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«È tempo di progettare e programmare la riapertura dei servizi di welfare»

La proposta del Partito Democratico per un protocollo di sicurezza condiviso che favorisca la riapertura di tutti i servizi legati al welfare

«Siamo ufficialmente entrati nella fase più difficile e cruciale della gestione Covid-19, quella in cui transitare dall’emergenza alla normalità post-pandemia nella garanzia della tutela della salute». Così il Partito Democratico piacentino, per voce della sua segretaria provinciale. «È necessario tornare a garantire la qualità di tutti i servizi di welfare, sicuramente come supporto alle famiglie e per recuperare tutta la qualità della nostra offerta territoriale. Servono duttilità e agire responsabile; molto ascolto e coraggio; umiltà come antidoto all'agire autoreferenziale. La politica è chiamata a dar prova di concretezza, capacità di progettazione e pianificazione, per affrontare la ripresa dei servizi dedicati a minori, anziani, disabili, adulti fragili. Queste categorie, se così vogliamo definirle, senza dimenticare che ogni persona rappresenta una sua unicità, abbracciano di fatto la gran parte della popolazione, target per gli interventi di riavvio del sistema dei servizi di welfare. Purtroppo quello che politica e governo della sanità stanno mettendo in campo non basta a costruire certezze: è fondamentale che tutti siano messi nelle condizioni di conoscere cosa si sta facendo per la sicurezza e la salute collettiva e individuale, oggi quanto mai dipendenti l’una dall’altra. È importante fornire gli strumenti per sapere esattamente cosa fare, in quale condizione farlo, a quali interlocutori rivolgersi».

«Per tutte queste ragioni è necessario scrivere e condividere un protocollo di tutela comunitaria, evitando l’errore di lasciare soli coloro che, a vario titolo, si dedicano alla cura delle persone. Dobbiamo procedere in sicurezza alla riapertura dei servizi socio-sanitari ed educativi per le famiglie e le persone fragili, senza i quali la ripresa delle attività produttive già adesso coincide con l’insorgere di enormi problemi di gestione quotidiana delle famiglie. Un protocollo dettagliato, urgente, che programmi le azioni della rete sociosanitaria e di welfare territoriale definendone tempi, azioni, costi».

«TEST (tamponi, sierologici) a tappeto - ripetuti con cadenza periodica predefinita - per tutti gli operatori e gli utenti delle realtà pubbliche e private che gestiscono i servizi alla persona. Con la progressiva riapertura aumenteranno infatti i contatti sociali degli operatori, quindi il rischio di infezione e di diffusione del contagio tra gli ospiti e il personale. Controlli una-tantum sono assolutamente inefficaci. Purtroppo grande confusione si sta creando su questo aspetto, anche per qualche ritardo e qualche errore di comunicazione. Serve un calendario di screening continuativo e periodico, questo è il punto da cui non si può prescindere Oltre a una “corsia dedicata” per eseguire i test ed elaborare i referti, così da intercettare precocemente i casi positivi o in corso o, al contrario, consentire un rapido rientro al lavoro post- quarantena al personale di servizi essenziali come quelli socio-sanitari ed educativi. Dispostivi di protezione individuale: garantire, possibilmente centralizzando gli acquisti, la fornitura di mascherine, guanti e igienizzanti ai gestori dei servizi (centri diurni, centri educativi, Cra per anziani, comunità per minori, strutture mamma - bambino, strutture di prima e seconda accoglienza, centri per il trattamento delle dipendenze, ...).

Sulla riapertura dei servizi é necessario definire linee guida per la co-progettazione, condivise da Sindaci, Ausl e soggetti gestori dei tre distretti del territorio provinciale.

CENTRI DIURNI PER ANZIANI: dopo i Centri Diurni per disabili, la cui riapertura è possibile dal 26 aprile, bisogna riaprire i centri diurni per anziani, che non hanno un quoziente di rischio e fragilità superiore a quello dei disabili e, nel mentre, attivare almeno gli interventi domiciliari (possibilità concessa dal 18 marzo).

ASILI NIDO: Nella nostra provincia intercettano il 30% dei bambini in età compresa tra zero e tre anni. Alcuni Comuni insieme ai gestori convenzionati stanno avviando una importante proposta per aprire i nidi d’infanzia in sicurezza. Possono diventare un modello da esportare e replicare una volta condiviso e sostenuto dalla Regione a partire dai finanziamenti già inviati ai Comuni per la fascia 0-3 anni.

ALTRI SERVIZI PER MINORI (centri educativi, centri estivi, comunità residenziali...). Per il periodo estivo si può pensare di utilizzare scuole, palestre, cortili, orti, parchi, giardini e altri spazi/ strutture pubbliche (gli stessi centri educativi e/o di aggregazione), quali sedi di attività organizzata in piccoli gruppi stabili di incontro, impegnando peraltro anche i tanti educatori dipendenti dai comuni in queste settimane impossibilitati a lavorare causa l’oca down.  In quanto personale qualificato, non vi è dubbio che possano spendere con profitto le loro competenze anche nella fascia di età 3-6 anni. Si risolverebbe così il problema di riattivare servizi, andando incontro ai bisogni delle famiglie a costi veramente ridotti pe ser le amministrazioni comunali.

SERVIZI PER MINORI DISABILI: chi usufruisce di assistenza educativa individualizzata necessita di vedersi riattivare momenti e spazi protetti di sostegno, a distanza e in presenza (attività fisica di riabilitazione, attività di laboratorio).

FORMAZIONE: sulle misure di prevenzione, protezione e contrasto al Covid-19, è necessario attivare la formazione periodica, con modalità a distanza, degli operatori delle realtà pubbliche e private che gestiscono i servizi alla persona, sia dal punto di vista tecnico e pratico sia sulle modalità di gestione psicologica legata ad eventuali disturbi post traumatici».

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