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Venerdì, 19 Aprile 2024
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E' referendum finalmente. Già il 24 proposta per passare in Lombardia

La maggioranza di centrodestra ha dato mandato a Trespidi per la possibile consultazione elettorale. Pdl, Lega e Udc appoggiano in toto il presidente, mentre da Reggio si ipotizza la Grande Emilia, un'area unica da Modena a Piacenza. Il presidente: per me è già in fondo al mare

E referendum sia. Finalmente. A decidere se la nostra provincia debba passare in Lombardia saranno i cittadini. Anche se la strada per arrivare al voto è irta di ostacoli normativi. La maggioranza di centrodestra in Consiglio provinciale si presenta come un “sol uomo”: «La maggioranza compatta porterà la proposta di referendum con una delibera, all’attenzione del Consiglio provinciale». Possibile prima data utile, potrebbe essere il Consiglio del 24 settembre. Così Filippo Bertolini, capogruppo Pdl in Consiglio. Il 17 settembre si è tenuta una lunga riunione di maggioranza al termine della quale Pdl, lega e Udc, come aveva detto il presidente Massimo Trespidi, ha scelto la via del referendum. E proprio nel giorno in cui da Reggio Emilia, spunta l’ennesima proposta: non più solo Parma, ma un’unica grande area da Modena a Piacenza, la cosiddetta Grande Emilia.

«Per me - taglia corto Trespidi - la Grande Emilia è già impacchettata e in fondo all’oceano». La posizione di Trespidi ha preso spunto dalle parole del presidente del Cal (Consiglio delle autonomie locali), Marcella Zappaterra, che prima ha detto di aver già deciso il riordino, poi ha indetto un incontro, “un contentino” lo ha definito il presidente. Ora, i tecnici dei partiti di governo si metteranno al lavoro per preparare una proposta che sia corretta dal punto di vista giuridico, per evitare possibili guai con l’ufficio centrale dei referendum che si trova alla Corte di Cassazione.

Il quesito per passare in Lombardia è l’unico possibile, perché se non si fa nulla si verrà accorpati a Parma o, il che potrebbe essere anche peggio, anche a Modena e Reggio. Si aprirà adesso un fase delicata, dal punto di vista politico, perché l’opposizione fin da subito aveva detto no alla Lombardia, giustificandola con un referendum costoso (un milione di euro, come se le altre elezioni fossero gratis), con lo smembramento del territorio, con il migliore welfare. «Auspico il buon senso - ha affermato Bertolini, che ha indossato i panni del pompiere - e che il Consiglio mostri unità di fronte a una scelta epocale».

Sulla sponda del centrodestra, invece, i vantaggi che si avrebbero andando in Lombardia sono diversi. Restando in Emilia, perderemmo gran parte degli uffici pubblici, oltre alla Camera di commercio, e verremmo “calpestati” dalla cugina Parma. In primis, ma il referendum deve venire prima accettato e poi lo si deve vincere, c’è il fatto che Piacenza resterebbe capoluogo di Provincia. Rispetto a Lodi, infatti, noi abbiamo più abitanti. Ma l’esecutivo di via Garibaldi, punta sul sistema economico lombardo, oltre che sanitario, e sulla storica appartenenza di Piacenza al territorio di là dal Po. Una terra che vede moltissimi imprenditori operare in un’area fino a Casalpusterlengo, oltre alle migliaia di pendolari che lavorano e studiano a Milano. E riguardo allo studio, va sottolineato che le due principali università presenti in città - Cattolica e Politecnico - sono espressioni milanesi. Ma la partita è appena cominciata e la campagna elettorale sarà una delle preoccupazioni delle segreterie dei partiti nei prossimi giorni.

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