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Forza Italia lancia un comitato contro il Referendum Costituzionale

Alcuni esponenti azzurri piacentini si batteranno convintamente per il "No" al referendum di ottobre: «Denunciamo l'illegittimità della riforma, non ci saranno contrappesi e sindaci e consiglieri regionali non potranno svolgere il loro incarico stando in Senato»

«Non è il comitato solo di Forza Italia, ma un “comitato del No”, aperto a tutti coloro che intendono farne parte». Così il partito di Silvio Berlusconi a livello locale s’impegna nella battaglia sul Referendum costituzionale del prossimo ottobre, lanciando la costituzione di un comitato impegnato per far prevalere il voto contrario all’importante passaggio referendario di ottobre. «Non è un comitato contro il centrosinistra – ha spiegato l’iniziativa Antonio Agogliati con il consigliere comunale di Piacenza Maria Lucia Girometta, l’assessore a Rottofreno e consigliere provinciale Paola Galvani, Valerio Sartori vicesindaco di Rottofreno, Adele Repetti di Coli, Carlo Mazzoni e anche il segretario dell’Udc Pierpaolo Gallini - e poi anche tanti di sinistra hanno detto che voteranno no. Abbiamo dato vita, su richiesta pervenuta da Roma, a un comitato per il No sul Referendum costituzionale. Ci sono diversi motivi per cui non vogliamo dare l’ok alla riforma licenziata dal Parlamento. In modo molto convinto, deciso ed energico, faremo la nostra campagna elettorale per il No. Come fanno a stare i sindaci e consiglieri regionali al Senato tre giorni a settimana? Le riforme vanno fatte bene: questa è stata sgangherata, impropria, come quella della Provincia. Il popolo non riesce a scegliere i suoi rappresentanti». I sindaci di Morfasso e Coli sono i primi ad accogliere la proposta di costituzione del comitato.

«Il 19 gennaio – ha aggiunto Girometta - un gruppo di onorevoli di tutto il centrodestra a Roma ha dato vita al primo Comitato per il No e sollecitato a costituirne altrove. Siamo perciò qui per denunciare l’illegittimità della riforma. Siamo qui per dire no all’arroganza di questo governo. Renzi vorrebbe comandare su tutto. C’è stata una debacle del Pd alle ultime elezioni, ma comunque emerge la loro volontà di egemonizzare tutto. Noi siamo fieri del nostro risultato in provincia e a livello nazionale a queste ultime Comunali, abbiamo vinto in comuni importanti. Molte persone mi sollecitavano a farlo: questo non è un comitato solo di Forza Italia, speriamo si allarghi. Da oggi in poi si faranno banchetti».

«Le ultime votazioni – è il pensiero di Adele Repetti, assessore del comune di Coli – sono state decisive per capire come è visto Renzi oggi nel Paese. Non si possono accettare questi sistemi dittatoriali. È un governo arrogante, questo è il momento giusto per costituire questi comitati e far raggiungere l’obiettivo di far decadere questo governo».

S’impegnerà per il comitato anche Pierpaolo Gallini dell’Udc, che non condivide la riforma. «Ho raccolto volentieri l’invito. Questo comitato dovrà diramarsi in tutti i comuni della provincia. È un dovere civico conoscere la portata della decisione di ottobre: si sta modificando una Costituzione – faro di democrazia copiata da tanti paesi – con delle forzature inaccettabili. Non è stata allargata la base del consenso e c’è stata una transumanza di oltre 200 parlamentari. Il Senato poteva essere soppresso e il meccanismo ora rischia di essere più complicato. I saggi riuniti dal quotidiano Il Fatto Quotidiano la pensano come noi e non sono una sacra alleanza contro Renzi. Ciò dimostra che le ragioni sono valide. La Costituzione era chiara e semplice a tutti i cittadini: ho letto il testo della modifica e lo ritengo un mostro dal punto di vista giuridico. Sono norme imposte che complicano la vita dei cittadini e la loro democrazia».

«Sono convinta – ha dichiarato Paola Galvani - che tutti gli italiani debbano dire no. C’è manipolazione della televisione nazionale sul tema. Il referendum sulle trivelle è passato inosservato perché il governo non ci teneva. Oggi non sappiamo ancora la data del referendum e la tv ci martella con pubblicità sul voto. Vengono passati messaggi sbagliati. Il nostro comitato deve cercare di dare informazioni a tutti i cittadini. I cambiamenti della riforma porterebbero solo dei danni ai cittadini italiani. Ci troveremmo davanti a un governo non più democratico. Non ci sarebbe più un contrappeso».

«Dobbiamo sensibilizzare i cittadini – è l’intervento di Carlo Mazzoni -. Non c’è il quorum da raggiungere, se vanno a votare in tre il Referendum passa lo stesso. Vengono toccati 40 articoli della Costituzione, è una riforma pesante. De Gasperi non parlò mai della Costituzione nei dibattiti politici, lasciò fare ai confronti. Diventerà difficile anche votare il Presidente della Repubblica, ci sarà un azzeramento delle deleghe delle Regioni non a statuto speciale: è stata una riforma politica. I cittadini non possono accettare questa carta».

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