la nostra città si colloca al 33esimo posto nella classifica sui tagli ai fondi provenienti dallo Stato e ci troviamo di fronte a una spesa per la ristorazione scolastica di 4 milioni e 900mila euro all’anno, quando gli introiti sono fermi a 3 milioni e 530mila euro. Dobbiamo per forza ridurre la forbice costi-introiti, razionalizzando sulla spesa e confermando la qualità del servizio: da qui la scelta di cessare la somministrazione della merenda pomeridiana. Vogliamo – continua l’assessore - rendere le mense ancora più salutari, senza un aggravio dei costi: il Comune insieme alla ditta appaltatrice del servizio, aumenterà la quantità di frutta servita al mattino, lasciandola poi a disposizione dei bambini e dei genitori al momento dell’uscita. Nel mese di ottobre inoltre – conclude Piroli - verranno convocate le commissioni mense e, in collaborazione con le scuole e le associazioni, verranno potenziate le iniziative di sensibilizzazione all’educazione alimentare al fine di diffondere modelli di sani stili di vita e di riduzione degli sprechi».

«L’assessore Piroli – ha tuonato in consiglio Marco Tassi (Pdl) - dovrebbe dare le dimissioni, dopo aver tolto 40mila euro per le merendine ai bambini, mentre il Comune spreca 90mila per gli oleandri della Caorsana e 150mila per la fontana di Barriera Torino. La spending rewiev non è mai iniziata in questo Comune». «Il Comune – ha detto Filiberto Putzu (Fi) - non può incitare e decidere cosa deve fare e mangiare il bambino a mensa. L’atteggiamento di Piroli e Dosi sul tema è grottesco. L’educazione non è compito del Comune, ma della famiglia e della scuola. I provvedimenti adottati sulle mense fanno ridere». «Non sono un tecnico – ha rimarcato Carlo Pallavicini (Sinistra per Piacenza) - voglio capire meglio la questione perché è complicata: m’interessa sapere veramente quanto è lo spreco». Il consigliere ha invitato a pensare maggiormente a Seta. «Il rialzo degli abbonamenti di Seta è stato solo rimandato, abbiamo solo schivato un proiettile: mi chiedo quali siano i piani futuri. Ci vuole più chiarezza verso le famiglie».

«Le merendine – ha dichiarato Giovanni Castagnetti (Piacentini per Dosi) - hanno spaccato la minoranza: non tutti hanno indossato le magliette di Polledri. Le persone di buon senso hanno capito cosa capita nelle scuole d’infanzia. Invito però l’amministrazione a pensare ai bambini che vivono in situazioni di povertà: per loro dobbiamo cercare di avere un occhio di riguardo. Non capisco come fa la minoranza a criticare la nostra attenzione alla bibiclette e poi chiedere interventi per migliorare la qualità dell’aria. Dobbiamo incentivare questa mobilità, ci sono giovani che prendono la macchina per fare 50 metri, quando in 15 minuti in bici si può attraversare tutta la città. Non è possibile – ha gridato Castagnetti in aula - che dei consiglieri comunali parcheggino la macchina in piazza Cavalli: dobbiamo dare il buon esempio per primi». «Ho messo questa maglia – ha spiegato Marco Colosimo (Piacenza Viva) – di protesta perché la collaborazione invocata dal sindaco Dosi non c’è per colpa dalla maggioranza. Siamo stufi di venire a sapere i provvedimenti adottati a mezzo stampa: l’ultimo caso è stato quello delle merendine, mai affrontato in commissione. Vogliamo sentire in consiglio comunale – ha proseguito il consigliere, focalizzando il suo intervento su un altro tema - i candidati alla presidenza della Fondazione e il sindaco deve impegnarsi per “far fuori” chi ha fatto danni in passato».

«Chi è il Comune – ha replicato il sindaco Paolo Dosi - per “fare fuori” chi ha fatto danni? La Fondazione è autonoma, Colosimo e Polledri mi chiedono sempre cose che sono l’una il contrario dell’altra. Sono d’accordo con Putzu: non è compito del Comune decidere cosa dare da mangiare ai bambini: infatti è l’Ausl e la commissione mense, composta dai genitori, a decidere cosa dare, in base a una valutazione nutrizionale. Le mense piacentine sono un’eccellenza a livello nazionale, usare il tema “merendine” per dipingere e attaccare l’amministrazione come la “peggio che esiste” non va bene e fa male alla città stessa. Perché rappresentare la nostra città così, su un tema in cui siamo così forti? Le notizie escono sulla stampa solo perché se ne parla in giunta. Non c’è alcuna volontà di affossare i discorsi e i confronti con la minoranza».

«Il sindaco non può lamentarsi – ha sottolineato Polledri – perché noi critichiamo il provvedimento sulle merendine. Io ricordo un’altra giunta che tentò di esternalizzare le mense: c’erano proteste fin sotto Palazzo Mercanti. La decisione del taglio delle merendine non è arrivata da dietologhe e nutrizionisti: lo spuntino ci vuole. Il fine perseguito dal Comune non è avere bambini magri, ma risparmiare soldi. Si sta spacciando una cosa per l’altra». «L’unica cosa – ha rilevato Christian Fiazza (Pd) - che fa male di un rimprovero, è la sua verità. C’è verità infatti in  quello che hanno detto Foti e Colosimo. C’è stato un cortocircuito dal punto di vista del metodo. Il contenuto della scelta è sostenibile, ma c’è stato un problema di metodo e di condivisione in maggioranza. Chi ha figli alla scuola materna però conosce bene lo spreco. È dal 2010 che le commissioni individuano in quel pasto un problema, la decisione andava presa. È l’Ausl che individua il menù e l’amministrazione è d’accordo. Concentriamoci sul fatto che ci sono 400mila euro di morosità sul pagamento delle rette degli asili: il 13% delle famiglie infatti, non paga».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Magliette pro-merende in consiglio, Piroli: «Daremo più frutta in mattinata»

IlPiacenza è in caricamento