«Il protagonista di questa campagna è il Pd, i candidati vengono dopo»
Parla a "il Piacenza" Paolo Botti, segretario provinciale del Pd e candidato per le Regionali. «E' la mia prima candidatura», sorride. «I personalismi devono essere messi da parte - dice -, al centro c'è il partito e il suo progetto». La sua ricetta per l'Emilia: «Ricerca, innovazione e conoscenza»
Botti, a sinistra, con il presidente Errani
Sarà, la sua, una campagna itinerante, in giro per la provincia in camper. E' questo il segreto? Ascoltare, frazione per frazione, i problemi delle persone?
Sì, penso che non debbano esserci fuochi d'artificio, ma solo l'ascolto, l'impegno di cercare di essere presente in tutto il territorio. Proprio per questo sono voluto partire da qui, da un luogo sobrio come l'ostello don Zermani, con qualche amico. Anche questo è un segnale.
Su sponda Pdl, si veda l'abbandono di Francesconi e le punzecchiature continue con Pollastri, molta tranquillità non pare esserci. Sul vostro versante possiamo stare più sereni? Nessun colpo basso?
Io credo che farci la guerra tra di noi non abbia senso. I nostri avversari sono la Lega Nord, il Pdl e il centrodestra. Basta. In questa campagna sarà il Pd a essere al centro, con il suo progetto politico che sta andando avanti. Gli eccessi di personalismi non servono a niente: i candidati vengono dopo il partito. Io posso metterci solo la mia storia, le mie competenze, l'attenzione al lavoro e all'impresa che hanno sempre contraddistinto la mia esperienza personale.
Un giudizio sull'amministrazione Errani.
Sono i risultati di questi anni a parlare. L'Emilia Romagna è ai vertici in tanti settori, dal sostegno alle imprese all'innovazione, passando per l'ambiente. Quello di Errani è un progetto ambizioso, che sta dando i suoi frutti: un altro mandato consoliderebbe questi risultati.
Cosa vede nel futuro della Regione?
Vedo, con il Pd, l'Emilia diventare sempre più terra di ricerca, innovazione e conoscenza. Vedo puntare sempre di più sulle energie pulite e rinnovabili, e non sul nucleare o il carbone. Vedo una terra dove c'è coesione sociale.
Molta gente - vedi scandali giudiziari - si sta allontanando dalla politica. Forse anche questo spiega (anche nel sondaggio sul nostro giornale) il consenso crescente degli outsider, come il MoVimento 5 stelle di Grillo. Come fare per far riavvicinare le persone - e far riprendere fiducia - ai politici?
La ricetta è semplice: partecipazione. Con la gente più vicina agli organi decisionali. Far andare le persone nei circoli, far discutere, far scegliere i candidati, dare voce a tutti; commentare, attorno a un tavolo, con ogni punto di vista, i piccoli e i grandi problemi quotidiani. E' questo l'antidoto numero uno all'allontanamento dalla politica. E la scelta giusta.