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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Dialetti. Pollastri: “Ora una nuova iniziativa per valorizzare la cultura locale e chi la porta avanti”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di IlPiacenza

“Ora che si è abolita la legge si pensi ad interventi specifici per salvaguardare e promuovere i dialetti emiliano-romagnoli” è l’invito che Andrea Pollastri rivolge alla Giunta Regionale sottoscrivendo una risoluzione con i colleghi del Gruppo FI-PdL.

Nell’ultimo Consiglio Regionale del 2014, infatti, è stata approvata una legge di semplificazione che ne aboliva numerose altre ormai non più efficaci, tra queste anche la n. 45 del 1994 riguardante i dialetti della Regione, nella loro espressione orale e nel loro utilizzo letterario.

In realtà negli anni questa legge è rimasta in gran parte disattesa, anche perché non sono state trasferite risorse specifiche all’Istituto Beni Artistici, Culturali e Naturali (IBACN), Ente titolato a promuovere iniziative sul dialetto.

Per questo gli azzurri hanno invitato la Regione a cambiare passo, costituendo, presso l’IBACN, un’apposita e specifica divisione, denominata “Culture popolari e Dialetti dell’Emilia-Romagna”, “Che si occupi – si legge nell’atto - di supportare le iniziative sulle tradizioni locali, di contribuire all’editoria in dialetto, di integrare programmi di insegnamento nelle scuole, di favorire il lavoro di studiosi ed operatori culturali, di mantenere in uso il dialetto parlato, finanziando il tutto con un’apposita voce di bilancio.”

“I dialetti – spiega Pollastri – sono la vera espressione dell’anima più profonda dei nostri conterranei, indissolubilmente legati alla cultura popolare, espressione dei più autentici vissuti familiari e sociali.”

“Molte Associazioni e privati cittadini – prosegue – danno vita ad iniziative per la valorizzazione e conservazione del dialetti, dalle opere teatrali ai libri, ai corsi, evitandone la scomparsa, specie tra le giovani generazioni a cui , sovente, i genitori non insegnano il dialetto. Vi sono anche numerose case editrici che editano pubblicazioni in dialetto.

Tutte queste realtà meritano di essere sostenute per l’importante opera che svolgono. In questo la Regione, come già fa in altri campi, deve impegnarsi attivamente.”

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