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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Esenzione del pagamento della mensa scolastica, serve l’Isee inferiore a 4300 euro

Passa in Consiglio la modifica delle tariffe. Rabuffi (Pc in Comune): «C’è da arrossire dalla vergogna per questo provvedimento». Attualmente sono 438 su 6mila i bambini esentati, 150 quelli che lo saranno anche in futuro»

L’ASSESSORE PAPAMARENGHI: «ECCO QUANTI SONO GLI ESENTATI»

A un duro Rabuffi ha risposto un Tommaso Foti (Fratelli d’Italia) piccato. «Rabuffi continua a spacciare un atto amministrativo antico per nostro. È ora di passare alla querela. È un falso anche il mancato pagamento dell’Imu. Questa storiella la sentiamo da tempo, mi sono stufato, è ora di preparare un esposto-denuncia per queste dichiarazioni. La variante è del 2008, chi presenterà la firma contro una nostra “speculazione” su Roncaglia sta firmando la sua autodenuncia. Legambiente quando vuole presenta le sue osservazioni, quando non vuole non lo fa e c’è malafede nelle parole di Rabuffi».

Jonathan Papamarenghi, assessore alla scuola da due mesi, ha difeso il provvedimento. «L’Amministrazione – ha spiegato - deve avere assolutamente fiducia nei confronti dei tecnici e dei servizi sociali. Non li bypassiamo con questo provvedimento, il loro ruolo è confermato. Il Comune non ha mai escluso nessuno dal servizio mensa, è una questione di carattere economico con cui si può però intervenire con altri strumenti adottati dai servizi sociali. Abbiamo 6mila studenti che frequentano il servizio mensa, 438 sono attualmente gli esentati. Quelli sotto la soglia che avranno garantito l’accesso gratuito al servizio mensa anche in futuro sono 150. Una fascia che fino ad oggi non presentava l’Isee. Il principio di equità viene garantito e confermato dal provvedimento, è un modo per responsabilizzare di più le famiglie da parte dei servizi sociali».

«Non si può caricare i bambini – ha protestato Giorgia Buscarini (Pd) - del percorso di responsabilizzazione. L’unico strumento che hanno i servizi sociali per aiutare i bambini è pagare la mensa al posto delle loro famiglie. Con questa decisione andate a colpire proprio i piacentini». «L’assessore non ha chiarito – ha punzecchiato ancora Trespidi -, questo è un passo indietro. Non si abbatte l’evasione, anzi, si rischia di incrementarla».

«Se non si dà una regolamentazione – è il parere di Filippo Bertolini (Fd’I) - il Comune rischia di essere la “cassa” di queste famiglie. Le parole dell’assessore mi hanno tranquillizzato, però diamo libertà di scelta su questo provvedimento». «Votiamo in parti separate il provvedimento – è il suggerimento non ascoltato di Roberto Colla (Piacenza Oltre) -. Riascoltare quando dice che i soldi dalla scuola al sociale. È uno spostamento di risorse tra gli assessorati. «La Lega dà libertà di scelta, ci sono state discussioni tra di noi» - ha espresso il suo malumore Lorella Cappucciati, che poi si è astenuta (mentre il collega leghista Di Corcia si è assentato dall’aula al momento del voto).

Un po’ stupita dal dibattito il sindaco Patrizia Barbieri. «È passato in commissione – ha detto il primo cittadino - con voto favorevole senza problemi, si poteva dirlo allora. Le indicazioni, prima di questo provvedimento, arrivano anche dai tecnici. Sono loro a dire che c’era dispersione e scarso controllo. Manca la responsabilizzazione delle famiglie, quella dei servizi sociali c’è già. Ma c’è gente che approfitta del servizio di refezione scolastica, abbiamo una discreta evasione delle rette. C’è chi fa il furbo e chi invece va aiutato. I servizi ci chiedono di dare le condizioni per verificare il bisogno o no. Deve passare il messaggio corretto, e non quello di Rabuffi».

«È evidente – ha concluso il capogruppo dem Stefano Cugini - che si è aperta una voragine, l’intervento di Papamarenghi ha tolto il velo sulla pochezza del provvedimento. Il sindaco sta cercando di mettere una pezza a qualcosa che è uscito in modo storto, un’altra falla». Il provvedimento è stato votate con il parere favorevole di tutta la maggioranza (tranne l’astensione di Cappucciati e l’assenza tattica di Di Corcia), contro la minoranza (non ha partecipato al voto Cugini).

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