Partito democratico: la forza dei comuni? Le liste civiche
Liste civiche nella quasi totalità dei comuni al voto. Il Pd? “Fa da perno e da contenitore a una larga coalizione” spiega il segretario provinciale Paolo Botti. Liste trasversali, nelle quali più che i partiti contano le persone. Tutto pronto? “Riconfermiamo chi ha governato bene, ma ci sono anche tante candidature nuove”
Nella sede del Pd di Piacenza, a tavolino, abbiamo spianato la carta del partito per le prossime consultazioni elettorali insieme al segretario provinciale Paolo Botti. “Per le comunali riconfermiamo i sindaci che hanno ben governato” dichiara, prima di spiegarci la geografia, un po' complicata, delle coalizioni. Chiaro però, che per essere ricandidati, gli attuali primi cittadini di centrosinistra devono aver fatto un buon lavoro, “soprattutto essere stati capaci di aver tenuto in cinque anni, una maggioranza coesa”.
Non è semplice comunque districarsi fra le liste. “Votiamo in 35 comuni su 48” spiega Botti, paziente “E per la maggior parte sono liste civiche in cui il Partito Democratico fa solo da perno”. Sono liste trasversali, insomma, nelle quali più che i partiti contano le persone. Naturale, si dirà, sono comuni sotto i 15 mila abitanti, alcuni di gran lunga sotto i mille. Turno unico, niente ballottaggio.
“La lista civica è la forma migliore di aggregazione, in questi casi” continua Botti, “Perchè prende in considerazioni soprattutto i problemi reali e specifici dei paesi e delle frazioni ed è composta da elementi in grado di apportare in tal senso la loro professionalità”.
E magari capita di imbattersi nel presidente della locale ProLoco o nel presidente Avis che si occupa di volontariato. Liste fatte da persone concrete, insomma. Spiegata così, la ragnatela delle comunali piacentine, sembra un diagramma pulito di forze perfettamente calibrate.
In realtà, è meno semplice di quello che sembra riuscire a contattare i candidati. “In alcuni casi c'è l'appoggio "ufficiale" del Pd, in altri casi un sostegno ben meno evidente. In alcuni casi si è chiusa la partita candidatura e liste, in altre realtà ancora no” spiega Matteo Bongiorni, addetto stampa del Partito Democratico.
Eravamo rimasti alle ricandidature. “Certo” continua Paolo Botti “ricandidiamo i sindaci al primo mandato”. Non tutti però, ci sono due eccezioni: “Castell'Arquato, che è stato commissariato lo scorso agosto dopo il forfait del sindaco del Pd” e Travo, fuori dalla lista delle riconferme. Qui, “La maggioranza è molto sfrangiata, si sono dimessi quasi tutti e il sindaco ha cambiato quattro volte il suo vice”. Insomma, il Partito Democratico non ci tiene affatto a fare brutta figura. E dove non può riconfermare, rimpiazza. “Ci sono molte candidature nuove” assicura con un sorriso il segretario provinciale.
Non è semplice comunque districarsi fra le liste. “Votiamo in 35 comuni su 48” spiega Botti, paziente “E per la maggior parte sono liste civiche in cui il Partito Democratico fa solo da perno”. Sono liste trasversali, insomma, nelle quali più che i partiti contano le persone. Naturale, si dirà, sono comuni sotto i 15 mila abitanti, alcuni di gran lunga sotto i mille. Turno unico, niente ballottaggio.
“La lista civica è la forma migliore di aggregazione, in questi casi” continua Botti, “Perchè prende in considerazioni soprattutto i problemi reali e specifici dei paesi e delle frazioni ed è composta da elementi in grado di apportare in tal senso la loro professionalità”.
Riconfermiamo i sindaci che hanno dimostrato capacità e hanno saputo tenere una maggioranza coesa |
E magari capita di imbattersi nel presidente della locale ProLoco o nel presidente Avis che si occupa di volontariato. Liste fatte da persone concrete, insomma. Spiegata così, la ragnatela delle comunali piacentine, sembra un diagramma pulito di forze perfettamente calibrate.
In realtà, è meno semplice di quello che sembra riuscire a contattare i candidati. “In alcuni casi c'è l'appoggio "ufficiale" del Pd, in altri casi un sostegno ben meno evidente. In alcuni casi si è chiusa la partita candidatura e liste, in altre realtà ancora no” spiega Matteo Bongiorni, addetto stampa del Partito Democratico.
Eravamo rimasti alle ricandidature. “Certo” continua Paolo Botti “ricandidiamo i sindaci al primo mandato”. Non tutti però, ci sono due eccezioni: “Castell'Arquato, che è stato commissariato lo scorso agosto dopo il forfait del sindaco del Pd” e Travo, fuori dalla lista delle riconferme. Qui, “La maggioranza è molto sfrangiata, si sono dimessi quasi tutti e il sindaco ha cambiato quattro volte il suo vice”. Insomma, il Partito Democratico non ci tiene affatto a fare brutta figura. E dove non può riconfermare, rimpiazza. “Ci sono molte candidature nuove” assicura con un sorriso il segretario provinciale.