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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Edilizia, caos certificati: 140mila documenti finiti in Calabria

L’assessore Opizzi: «Difetti nel bando del 2017, forse l’ex assessore non se ne era accorto, in azione l’Avvocatura. La ditta che ha vinto l’appalto ha consegnato pochi documenti. Abbiamo informato i cittadini e gli ordini professionali: gli atti si possono fare»

«Non accetto di essere definita incapace. Da agosto abbiamo fatto un’infinità di riunioni per correggere il tiro e andare incontro a cittadini e ordini professionali, legati al mercato immobiliare. Il bando che assegnava la scannerizzazione di 140mila certificati forse aveva qualche difetto, considerato che si è presentata solo una ditta. L’ex assessore Luigi Gazzola forse non se ne è accorto o forse non ha saputo gestire gli uffici. Risulta, infatti, che non ci sia mai stata una riunione a cui abbiano partecipato gli uffici dei Servizi informativi. E’ un peccato che gli uffici non si parlino tra loro». Parte all’attacco l’assessore all’Urbanistica, Erika Opizzi, spiegando la situazione attuale dopo il tracollo del Sueap, la piattaforma a cui vanno indirizzate le pratiche dell’edilizia. Attualmente, 140mila pratiche piacentine sono finite … in Calabria. L’azienda Archiviando sas le ha spostate dalla propria sede di Tivoli (Latina) a Rende (Cosenza). La buona notizia è che le pratiche ci sono, come ha constatato un funzionario della Regione Calabria, inviato per una verifica. La cattiva è che solo un piccola parte delle pratiche - antecedenti il 2005 - è stata scannerizzata e che i disservizi restano.

Archiviando sas ha vinto l’appalto per 124mila euro (base d’asta 142mila). Il Comune ha già pagato almeno una tranche di alcune decine di migliaia di euro. L’assessore ha illustrato lo status quo di questa intricata vicenda, insieme con il dirigente, Enrico Rossi, e il consigliere comunale Gian Paolo Ultori (che è anche presidente del Collegio dei geometri). Ultori e Rossi hanno comunque rassicurato i cittadini: «I cittadini stiano tranquilli, perché gli atti di compravendita si possono fare. Infatti, è importante che si rispetti la conformità catastale e non anche quella urbanistica, che da alcune Regioni viene chiesta e da altre no. Ora l’atto si farà sulla base delle dichiarazioni del venditore. Comunque, ci sono stati degli incontri con tutti gli ordini professionali interessati e con i notai e tutti sono informati». Opizzi è partita dalla genesi di questa situazione, dal famoso bando pubblicato nel maggio del 2017. Un contratto anomalo: «Non era contemplato l’uso del colore (il rosso e il giallo sono importante sulle mappe per i professionisti); veniva chiesto il pagamento del 70% alla consegna delle pratiche, cioè ancora prima di iniziare il lavoro».

Dopo un intervento del Comune, si è riottenuto il “colore”. Ma i guai non sono finiti: i due dipendenti sono risultati fuori gioco, uno ammalato e l’altro sospeso per l’inchiesta sui furbetti del cartellino. «Ne abbiamo trovato un altro - ha affermato Opizzi - riuscendo a dare le prime risposte ai cittadini». Nuova tegola nell’aprile 2018: la ditta chiede una proroga. Mancano le risorse e si ha solo una scannerizzazione parziale. I ritardi si accumulano. A ottobre, non arriva più nessun documento. Il Comune interviene: a dicembre blocchiamo la proroga. Dopo il trasferimento in Calabria entra in campo anche l’Avvocatura del Comune, che sta valutando eventuali interventi - ha già inviato una diffida all’azienda - per i danni subiti dal Comune. «La stessa azienda - ha ricordato Ultori - mi risulta che abbia lo stesso tipo di appalto, con le stesse condizioni, anche a Roma». Dei 140mila faldoni, ha spiegato Rossi, «quelli tra il 2005 e oggi sono scannerizzato perché dal 2013 è entrata in vigore la legge sul digitale. Il problema è per le pratiche antecedenti il 2005. Abbiamo convocato gli ordini professionali e le categorie interessate nelle transazioni immobiliari anche per non bloccare un importante settore economico della città. Abbiamo anche spedito centinaia di lettere spiegando cosa stia accadendo».

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