Forza Nuova: «Piacenza è sempre più insicura»
Matteo Cordani: «A Piacenza vi sono una decina di ipotetici profughi, scappati alle forze dell'ordine, che si traducono in un costo economico, sociale, sanitario e sul piano della sicurezza per i residenti»
«Succede nei pressi del casello di Piacenza Sud, la scorsa notte, dove una ventina di iraniani probabilmente scaricati da un tir, hanno costeggiato a piedi il tratto autostradale. All'intervento delle volanti, sette persone vengono soccorse mentre le altre si sono dileguate». Lo afferma in una nota Matteo Cordani, coordinatore provinciale di Forza Nuova Piacenza: «Stiamo assistendo a ripetuti casi di allarme, oggi più che mai con una decina di clandestini di cui non se ne conosce l'identità, scappati a piedi nei campi del hinterland piacentino».
«Perché di clandestini si parla - continua Cordani - se fossero stati profughi non sarebbero entrati nascosti dentro un tir ma avrebbero seguito l'iter previsto dal Cpsa. In questi centri i migranti appena arrivati, oltre ai primi controlli sanitari, vengono fotosegnalati».
«Un caso analogo era già accaduto a Fiorenzuola circa un mese fa e sappiamo benissimo che lo stato di richiedente asilo comporta il diritto di potere impugnare gli eventuali dinieghi della Commissione Territoriale che decide sulla domanda davanti ai Tribunali e Corti d'Appello competenti quindi» evidenzia Cordani. «Fino all'ultimo grado di giudizio, il richiedente non perde questo suo stato».
«Per quanto riguarda l'ordine di espulsione scattato per i sette clandestini fermati il clandestino per poter essere espulso ha bisogno del passaporto o di un documento di identità equipollente e, nell'attesa di ottenerlo, viene sistemato nel centro di identificazione. Un processo difficile e spesso impossibile, con termini di legge che durano anche fino a 90 giorni».
«Fermo restando che oggi la clandestinità non è più un reato ma certamente viola una regola - attacca nella nota - sappiamo che da ieri attorno a Piacenza vi sono una decina di ipotetici profughi, scappati alle forze dell'ordine, che si traducono in un costo economico, sociale, sanitario e sul piano della sicurezza per i residenti. Quello che è peggio - conclude - è che tutto questo avviene a prescindere dall'impatto sui piacentini e con una sola pattuglia ogni 40.000 abitanti».