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Fabio Callori (Fi): «San Damiano ai profughi? Hanno già fatto alcuni sopralluoghi»

Intervista al candidato di Forza Italia Fabio Callori, che riporta alcune indiscrezioni sul futuro di San Damiano. «La regione è sempre stata troppo Bologna-centrica. Mi batterò per renderla più equa e vicina al territorio. Forza Italia è ancora il perno della coalizione»

Fabio Callori, attualmente vicesindaco di Caorso, comune di cui è stato primo cittadino dal 2004 al 2014, è da qualche mese vicecoordinatore regionale di Forza Italia. Per lo stesso partito, ha deciso di candidarsi per il consiglio regionale dell’Emilia-Romagna nel collegio di Piacenza e provincia alle prossime elezioni Regionali del 23 novembre.

Cosa rappresenta “Forza Italia” per la sua storia politica?

Sono in “Forza Italia” dal 1995, poi sono entrato nel Pdl e ho accolto con favore il ritorno di questo partito. Per me ha rappresentato il primo approccio con la politica vera e propria, è sempre stata una realtà che mi ha entusiasmato, così come mi ha entusiasmato fin da subito la figura di Berlusconi, un imprenditore che ha voluto trasferire il modo di lavorare tipico di un’azienda alla politica, novità assoluta nei primi anni. Anche gli enti pubblici, a mio parere, devono essere delle grandi aziende gestite in modo manageriale, con una presenza costante degli amministratori. Sono sempre stato in Forza Italia per la voglia di rinnovamento che ha sempre voluto dare alla politica, per la sua voglia di combattere la burocrazia e di promuovere iniziative liberali.

Cosa l’ha portata a candidarsi per il consiglio regionale?

Ho scelto di candidarmi come consigliere dopo un’esperienza decennale da sindaco, grazie alla quale ho conosciuto tutti i settori della vita pubblica e amministrativa, prendendo contatto con la gente. Sono stato in questi anni anche presidente della consulta nazionale dell’Anci, ho approfondito temi nazionali e perciò voglio mettere la mia esperienza al servizio del territorio. Intendo cambiare modo di far politica in Regione: andrò sui mercati con la gente per confrontarmi, non mi chiuderò in una stanza e non perderò il contatto con i cittadini se sarò eletto in Regione, così come non l’ho perso da sindaco in questi anni. Voglio raccogliere tutti i problemi del territorio, delle persone, degli enti locali, alzare la voce a Bologna per dare un peso maggiore al Piacentino.

Ultimamente ha segnalato la volontà del governo di far diventare l’aeroporto di San Damiano un centro di accoglienza per i profughi…

Innanzitutto ribadisco che il tema della sicurezza, dell’ordine pubblico, del quieto vivere, è sempre stato un tema prioritario di Forza Italia. In tanti ne parlano, ma noi ci siamo da sempre. In tempi non sospetti abbiamo raccolto 5000 firme per l’allora ministro dell’interno Cancellieri su tre temi: certezza della pena, detenzione nel paese d’origine e alla permanenza in Italia dei soli immigrati provvisti di residenza e lavoro.  Sulla “vicenda San Damiano” posso dire che ho avuto incontri con persone che mi hanno edotto di quello che sta avvenendo: si sono infatti già svolti alcuni sopralluoghi ufficiali e ufficiosi da parte di diverse istituzioni per questo progetto. C’è la volontà da parte dell’Unione Europa di stanziare risorse a favore del nostro governo per ospitare i profughi nel “Villaggio azzurro” e a San Polo. Sta emergendo fuori sempre di più questa volontà non ancora del tutto dichiarata. Non si tratta – come ha detto qualcuno - di una bufala. Il Pd non ha smentito la cosa, hanno solo precisato che la colpa non è di Renzi, ma del ministero della Difesa: inoltre nessuno ha portato una documentazione certa che nega questa possibilità, nessuno a Roma afferma che San Damiano rimarrà un eccellenza in campo militare. L’onorevole Palmizio, coordinatore regionale di Forza Italia, ha fatto un interrogazione a settembre al riguardo e non ha ancora ricevuto risposta. La mia attenzione sarà alta su questo: avviserò i cittadini degli sviluppi e sarò al fianco di chi vuole impedire di trasformare un’eccellenza in un’area di degrado.

Un bilancio di questi anni di amministrazione Errani?

