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Fornasari (Pc Coraggiosa) «Piacenza città universitaria? Carenza di alloggi e servizi»

«Più ombre che luci sulle ambizioni di Piacenza “città universitaria”, almeno sotto il profilo dell’offerta abitativa»

Sta crescendo, negli ultimi anni, l’impronta universitaria della nostra città. Con numeri certamente non paragonabili alle più consolidate realtà territoriali limitrofe, Parma e Pavia in primis, ma comunque di tutto rispetto: 4.200 studenti universitari (3.200 in Cattolica e circa mille al Politecnico), ai quali vanno aggiunti quelli del Corso di Studi in Infermieristica e del nuovo Corso di Laurea in “Medicina e Chirurgia” in inglese dell’Università di Parma, che in pochi anni è previsto possa contare almeno altri 600 studenti. «La gran parte di questi studenti universitari proviene da altre regioni, in larga misura anche dall’estero e se è aumentata in modo esponenziale la domanda di alloggi da parte degli studenti fuori sede a Piacenza, l’offerta è ancora davvero scarsa - spiega Alessandro Fornasari, candidato di Piacenza Coraggiosa - a fronte di una richiesta che supera le 2mila unità, nei collegi piacentini (Collegio Sant’Isidoro e Residenza Gasperini della Cattolica, Collegi Morigi e San Vincenzo, progetto di vicinato solidale di via Neve) per gli studenti universitari sono disponibili poco più di 450 posti. La Fondazione di Piacenza e Vigevano ha progettato di realizzare alloggi per studenti fuori sede nell’ex convento di Santa Chiara sullo Stradone Farnese, ma i tempi per la loro realizzazione (almeno tre anni) non ne consentono l’utilizzo a breve».

Centinaia di famiglie e di studenti provenienti da lontano, in cerca di una sistemazione dignitosa che consenta loro di frequentare in serenità i corsi universitari ai quali si sono iscritti, sono quindi costretti a rivolgersi al mercato immobiliare. Ma, come riportano le dichiarazioni rese recentemente da alcuni titolari di agenzie immobiliari, «a fronte di una grande richiesta, l’offerta è davvero poca. Gli appartamenti in affitto si misurano con il contagocce. Molti proprietari preferiscono lasciare l’appartamento vuoto piuttosto che affittarlo».

«Più ombre che luci sulle ambizioni di Piacenza “città universitaria”, almeno sotto il profilo dell’offerta abitativa - prosegue Fornasari - Una situazione che dovrebbe costituire una grande opportunità di sviluppo si sta invece rivelando la cartina di tornasole dei problemi strutturali del nostro territorio. Città universitarie non ci si inventa dall’oggi al domani. Chi doveva programmare non lo ha fatto o solo in misura inadeguata. Rattrista in modo particolare quindi la notizia emersa solo pochi giorni fa: “Edilizia universitaria: in Emilia previsti sei nuovi studentati”. Pare infatti che le università di Bologna, Parma, Reggio Emilia, Modena e Ferrara abbiano partecipato al 5° bando nazionale del Ministero dell’Università e della Ricerca (in attuazione della legge 338/2000) presentando sei progetti che prevedono la costruzione di altrettante nuove residenze universitarie destinate agli studenti fuori sede, per un costo complessivo che sfiora i 107 milioni di euro rispetto ai quali la quota di cofinanziamento chiesto al Ministero è di oltre 60 milioni. Il bando ministeriale - il cui fondo è pari a 470 milioni di euro di cui 300 del Pnrr - prevede l’erogazione di un contributo massimo del 75% da parte dello Stato sul costo complessivo dell’intervento finanziato».

«Come mai Piacenza non ha partecipato al bando? - chiede Fornasari - Non è forse vero che la carenza di alloggi per gli studenti rappresenta un serio motivo di freno per lo sviluppo dell’identità di Piacenza come città universitaria? Dispiace davvero registrare, una volta di più, la mancanza di riflessi delle nostre istituzioni su un argomento che riguarda l’offerta abitativa per gli studenti fuori sede, la capacità di Piacenza di competere con le città limitrofe sul versante dell’offerta universitaria e, più in generale, lo sviluppo socio-economico del nostro territorio. E’ evidente che su un tema così importante come l’offerta di servizi agli studenti universitari, presenti e futuri, la strada da percorrere è ancora tanta. L’auspicio è che il Comune, nei prossimi mesi, assuma il ruolo di promotore sul territorio delle strategie e delle iniziative necessarie affinché Piacenza assuma pienamente e concretamente il ruolo di città universitaria al passo con lo standard che le realtà limitrofe sono in grado di offrire».

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