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«È finita una stagione, Bonaccini non può essere il cambiamento»

Matteo Richetti, ospite in tv a La7, ha dato forfait alla Festa del Pd: a sostituirlo il consigliere regionale, e suo collaboratore per la campagna delle Primarie, Beppe Pagani

Matteo Richetti doveva essere l’ospite della quarta serata della Festa del Partito Democratico, per iniziare il dibattito tra i candidati alle Primarie del prossimo 28 settembre, ma per un impegno televisivo (ha partecipato alla trasmissione di La7 “In Onda”) ha declinato l’invito. È stato perciò intervistato dalla giornalista Marzia Foletti un suo collaboratore, il consigliere regionale Beppe Pagani. «Non mi appassiona – ha esordito Pagani - il dibattito per vedere chi è renziano della prima o della seconda ora. Io vi dico che Richetti ha 40 anni, è di Sassuolo, è sposato e ha tre figli ed è appassionato all’idea del cambiamento, non è appassionato a Renzi. Si candida per la Regione perchè non condivide alcune idee antiche e vuole rottamarle. Qua per trent’anni si è governato bene, e quando si governa bene è difficile staccarsi da un certo modo di fare. I nostri compagni di viaggio devono essere liberi dal passato. Bonaccini – qua Pagani lancia una frecciatina allo sfidante più temuto – farà più fatica a lasciarsi alle spalle questo. È finita una stagione: se Bonaccini si presenta con l’appoggio di tutti gli assessori della giunta Errani che hanno ostacolato Renzi all’inizio del suo percorso, non può certo essere il cambiamento».

«C’è tanta cassa integrazione – ha spiegato nel suo intervento Pagani - e abbandono scolastico: non basta più dire che siamo ancora tra le regioni con più benessere. Pensiamo ai 122mila giovani della nostra Regione che non vogliono fare nulla. Inoltre siamo gli unici su venti regioni d’Italia che non hanno mai pensato a istituire un fondo misto pubblico-privato per le imprese, perchè da noi si è preferito dare sempre fondi “a pioggia”. Nei prossimi cinque anni cambierà l’impianto istituzionale: le province si svuotano e la Regione dovrà gestire i rapporti tra enti locali e Stato, decentrando alcuni poteri e lasciando a Roma altre decisioni. Deve finire il balletto di responsabilità che si vede su diverse questioni. Ad esempio un obiettivo della Regione Emilia-Romagna, con Richetti presidente, sarà quello di dedicarsi al mercato del lavoro. Tra le cose da fare c’è poi la volontà di dare una bella sforbiciata ai costi della politica, a cominciare dagli stipendi delle partecipate». Infine, una parola per il premier Renzi. «Renzi è sicuramente dispiaciuto di perdere un collaboratore valido come Richetti a Roma, c’è un bel rapporto tra i due così come c’è con Del Rio, che viene dato sempre per uscente dal governo». E allo sfidante Bonaccini cosa augura? «Di continuare a fare il responsabile nazionale degli enti locali del Pd».

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