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Elezioni, Bonaccini: «Basta mal di pancia, ora battersi e vincere»

Il presidente della Regione chiede impegno per battere la destra il 25 settembre e commenta lo scontento sui nomi in lista

«Adesso mi dò da fare, come ho sempre fatto, per cercare di aiutare la comunità e la famiglia in cui credo- e per cercare di portare il massimo di voti, per quello posso e che so fare, al mio partito e alla coalizione di centrosinistra per cercare di battere la destra». Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, intervistato da Radio 24 in merito all’appuntamento elettorale del prossimo 25 settembre. «È più importante darsi da fare per affermare le idee, i principi, i valori in cui si crede».

LE LISTE E I "MAL DI PANCIA"

Continua dunque il fermento, dopo la presentazione delle liste del Partito Democratico. Si sono svolte, intanto, anche cosiddette "parlamentarie" del Movimento 5 Stelle ma «qualcuno vedrà e controllerà i numeri?», chiede Bonaccini. «E qualcuno in Italia sta assistendo alla discussione con cui la destra farà le liste? – aggiunge il governatore emiliano. Immagino che nella destra, come sempre, decidano in quattro chiusi in una stanza. Il Pd, invece, sceglie la strada di una discussione larga, con i territori e con le varie componenti».

ELEZIONI, ECCO LA LISTA PD: DA CASINI A MEROLA, TUTTI I NOMI

La candidatura di Pierferdinando Casini a Bologna ha provocato diversi "mal di pancia", soprattutto nei circoli cittadini, ma c'è qualche perplessità anche su quella del virologo Andrea Crisanti. Parlarne «mi interessa veramente poco, come credo interessi poco agli italiani», osserva il presidente. «L'ho appresa ieri sera, non so i contorni e i profili e quali ragionamenti siano stati fatti. Io ho le idee chiare su una cosa: che, proprio alla luce della pandemia che abbiamo attraversato, c'è bisogno di più sanità pubblica e non di meno sanità pubblica».

«Non bisogna essere scelti perché si appartiene a una corrente ma perché si è capaci. Dopodiché, mi sembra si sia trovata una quadra e adesso l'appello che faccio per chi ha mal di pancia: legittimamente si può lamentare, ma le liste ore sono chiuse e l'unica cosa conta è battersi per cercare di ottenere il miglior risultato possibile e vincere le elezioni del 25 settembre. Io sono abituato a fare così - incalza Bonaccini. Le cose che ho da dire le dico prima, ad esempio dissi che non volevo molti paracadutati in Emilia-Romagna e devo prendere atto positivamente che la gran parte dei candidati, quasi tutti, sono donne e uomini, ragazze e ragazzi che vivono, lavorano, studiano e si impegnano in Emilia-Romagna, come credo fosse giusto perché abbiamo bisogno di persone radicate nel proprio territorio». Questo, certo, «sapendo che quando si deve tenere conto di un partito plurale e molto largo di una coalizione in cui tutti devono avere almeno qualcuno che venga eletto, altrimenti i più piccoli non si sederebbero al tavolo a discutere - aggiunge il governatore - è giusto anche che qualcuno venga portato in altre parti d'Italia, ci mancherebbe».

SE VINCE LA MELONI: «TORSIONE AUTORITARIA»

E se vincesse Giorgia Meloni queste elezioni? «Non vedo – è la risposta di Bonaccini - rischi di fascismo. Vedo invece il rischio di un Paese in cui però qualche torsione autoritaria possa esserci - sottolinea - Questa idea di presidenzialismo, abbinata peraltro all'autonomia differenziata, è una cosa abbastanza sgangherata messa insieme così». Quindi la democrazia non sarebbe a rischio: «Se diciamo che se vincono Meloni o questa destra c'è il rischio del fascismo o che il giorno dopo tornano i fascisti, che facciamo? Diciamo ai nostri elettori o a chi ci guarda con simpatia di prendere le armi e andare in montagna a fare la resistenza? Non scherziamo», afferma il governatore.

«Piuttosto dico che è una destra che ha poco di liberale - continua Bonaccini - sia perché i due partiti maggiori, quelli guidati da Salvini e Meloni, in Europa stanno con l'estrema destra e sia perché guardo a chi sono i campioni che hanno tifato in questi anni e lì sì qualche inquietudine mi viene. Perché Lega e Fdi hanno "tifato e abbracciato" Trump, Orban, Bolsonaro, Johnson e Le Pen.

FLAT TAX

Per il presidente dell’Emilia-Romagna la “flat tax” del centrodestra è «una "boiata pazzesca". È anche una cosa che si avvicina quasi all'incostituzionalità, per un motivo: la Costituzione prevede la progressività nel pagamento delle tasse e la flat tax metterebbe le stesse tasse uguali per tutti, quindi vorrebbe dire che il ricco ci guadagnerebbe mentre sono ovviamente il ceto medio e il ceto povero che non ci guadagnerebbero per nulla».

Agenzia Dire

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