rotate-mobile
Politica Stazione / Piazzale Guglielmo Marconi

Consiglio, la minoranza attacca le "linee guida" su Borgo Faxhall

È proseguita il 27 ottobre la discussione in consiglio comunale sulle linee guida del progetto di riqualificazione dell'area di Borgo Faxhall. Tassi (Pdl): «Per adesso pensiamo solo al terminal degli autobus». Opizzi (Fd'I): «Intanto mettiamo telecamere e luci nei parcheggi». Negri (Pd): «Il progetto deve andare di pari passo»

È proseguita nel pomeriggio del 27 ottobre la discussione generale in consiglio comunale sulle linee guida del progetto di riqualificazione dell’area di Borgo Faxhall presentate dall’assessore all’urbanistica Silvio Bisotti. «La pratica non s’ha da fare – ha esordito Marco Tassi (Pdl) - è qui da vent’anni e nel giro di una settimana si vuole prendere una decisione repentina. Ci vogliono approfondimenti, Bisotti si vuole prendere questo rischio, io mi voglio immolare per questa pratica. Si sta votando un atto di fede su costi non calcolati. Non viene spiegato l’impatto ambientale di questo progetto e non vi ricordate che volevate fino a poco tempo fa un unico Palazzo Uffici. Vedrete che la prima pietra sarà comunque posata solo nel 2020, oppure finirà in niente come la piscina olimpionica. Pensiamo a risolvere il problema del terminal degli autobus e lasciamo perdere i 3300 metri quadrati di uffici che la società ci concede. Troviamo un’area idonea per le corriere subito, poi penseremo con calma al resto». Tassi nel suo intervento ha voluto anche toccare altri due temi. «Per organizzare le pattuglie miste come vuole Dosi sarebbe prima bello vedere riconosciute le indennità di rischio». «I giovani che parcheggiano alla sera in piazza Cavalli – venerdì notte un blitz della municipale ha provocato diverse multe per divieto di sosta -  non possono stare a casa. Autorizziamo alla sera un parcheggio in piazza Cavalli per un tot numero di posti, facciamo qualcosa, visto che il parcheggio in piazza Cittadella, promesso tempo fa, non c’è ancora».

«La pratica è penalmente rilevante – l’ha definita così Tommaso Foti (Fd’I) - contabilmente vomitevole, amministrativamente schifosa. La società Coemi non è minimamente preoccupata da questi atti, perché i vantaggi sono tutti per loro e niente per il pubblico. Bisotti avrebbe dovuto prendere una deroga, il Comune ci rimette 6 milioni di euro in questa pratica. Non doveva venire in consiglio senza uno straccio di documenti della controparte: la prima cosa da fare era una messa in mora, un atto in cui il Comune contestava tutti i problemi emersi dalla convenzione stipulata. Ci sono diversi inadempimenti della società infatti. Il Comune è inadempiente in atti di impossibilità tecnica, come abbattere il Berzolla, che è vincolato. È stata fatta questa pratica 30 anni fa solo per trasferire le corriere, era l’unico interesse pubblico, e non l’abbiamo ancora raggiunto. Nel documento parlate inoltre di “modifiche all’assetto urbanistico e degli impegni convenzionali”, senza però far intervenire la controparte. Perché ci accusiamo di inadempienze e proponiamo soluzioni per coprirle?».

«Il Comune – ha continuato Foti - poteva anche espropriare visto che la società non ha realizzato quasi niente di quanto concordato. Ci avete pensato che se Coemi un domani fallisce, noi perdiamo pure i 3300 metri di uffici pubblici? Perché dite che qualcuno vuole ostacolare la pratica dopo 30 anni? Cosa c’è sotto tutto questo, chi dovete tutelare? Qua deve fare tutto il Comune: stazione dei bus, verde, parcheggi, insediare gli uffici. Era più giusto rivolgersi a un arbitrato, di cause come questa ce ne sono migliaia in Italia. Nel 2004 arrivò una diffida dal Consorzio dei residenti e commercianti di Borgo Faxhall che ricordava il bisogno di effettuare tutti i lavori per la stazione dei bus entro il 2009: sono passati altri cinque anni. Vogliamo andare in commissione a discutere nel dettaglio? Bisotti ci spiega se ritiene di non dover disporre di un atto bilaterale con la società? Non è che facendo cinque consigli sul tema risolviamo la pratica una volta per tutte».

