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Fondazione Teatri, il Cda passa a 5 membri: tre in rappresentanza del Comune

Approvate le modifiche allo statuto in Consiglio comunale. Oltre al sindaco, entra anche l’assessore alla cultura e un’altra persona a rappresentare l’ente comunale

Cambia lo statuto della Fondazione Teatri. Alcune importanti modifiche hanno ottenuto il “visto” da parte del Consiglio comunale di Piacenza. In particolare cambierà il Cda della Fondazione: da tre membri (presidente della Fondazione, rappresentante della Fondazione e un referente per Iren) a cinque membri che lo compongono, di cui tre espressione del Comune di Piacenza.

Ovvero il sindaco che rimane presidente, poi per la prima volta entrerà a fare parte anche l’assessore alla cultura – incarico attualmente ricoperto da Jonathan Papamarenghi – e anche da un altro rappresentante del Comune, che può essere – come non essere – un consigliere. «La presenza dell’assessore e di una persona in più di nostro riferimento – ha spiegato il sindaco Patrizia Barbieri nella seduta del 27 luglio - è per aumentare l’impegno del Comune di Piacenza nell’attività della Fondazione. L’iter era già partito a gennaio, poi il Covid ha interrotto tutto. Purtroppo non c’è qui tra noi Nelio Pavesi, che chiedeva proprio che il Comune fosse più presente nella Patrizia Barbieri-97gestione della Fondazione. Credo che approverebbe questa istanza». Perché inserire l’assessore alla cultura di Piacenza? «Può essere il legame tra la Fondazione e le realtà artistico-culturali – ha precisato Barbieri - che non hanno possibilità di dialogo. È un modo per creare sinergia territoriale tra le realtà». E poi vi è la possibilità di nominare un membro indicato dal Comune di Piacenza dalla durata di tre anni, con un solo rinnovo. «Può essere un consigliere comunale, ma anche una persona fuori da Palazzo Mercanti».

Accanto a questa modifica, viene anche “unificata” la figura del direttore. Prima vi era un direttore dei teatri e un direttore artistico. Ora il direttore sarà uno solo. «Anni fa – ha motivato questa novità il sindaco - si esternalizzava molto l’attività della Fondazione, come la lirica che era in carico alla Fondazione Toscanini. Quindi serviva un organo di controllo di queste attività. Ora vogliamo eliminare il direttore artistico. Il direttore dei teatri programma direttamente gli eventi, non esternalizza alcunché. Ovviamente risparmiamo anche».

Il Comune rimane il più grande sostenitore economico della Fondazione Teatri. Stacca ogni anno un assegno da un milione di euro per l’attività di Municipale, Filodrammatici, Teatini e San Matteo.

«I contributi dagli enti – ha rilevato Barbieri - sono diminuiti dal 2009 al 2019. Anche il Comune ha calato il suo stanziamento economico, ma perché arrivano più risorse dallo Stato. Perché una programmazione importante da parte della Fondazione vede aumentare la qualità e di conseguenza gli aiuti provenienti da fondi statali». Ma la Fondazione Teatri continuerà a gestire la lirica, la concertistica e la danza, non la stagione di prosa e teatro per le famiglie. Barbieri ha ricordato che la gestione diretta di tutte le attività porterebbe ad ottenere una minore contribuzione da parte dello Stato.

Il sindaco ha fatto un raffronto tra la situazione del 2009 e quella del 2020. Undici anni fa l’ente comunale metteva 1,4 milioni, la Fondazione di Piacenza e Vigevano 300mila, Enia (oggi Iren) 130mila, la Camera di Commercio 15mila e Confindustria 15mila. Attualmente il Comune stanzia un milione, la Fondazione 220mila, Iren 150mila e Confindustria 5mila, con la Camera di Commercio che dal 2012 non partecipa più a questo sostegno.

«Perché il Comune deve finanziare sé stesso in un altro ente – ha osservato Antonio Levoni, rappresentante di quei Liberali Piacentini da sempre molto critici nei confronti dell’attività della Fondazione, considerata un «carrozzone» - senza avere poteri decisionali e di organizzazione della cultura?». «70mila spettatori all’anno – ha fatto notare Lorella Cappucciati (Lega) - vanno a teatro, sono numeri considerevoli, c’è qualità e quantità a Piacenza. Nelio Pavesi in queste modifiche allo statuto ci credeva fortemente, voleva che nel direttivo della Fondazione ci fosse più partecipazione del Comune. Così il Comune avrà tre persone su cinque membri, la maggioranza». «Barbieri sta seguendo molto l’attività della Fondazione – ha preso la parola Francesco Rabboni (Forza Italia) - e dei teatri. Pavesi è il padre di queste modifiche statutarie, è un onore votare questo provvedimento». Il provvedimento è passato con 17 voti a favore, alle astensioni e non partecipazioni delle minoranze si è infatti aggiunti anche Levoni.

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