Si sono sfiorati. Accarezzati quasi. Stesso oggetto di protesta: i tagli alla scuola del ministro Gelmini. Tra di loro, però, è rimasto un robusto cordone di polizia e carabinieri. «Non possiamo scendere in piazza con chi è contro l'integrazione», sussurra Carlo Pallavicini, consigliere comunale di Prc.

Così, tra i ragazzi di estrema destra e di estrema sinistra, non c'è stato un chiarimento pacificatore, dopo l'episodio, convulso, che ha visto l'accoltellamento di due giovani davanti alla Coop dell'Infrangibile. Solo cori contro la riforma scolastica, scanditi, ovviamente, dalle rispettive radici.

Il movimento studentesco di Fn è più crudo, meno allusivo: dal brutale «Gelmini vaffa... » a «boia chi molla, è il grido di battaglia», fino a «contro la Gelmini la gioventù si scaglia». I militanti protestano contro i tagli, i contributi alle scuole private, il caro libri. Ce n'è anche per l'«ora di Islam» e la proposta di togliere i crocifissi dalle aule. 

Il corteo rosso, invece, ha in testa un furgone che ritma a spron battuto musica e slogan paralleli all'altro serpentone: opposte visioni, ovviamente, sull'Islam e sulla presenza del crocifisso in classe. Non tantissimi i manifestanti di Fn: s'intravedono una trentina di persone. Più folto il gruppo dell'"Onda": gli studenti sono, all'incirca, un'ottantina.