Dobbiamo sottolineare con forza che l’Emilia va al voto perché il presidente è stato condannato per una brutta vicenda: si parla di tutto meno che di questo. In 15 anni di giunte Errani ho seguito le vicende politiche durante i miei due mandati da sindaco. Siamo rimasti una regione Bologna-centrica, il potere è tutto accentrato nei dirigenti e il territorio non ha deleghe e non prende decisioni. Piacenza è stata svuotata in ogni settore: sanità, sicurezza, agricoltura, turismo, a favore di altre realtà come la Romagna.  Avremmo tutto: fiume navigabile, un’accogliente pianura, ottima gastronomia, belle montagne, ma non viene sfruttato quasi niente. Lo vediamo con il 118 e con l’ospedale di Fiorenzuola. Ci vogliono togliere quello che già abbiamo, io ancora nutro enormi timori sul futuro di questa struttura, così come del futuro dei presidi di Bobbio e Villanova. Si vogliono concentrare tutti i servizi, laddove già decidono tariffe e scelte. Il nostro territorio sa autogestirsi bene, è giusto che Piacenza possa dire la sua. Ci sono troppe decisioni e leggi regionali che cadono sulle teste dei piacentini. La regione deve avere le proprie competenze ma ascoltare i territori. Abbiamo cittadini che vanno a curarsi in altre province e regioni, c’è troppa mobilità, dobbiamo invertire la tendenza e far venire gli altri da noi, promuovere le nostre eccellenze, professionalità e delocalizzare ciò viene concentrato. Non ci vuole un solo pronto soccorso, non dobbiamo chiudere gli ospedali con pochi letti come Bobbio, che ha un interesse sociale in montagna rilevante. Abbattiamo gli sprechi e manteniamo i nostri presidi: io voglio battermi per una regione più equa e vicina al territorio.

M’impegnerò anche per modificare il Ticket sanitario: come amministratore ho sempre espresso differenziazioni per chi ha diversi figli in ogni servizio. Aggiungo che i cittadini che vivono al confine con altre regioni – quando non trovano nei giorni festivi farmacie aperte - vanno fuori per acquistare medicinali e pagano il prezzo dell’intero farmaco. Ci deve essere un impegno affinché si collabori tra regioni confinanti. Ci vuole una convenzione, una legge quadro per eliminare le differenze.

Ci vuole una legge sul lavoro, siamo una delle poche regioni che non ha una legge che regolamenti il mercato del lavoro: pochi dirigenti gestiscono fondi enormi. Pubblico e privato devono lavorare in futuro assieme, aprire un ventaglio per la gente che vuole entrare nel mercato. Bisogna eliminare la burocrazia per le aziende: prima si apre un’impresa, dopo si fanno pervenire le autorizzazioni.  Occorre dare incentivi per chi abbatte i costi di energia, che insieme al personale è la voce più considerevole dei bilanci di un’azienda. La regione deve promuovere l’energia pulita, e abbattere i costi usando il gas.

La regione può lavorare sui numeri di agenti di polizia municipale nei comuni: tutte le forze dell’ordine devono unirsi per fare prevenzione. Piacenza era una città tranquilla per tanti anni, ora è una di quelle con più criminalità. Le telecamere non servono se passa un incappucciato o una macchina rubata, per fare prevenzione occorrono più controlli nel territorio e accordi con società private. Non si può eliminare la delinquenza in un colpo solo, però possiamo ridurre i rischi.

Per quanto riguarda il dissesto idrogeologico, possiamo mettere insieme agricoltori ed enti pubblici per siglare protocolli al fine di fare pulizia nei corsi d’acqua minori, nei canali, nei torrenti. Questo comporterebbe senza nessun costo per il pubblico e benefici per l’ambiente. Purtroppo l’ambientalismo sfrenato negli ultimi anni ha bloccato tutti: ora dobbiamo mettere insieme pubblico e privato per non dover sostenere costi altissimi nella gestione dei dopo-alluvione. Fare prevenzione è la cosa più importante.

Cosa sta emergendo in questa ultima fase di campagna elettorale?

Molta gente non sa che si vota il 23 novembre, non c’è tanta informazione al riguardo. Tanti sono convinti che voteranno solamente gli amministratori locali, come capitato per le Elezioni Provinciali: addirittura mi chiedono se i seggi elettorali sono rimasti gli stessi o se non esistono più. Quello del 23 novembre sarà un appuntamento importante, per eleggere tra i candidati coloro che possono veramente fare la differenza. Non servono più comunicati stampi e interrogazioni in Regione fini a sé stessi, bisogna essere nei tavoli istituzionali a prendere decisioni. La gente è stanca di promesse, io ho deciso di metterci la faccia. Come ho fatto il sindaco per 10 anni prendendo decisioni chiari e forti. Il tour nei mercati lo farò anno per anno in tutte le piazze del Piacentino insieme alla gente e alle associazioni, perché la politica deve essere in mezzo alla persone. Io politica la faccio così: se verrà eletto qualcun altro, allora si continuerà con i comunicati stampa.

La coalizione di centrodestra punta a vincere: quando un presidente di Regione si è dimesso, ha sempre vinto la controparte. I tre partiti hanno a cuore determinati problemi comuni e valori legati al centrodestra. Forza Italia era, è, sarà sempre il perno della coalizione, tirerà il gruppo: tutti i partiti vivono momenti di alti e bassi in termini di voti, ma a Piacenza faremo un buon risultato e penso anche nel resto dell’Emilia Romagna.

Intervista a Fabio Callori (Forza Italia) - ©IlPiacenza

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