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De Micheli e Ghetti ai sindacati: «Se il Pd andrà al Governo daremo queste risposte»

Anche le candidate piacentine del Partito Democratico rispondono ai sei quesiti posti dai sindacati Cgil, Cisl e Uil

Le segreterie dei sindacati confederali territoriali di Piacenza - Cgil, Cisl, Uil – in vista della tornata elettorale per il rinnovo del Parlamento del 25 settembre, hanno reso pubbliche sei domande rivolte ai candidati e alle candidate che aspirano a un seggio nei collegi che riguardano il territorio piacentino. Sono arrivate le risposte delle candidate piacentine del Partito Democratico, Paola De Micheli e Beatrice Ghetti.

1) Come pensate di tutelare il potere di acquisto dei salari e delle pensioni?

Più soldi nelle tasche dei lavoratori e dei pensionati con una mensilità aggiuntiva e per la prima volta anche un supporto concreto alle partite Iva. La proposta del Pd è pienamente sostenibile e stava per essere recepita dal Governo poi abbattuto dalla destra. Taglieremo le tasse sul lavoro con un intervento sul il cuneo fiscale, per aumentare gli stipendi netti fino a una mensilità in più. Approveremo un incremento del valore e della platea delle pensionate e dei pensionati beneficiari della cosiddetta “quattordicesima” per rafforzare le tutele di fronte al carovita. Occorre poi incentivare il rinnovo dei contratti nazionali scaduti, tramite meccanismi di defiscalizzazione e decontribuzione degli aumenti salariali. Vogliamo anche innalzare in maniera strutturale da 258 a 516 euro il tetto delle esenzioni per il welfare aziendale.

2) Occupazione: quali misure pensate di mettere in campo per contrastare il precariato e per promuovere forme di lavoro stabili?

Innanzitutto con una nuova legge che riconosca il valore legale universale del trattamento economico dei contratti collettivi firmati dalle organizzazioni maggiormente rappresentative, per debellare i “contratti pirata” e che introduca un salario minimo nei settori a più alta incidenza di povertà lavorativa, con una soglia affidata alla proposta delle parti sociali. Dopo l’introduzione del salario minimo e del Reddito di Cittadinanza (che andrà opportunamente ricalibrato secondo le indicazioni della Commissione Saraceno) completeremo il sistema con un altro meccanismo: l’integrazione al reddito dei lavori poveri. Inoltre ci impegniamo alla piena realizzazione delle misure previste dal PNRR sulle politiche attive del lavoro. E per i giovani introdurremo un contratto di primo impiego, contro tutte le forme di stage gratuiti. Così rafforzeremo la lotta al precariato, con un intervento sui contratti a tempo determinato, riproponendo la necessità di introdurre la causale fin dall’inizio del rapporto di lavoro, valorizzando la contrattazione collettiva, rendendo strutturalmente più vantaggioso il contratto a tempo indeterminato rispetto a quello a tempo determinato.

3) Rincari energia. Quali misure straordinarie pensate di intraprendere per mitigare i rincari delle bollette energetiche?

La situazione del prezzo della luce e del riscaldamento sta compromettendo le condizioni di vita di tante famiglie e con un effetto di desertificazione imprenditoriale. I decreti aiuti licenziati dal Governo contengono misure importanti ma ancora non bastano per affrontare un problema sempre più urgente. Per questo dobbiamo essere radicali nella proposta: abbiamo detto per primi di mettere un tetto al prezzo dell’energia elettrica separando il costo delle fonti fossili da quello delle rinnovabili. Il Consiglio europeo non ha deciso ancora sul tetto sul gas, allora si proceda all’introduzione di un tetto nazionale, insieme all’adozione di una bolletta sociale per le fasce più fragili. Le risorse ci sono per i mesi che ci separano da un’azione più incisiva di tutta Europa.

4) Demografia. Piacenza e il Paese in generale, soffrono una crisi demografica conclamata che a nostro avviso si supera anche con un più ampio sostegno ai giovani ed alle famiglie e con il miglioramento della conciliazione tempi di vita e di lavoro. Che misure pensate di implementare per affrontare il problema?

Abbiamo bisogno di una nuova stagione di politiche di sostegno per la famiglia, per affrontare il problema della povertà infantile, della denatalità e dell’inverno demografico che tocca da vicino la nostra provincia. Si comincia migliorando l’assegno unico e universale per i figli a carico, potenziando le clausole di salvaguardia, in particolare per le persone con disabilità e le famiglie con figli disabili, e rivedendo il peso della prima casa nel calcolo dell’Isee. Il Partito Democratico ha fatto della parità di genere una questione trasversale di tutte le politiche pubbliche, dal sacrosanto tema della parità salariale, alla cogenitorialità con i congedi parentali. Credo che la promozione dello smart working possa favorire le esigenze di conciliazione dei tempi di vita e lavoro, riducendo tra l’altro le emissioni di agenti inquinanti e migliorando nel contempo, la vivibilità dei centri urbani per rivitalizzare i piccoli borghi delle aree interne. Dobbiamo disincentivare il ricorso al part time involontario e, contestualmente, promuovere progetti di riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, legati a una più̀ razionale organizzazione dell’attività̀ di impresa e all’aumento della produttività̀.

5) Sanità. A fronte di una popolazione sempre più anziana, il bisogno di “salute” nei casi critici e di “prevenzione” è aumentato e aumenterà. Come pensate, in questa chiave, di potenziare la sanità sul territorio oltre che abbattere le liste di attesa per gli esami specialistici?

Una sanità più vicina ai cittadini come ci ha insegnato la vicenda del Covid, è quella che vuole il Partito Democratico: con presidi territoriali, case della salute di qualità, investimenti sul patrimonio umano di medici e operatori sanitari con un migliore trattamento economico. Più forza e risorse al servizio sanitario nazionale pubblico significa superare il modello di programmazione della spesa sanitaria costruita per comparti chiusi e tetti settoriali. In modo particolare per il personale sanitario. Solo così si potranno abbattere anche a livello locale i tempi delle liste di attesa per esami diagnostici e interventi. Inoltre va completata la transizione digitale già avviata per agevolare il lavoro dei professionisti e l’accesso al sistema e alle cure della popolazione.

6) Crisi climatica. La Pianura Padana e Piacenza subiscono in modo particolarmente grave gli effetti del cambiamento climatico in corso. Quali azioni ordinarie e straordinarie intendete mettere in campo per affrontare questo problema esiziale che peserà su questa e sulle future generazioni?

Il tempo è scaduto. Il riscaldamento globale produce danni incalcolabili e lo abbiamo visto quest’estate anche in provincia di Piacenza con la crisi idrica e la siccità. La priorità è salvare l’economia dell’Italia e il pianeta e per questo occorre accelerare sulla strada della transizione ecologica, dentro una dimensione di sostenibilità economica e sociale. Puntando sulle fonti rinnovabili e disincentivando le produzioni più inquinanti. Vogliamo aumentare drasticamente la quota di rinnovabili prodotte in Italia, anche attraverso lo sviluppo delle Comunità energetiche, con l’obiettivo di installare 85 GW di rinnovabili in più entro il 2030. Un obiettivo ambizioso ma realistico che porterà, secondo alcune stime, alla creazione di circa 500 mila nuovi posti di lavoro. Per far fronte all’emergenza siccità ormai strutturale è indispensabile l’utilizzo nei tempi previsti delle risorse Pnrr  (4,3 miliardi per il settore idrico) e delle risorse nazionali già stanziate per piano invasi.

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