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Ex mercato, Segalini: «O i pompieri alimentavano gli incendi invece di spegnerli, o tocca a noi demolire»

Il capogruppo della Lega: «La situazione in quell’area è da risolvere: o i pompieri alimentavano i fuochi "mettendo a posto tutto" o ci pensa il Comune con la demolizione». Giardino stigmatizza. Rabuffi: «Fa schifo quello che ha detto»

Non è nuovo a qualche battuta un po’ pepata – per le minoranze spesso «fuori luogo» - il capogruppo della Lega in Consiglio comunale, Carlo Segalini. Parlando della necessità di demolire nel più breve tempo possibile l’area dell’ex mercato ortofrutticolo, tra la stazione ferroviaria e il terminal dei bus, per una questione di sicurezza, l’alfiere del Carroccio si è lasciato a una dichiarazione che ha fatto storcere il naso ad alcuni colleghi. Com’è noto, le cronache cittadine negli ultimi anni si sono occupate dei numerosi incendi (il piromane che per mesi ha creato problemi in città è stato arrestato, ma altri sono stati provocati da senzatetto lì per trovare riparo e scaldarsi) che si sono verificati Carlo Segalini-7in questa zona.

«A Rabuffi non farà piacere quel che dico – ha spiegato nel suo intervento Segalini, presagendo già la reazione del collega della sinistra (che lavora nella Polizia Provinciale, nda) -. O i pompieri, invece di accorrere sugli incendi nell’area dell’ex mercato ortofrutticolo per spegnere gli incendi, li alimentavano, mettendo a posto tutto… O altrimenti bisognava intervenire noi come Comune…Per la qualità e la sicurezza della vita del quartiere». Una frase un po’ tranchant che non è passata inosservata.

Nel centrodestra Michele Giardino (Gruppo Misto) ha voluto prendere le distanze dall’affermazione. «Non commento la battutaccia del collega – ha aggiunto anche Luigi Rabuffi di “Piacenza in Comune” - fa veramente schifo quello che ha detto». «Non voglio commentare la parte di quell’intervento di Segalini - ha concluso Roberto Colla (Pc Oltre) - ma mi ha fatto male»

Segalini nel suo intervento ha avuto parole dure anche per Terrepadane, l’ex consorzio agrario che inizialmente era protagonista del progetto di riqualificazione dell’area, che attualmente vede impegnato solo il Comune. «Se aspettiamo Terrepadane per la demolizione, faccio in tempo a non vedere l’opera. Sono dei furbetti, prima dicono “sì”, poi “no”, poi “sì”. Se facessero degli incontri seri ed affidabili…».

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