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Farmacie comunali, scontro tra l’organo di vigilanza e il Comune sull’ad Bisagni

L’avvocato Papa Abdoulaye Mbodj in commissione 4: «L’incompatibilità c’è e l’ho comunicata prontamente al Comune, ma non c'è stato alcun intervento risolutore». Trespidi intende rivolgersi a Procura e Anac per chiarire il contenzioso. L’assessore Passoni: «Il Comune non c’entra, è una questione del socio privato delle Farmacie Comunali»

Da una parte il parere dell’organo di vigilanza, che sostiene con certezza l’incompatibilità dell’amministratore delegato Mario Bisagni. Alessandra Ferrara e abdoulaye mbodj-2Dall’altra, il Comune di Piacenza che non si ritiene responsabile del controllo dei requisiti necessari per rappresentare il socio privato “Fda”. La questione delle Farmacie Comunali ha scatenato una vibrante polemica in commissione "4". La miccia è stata innescata dal consigliere di “Liberi” Massimo Trespidi, che ha chiesto di ascoltare a Palazzo Mercanti l’avvocato Papa Abdoulaye Mbodj di Lodi, organo di vigilanza di Farmacie Comunali. Il Comune detiene il 51% di Farmacie, l’altro 49% è del socio privato. Nel mirino di Trespidi la nomina del commercialista Mario Bisagni nel ruolo di amministratore delegato della società partecipata, ritenuto incompatibile in quell'incarico.

L’ex ad Luigi Francesconi aveva conferito l’incarico di redigere un rapporto sulle presunte incompatibilità di tutte le persone coinvolte nel nuovo Cda di Farmacie Comunali. A dirlo è lo stesso avvocato Mbodj, che ha ravvisato alcune anomalie dopo averci guardato dentro. «Francesconi – ha detto in aula Mboji – mi ha dato questo incarico lo scorso 7 maggio. Le mie valutazioni le ho fornite a lui e anche al Comune di Piacenza: ho notato alcuni problemi, e ho informato il vicesindaco Elena Baio e l’assessore alle partecipate Paolo Passoni a fine giugno». L’avvocato ha segnalato allo stesso Francesconi che anche lui, arrivato alla scadenza del suo incarico, avrebbe problemi di incompatibilità: uno è legato a un processo penale che lo riguarda per la sua esperienza da consigliere regionale (rimborsi). Nessun problema invece per il presidente Manuel Ghilardelli (Lega, sindaco di Ziano), né per Barbara Mazza (consigliere) e il revisore dei conti Alessandra Ferrara, tutti nominati dal Comune. Mbodj non nasconde che il nuovo ad – di nomina del socio privato Fda – inizialmente doveva essere Camillo Bisagni, che ha il 48% (del 49% totale) della società privata stessa insieme al medico Pierpaolo Gallini, che è l'ad della società in questione. «Camillo era il candidato in pectore, lo sapevo anche io. Poi però mi viene sottoposto il nome di Mario Bisagni, suo padre. C’è incompatibilità: perché Mario Bisagni è commercialista (anche se in pensione), non può fare l’ad. E la moglie del figlio ha delle quote della società». Durante la relazione in commissione dell’organo di vigilanza più volte l’assessore Passoni e il consigliere Trespidi hanno battibeccato a distanza polemicamente.

