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"Er Coraggiosa” insiste sulla cava di Albarola, Priolo: «Nessun abbattimento di alberi»

I consiglieri regionali Igor Taruffi e Federico Amico chiedono prove circostanziate da mettere a confronto con quelle della Buzzi Unicem che ha appena ottenuto il rinnovo della concessione per estrarre marna

«Come può essere stato autorizzato il taglio del bosco limitrofo alla cava di Albarola, considerato che “il procedimento per ottenere il Provvedimento autorizzatorio unico regionale e? appena iniziato?”». Lo chiedono i consiglieri di Emilia-Romagna Coraggiosa Igor Taruffi (primo firmatario) e Federico Amico in uno specifico atto ispettivo trattato nell’odierna sessione di lavoro della commissione Territorio, ambiente e mobilità presieduta dalla vicepresidente Nadia Rossi.

I consiglieri, a supporto del quesito posto, sollecitano la Regione a confrontare foto aeree e immagini satellitari con quelle fornite dalla società concessionaria e chiedono se “gli interventi di ripristino ambientale e di recupero dell’area di cava previsti nell’ambito della concessione ventennale, scaduta in data 19 luglio 2020, siano gia? stati completamente realizzati e, in caso contrario, se la Regione non ritenga opportuno condizionare l’ampliamento richiesto al ripristino ambientale preventivo dei lotti esauriti”.

La miniera di marna di Albarola, posta nel comune di Vigolzone al confine con quello di Rivergaro, fornisce materiale per il vicino cementificio di Vernasca, laIgor Taruffi-7 società che sfrutta il sito (la Buzzi Unicem) ha recentemente richiesto il rinnovo della concessione dopo che la precedente autorizzazione era scaduta nel luglio scorso.

Taruffi e Amico, nel ricordare come la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza verificando la documentazione ha segnalato ad Arpae (Sac) di Piacenza come tale documentazione risulti carente, tra l’altro, di un’adeguata documentazione fotografica che rappresenti esaustivamente l’attuale percezione dei luoghi rispetto all’ambiente circostante, informano come la miniera di Albarola, allo stato attuale, sia «per la gran parte occupato da aree di cantiere prive di copertura vegetazionale e ha chiesto quando e come ci sara? la valorizzazione e il recupero dell’area».

In fase di replica l’assessora all'ambiente, difesa del suolo e della costa, protezione civile Irene Priolo ha sottolineato come la vicenda della miniera Albarola sia particolarmente intricata e complessa, visto che l'attività si origina addirittura sotto la competenza di un Regio Decreto del 1920. «Con il nuovo regime amministrativo - spiega Priolo - che riguarda le concessioni minerarie viene data piena potestà ai Comuni e viene garantita una proroga dei precedenti termini fino alla conclusione del nuovo iter amministrativo che è il procedimento unico di Via». Per quanto riguarda le alberature, chiarito che, se ricadenti nell'area di miniera, possono essere rimosse, Priolo ha comunque riferito che «nei primi due mesi del 2021 non è stato registrato alcun abbattimento».

Per ciò che riguarda infine il ripristino delle aree, «questa attività potrà essere svolto una volta terminato il completo sfruttamento della miniera e «omunque - termina l'assessora all'ambiente - anche questo aspetto sarà disciplinato nei tempi e modi dalla nuova Via». Taruffi, dichiarandosi soddisfatto della risposta, soprattutto considerando la sedimentazione amministrativa generatasi su questa vicenda, rimarca l'importanza dello strumento della Valutazione di impatto ambientale di cui si sono dotate le Regioni per la definizione della compatibilità ambientale dei vari progetti pubblici o privati.

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