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Verso le elezioni

Elezioni, un sondaggio premia Tarasconi: «Ce la giochiamo»

Realizzato dalla società “Piave” su un campione di quasi 900 piacentini: per il 59% la città «sta regredendo». La candidata del centrosinistra sarebbe avanti su Barbieri e Cugini: «Non ci montiamo la testa, partiamo da qui»

Un sondaggio, commissionato dal Pd regionale alla società “Piave”, su un campione di quasi 900 piacentini (352 contattati al telefono, 544 intercettati su Facebook), premierebbe Katia Tarasconi alle prossime elezioni amministrative. Sono i primi numeri usciti allo scoperto relativi alla prossima campagna elettorale.

La società in questione lavora nell’ambito della comunicazione politica, dichiaratamente nel campo del centrosinistra "per scelta", ha collaborato anche con Stefano Bonaccini alle Regionali del 2020. 

L’indagine, con un margine di errore del 3%, è stata presentata da Lorenzo Salmi e Alessandro Fava al point elettorale che la candidata sta allestendo nel suo quartiere, San Lazzaro. Diversi i temi toccati. La prima domanda, secca, chiedeva: “Piacenza si sta modernizzando o sta regredendo?”. Il 59% ha risposto “regredendo”, il 23% “migliorando”, il 17% non sa.

Cosa è fondamentale per la città adesso? Per il 43% ambiente e territorio, per il 35% sicurezza e ordine pubblico, per il 34% cultura, scuola e sport, sanità 31%, viabilità-trasporti-parcheggi 30%, legalità e contrasto a corruzioni e criminalità 30%, sviluppo economico 22%, partecipazione e ascolto 15%, servizi sociali 13%, efficienza degli uffici comunali 10%, altro 5,5%.

Per quanto riguarda l’ambiente il primo discorso da affrontare per il prossimo sindaco è quello della riduzione dell’inquinamento, poi il miglioramento del verde pubblico. Al terzo posto la pulizia della città.  

Tra le qualità richieste al prossimo sindaco vince la “trasparenza e onestà”, poi la “visione del futuro della città” e in terza posizione la “competenza”.

Se domani ci fossero le elezioni, per chi voterebbe? Il 26% per Tarasconi, il 20% per Patrizia Barbieri, il 10% per Stefano Cugini, il 20,9% per “un altro candidato” e il 21% “non voterebbe”.

Diversi gli interrogativi posti. Ad esempio Barbieri, sindaco uscente, sarebbe più conosciuta dai piacentini rispetto a Tarasconi (53,9% contro 40,8%, mentre Cugini sarebbe fermo al 24%).

Spazio anche ai partiti: alle elezioni politiche (da notare la differenza: alle comunali esistono anche le liste civiche) il 25% voterebbe Pd, il 18% Fratelli d’Italia, il 9,7% Movimento 5 Stelle, il 9,4% Lega, il 9% un altro partito, il 6,2% Forza Italia, il 4,8% Azione/+Europa, il 3,9% Europa Verde, il 3,5% Sinistra Italiana, il 2,9% Italia Viva.

Numerose le considerazioni di Fava e Salmi al termine del sondaggio. Cosa emerge? «Un forte senso di declino in città, particolarmente forte tra i laureati, i liberi professionisti e coloro che vivono nel centro storico e nelle frazioni», rilevano. «Nei giudizi sui politici nazionali spicca una differenza marcata tra coloro che hanno posizioni istituzionali (Draghi e Bonaccini) rispetto ai leader di partito, di cui nessuno raggiunge la sufficienza». «Tra i politici locali, Tarasconi è meno conosciuta tra gli under 30 e gli over 60, tra le donne, nel centro storico, nei settori non attivi lavorativamente (studenti, disoccupati, pensionati e casalinghe) e coloro con un titolo di studio più basso». Tarasconi è più forte tra le donne, tra i 30-45enni, tra gli imprenditori e i laureati. Barbieri vince tra i disoccupati e i liberi professionisti. Cugini va molto bene tra i dipendenti pubblici. Coloro che non andrebbero a votare sono più forti tra le donne, under 30, nel centro storico, studenti, casalinghe e dipendenti privati. «Interessante notare – concludono - che tra coloro che avevano votato Barbieri nel 2017 una percentuale significativa (13.9%) non andrebbe a votare».

L’ANALISI DI TARASCONI

Davanti ai dati, quale è la lettura e l’analisi di Tarasconi? «Il sondaggio - ha commentato davanti ad un gruppo di sostenitori al point di San Lazzaro - fotografa un momento, c’era la necessità di vedere un po’ i numeri su alcuni temi. È uno strumento per partire. Da qui al giorno del voto cambieranno tante cose. Lo condividiamo per trasparenza: d’altronde proprio la “trasparenza” è una priorità per i piacentini».

Diversi gli spunti di riflessione. «Ad esempio ci siamo interrogati sul fatto che lo “sviluppo economico” è così poco considerato: perché abbiamo un tasso di occupazione alto o perché i piacentini sono sfiduciati che la situazione non possa migliorare?».

Il dato, però, che colpisce maggiormente la candidata del centrosinistra è la bassa considerazione sul progresso. «Il 60% pensa che la città non stia migliorando. È la nostra percezione e, dopo questi numeri, capiamo che la pensano così anche gli altri».

La campagna elettorale appare incerta, anche perché tanti piacentini non sanno ancora per chi votare e altrettanti vorrebbero esprimere la propria preferenza per “altri candidati”. «Sommando le due voci, è il 40% del campione intervistato. Perciò non ci possiamo montare la testa guardando i dati. Ce la giochiamo. Insomma, “vula bass e schiva i sass”».

L’assenteismo è un argomento cruciale: «abbiamo calcolato che dal 2002 al 2017 ben 20mila piacentini non sono andati ai seggi».

QUELLA DI CARLO BERRA (PD)

Anche il neo segretario provinciale del Pd Carlo Berra ci tiene a dire la sua sui numeri. «Trovo enfatizzati alcuni dati dei partiti politici nazionali sul nostro territorio. Ad esempio ritengo sottostimato il voto a favore della Lega e sovrastimato quello del Movimento 5 Stelle». Tesi accolta solo parzialmente dal sondaggista Fava. «Guardando anche agli altri territori dove stiamo lavorando, l’unico dato che riteniamo “basso” è quello della Lega. Gli altri sono in linea».

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