«Io ho fornito il mio parere da organo di vigilanza – spiega Mbodj -, per me Bisagni è incompatibile, così come altri rappresentanti del abdoulaye mbodj (2)-2socio privato. Per me è una presa in giro: Mario Bisagni ha potere decisionale in una società partecipata dove la cognata ha delle quote. È una spia che si è accesa e che ho segnalato prontamente. Ma per il Comune di Piacenza la questione è a posto, il problema è rimasto lì ed è passato del tempo. Ho aspettato che intervenisse l’ordine dei commercialisti per chiarire la situazione, potrei anche aver sbagliato nelle mie valutazioni, dopo di che penso che sia il caso di chiamare l’Anac, l’anticorruzione, perché per me l’incompatibilità c’è eccome». Il rappresentante di Liberi Trespidi ha chiesto di controllare i carichi pendenti e le condanne dei protagonisti della vicenda: «Qualcuno – è un’allusione raccolta solo dall’avvocato Mbodj – potrebbe avere qualche precedente e aver dichiarato il falso». Trespidi ha criticato anche il revisore dei conti di Farmacie, Alessandra Ferrara, nominata dal sindaco Barbieri. «Se io fossi il rappresentante del Comune, dovrei intervenire per segnalare il problema. Se non lo fa l’assessore alle partecipate Passoni e non lo fa lei, chi lo dice al sindaco?». «Ho il compito di controllare l’assemblea e il Cd’A e verificare periodicamente i conti della società», ha specificato il suo ruolo Ferrara.abdoulaye mbodj-4

«Per me e il Comune Bisagni – ha continuato l’assessore Passoni - poteva fare l’ad. La questione è tecnica, tanto che Bisagni ha chiesto un parere a un docente universitario che gli dà ragione. Come faccio da assessore a giudicare? Sono tranquillo del mio operato, se sarà dichiarato da un organo terzo compatibile, farà l’ad, se non lo sarà, deciderà se farsi togliere dall’albo dei commercialisti o rinunciare all’incarico. E poi non capisco come faceva l’organo di vigilanza a sapere prima i nomi dei possibili amministratori delegati». «No, la famiglia Bisagni aveva pure delle quote della società – ha detto Trespidi - non poteva ricoprire quell’incarico».

IL PD: «IL COMUNE NON HA CONTROLLATO»

L'opposizione in commissione ha ravvisato comunque il poco controllo dell'Amministrazione. La maggioranza, invece, non è d'accordo e Massimo Trespidi-15non ritiene responsabile di un omesso controllo l'assessore Passoni. «Qualche problema c’è – ha valutato Giorgia Buscarini del Pd - perché non si è controllato? Perché si è fatto finta di niente? È vero, spettava al privato fare il nome, però c’è una responsabilità politica di cui bisogna rispondere. Mi sembra grave che il Comune non si sia fatto sentire e abbia lasciato le cose così. E ricordo che Grisi aveva informato il sindaco Barbieri per tempo. “Cui prodest” ci chiede Passoni? Gli rispondo subito: al Comune di Piacenza! Mi meraviglio della gestione del problema: se Trespidi non avesse tirato fuori la questione non sapremmo nulla…». «Lo ritengo un clamoroso pasticcio – ha sintetizzato il capogruppo dem Stefano Cugini -, non una bella figura, ora occorre risolvere la situazione: andiamo all’Anac. Però i protagonisti della vicenda potevano farsi da parte con un po’ di dignità umana ed etica. In futuro – ha chiosato Cugini – non vorrei che il Comune poi ci dicesse che intende vendere una parte delle sue quote al socio privato…». «Il pasticcio c’è stato – ha rilevato Nicola Domeneghetti (Fratelli d’Italia) - ma è colpa del socio privato». «Non era competenza del Comune questo controllo», ha aggiunto Lorella Cappucciati (Lega) -. Il più critico sulla vicenda rimane Trespidi. «Trovo sospetto l’atteggiamenti di tutti, dal 30 maggio al 7 novembre il Cd’A non si è mai più riunito. Mi sembra strano. Passoni dice di non sentirsi coinvolto dal controllo. Ma se il socio privato indicava Totò Riina come ad, anche in quel caso il Comune non proferiva verbo?». Il consigliere di Liberi non molla. «Ecco cosa farò – ha concluso Trespidi -, scriverò alla Procura per far controllare il casellario giudiziario di tutti, presenterò un esposto all’Anac e chiederò un parere all’Ordine nazionale dei commercialisti».

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