«Riscontro un atteggiamento irriverente di Coemi – ha rilevato Paolo Garetti (Lista Sveglia) - che non si è mai fatta il problema di rispettare gli impegni. Non è stata un campione di correttezza ed educazione: si è presa beni ai danni del Comune e dei cittadini non facendo diverse opere. Sembra che ci stiamo impegnando per risolvere i loro problemi più che quelli della città. È buona la premessa della delibera, ma ci sono troppi vizi e basi incerte nel progetto per poter continuare questo percorso». «Bisotti qualche mese fa – ha detto Mirta Quagliaroli, capogruppo del Movimento 5 Stelle - in seguito a un nostro emendamento, ci disse che le convenzioni stipulate erano tutte rispettate e che c’era un collaudatore a controllarle. “Era, non dico inutile, ma poco corretto controllare le convenzioni in atto”, ci rispose. La proposta della giunta è perciò inaccettabile. Al Mose di Venezia e all’Expo di Milano un’inchiesta ha illustrato come i bandi – al ribasso – fossero vinti sempre dagli amici degli amici. Tanto c’è il pubblico a rimetterci sempre. Si parte da una cifra e poi si arriva a spendere tre o quattro volte di più del previsto. La pratica di trent’anni fa aveva un prezzo che oggi è lievitato notevolmente».

Il vicepresidente del consiglio comunale Gianluca Ceccarelli (Claudio Ferrari era assente), ha proposto l’intenzione di far rispondere gli uffici comunali su alcuni quesiti mossi dalla minoranza. Nella conferenza dei capigruppo non si è trovato un accordo sulla deroga, visto che alcuni consiglieri come Foti e Tassi avevano già esaurito tutto il tempo a disposizione per intervenire. «Tutti gli interventi nostri – ha ribadito Massimo Polledri (Lega Nord) - d’ora in poi presuppongono domande». «Il consiglio comunale di solito – ha replicato il segretario generale Vincenzo Filippini - si autoregolamenta in questi casi, il segretario può solo partecipare. Prendo atto che il consiglio non si è espresso in questo frangente e la discussione prosegue». «Coemi – ha ribadito Erika Opizzi di Fratelli d'Italia, unica a votare contro in commissione al progetto - non è affidabile perché è una società ipotecata fino alle orecchie, se fallisce improvvisamente il curatore fallimentare si rifarà sicuramente su di noi e ci toglierebbe i 3300 metri di uffici. C’è stato pressapochismo degli uffici nelle stime, e i palazzi in questione – via Verdi e via Scalabrini – a quelle cifre sono invendibili, a meno che siate già d’accordo con qualcuno per la vendita. Rilevo inoltre un poco impegno da parte di alcuni colleghi in commissione sul tema: solo io ho presentato critiche e rilievi al progetto, c’erano assenti e gente che non ascoltava. Io non ho fatto ostruzionismo, non si sta facendo un dispetto a Borgo Faxhall: non è neanche giusto che ci debba andare di mezzo l’interesse pubblico a causa dell’interesse dei privati. I pendolari chiedono sicurezza, con telecamere e illuminazione nei parcheggi. Non fate niente per un secolo e poi in 4 giorni deliberate un progetto: per ora ha parlato un solo consigliere Pd in tutto il dibattito in commissione, dite la vostra».

 «Ci sono dichiarazioni infami – tuona Tommaso Foti che probabilmente si riferisce alle dichiarazioni di Cesare Bertola rilasciate alla stampa durante il consiglio – appena fatte fuori da questa aula. Chiedo all’ufficio stampa di replicare immediatamente a questa accuse, ci vengono attribuite cose mai dette». «È un atto di coraggio – ha dichiarato Daniel Negri (capogruppo Pd) - quello dell’assessore Bisotti di proporre le linee guida per questo progetto. I palazzi in vendita del Comune saranno soggetti a perizie, non ci sono tentativi di svendita in atto. Chiedo che tutto il progetto vada di pari passo, ci devono essere aggiornamenti continui su queste aree, in particolare sull'ex mercato ortofrutticolo e sul piano caricatore, strategici per l'intera zona».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Consiglio, la minoranza attacca le "linee guida" su Borgo Faxhall

IlPiacenza è in caricamento