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«Quando un blitz per gli assenteisti con doppio o triplo lavoro?»

Il parlamentare piacentino Tommaso Foti (PdL) interviene alla luce della recente operazione antievasione della Guardia di Finanza. «Sono blitz fatti apposta per criminalizzare il popolo delle partite Iva»

«C’è uno Stato dove avviare un'attività imprenditoriale è più complicato che nello Yemen, dove il rilascio di un permesso per costruire la sede di un esercizio commerciale è più oneroso che in Kazakistan, dove registrare una proprietà porta via più tempo che in India, dove pagare le tasse è più complicato che in Burkina Faso, dove ottenere un credito è più difficile che nello Zambia, dove per far rispettare un contratto la giustizia ci mette più tempo che in Pakistan. Quello Stato è l’Italia, membro del G8 e stato fondatore dell'Unione Europea».

Lo sostiene il parlamentare piacentino Tommaso Foti (PdL). «Gli italiani sono un po' allergici al pagamento delle tasse? Certamente sì - afferma l’on. Foti - ma non sarà anche per il fatto che un cittadino deve dedicare ben 334 ore all'anno all'espletamento delle pratiche fiscali? In Inghilterra ne bastano 110, in Irlanda 76, e anche in Francia e in Svezia le ore da regalare al fisco sono più o meno le stesse che in Inghilterra».

«L'Italia è lo Stato - continua il parlamentare azzurro - dove a un piccolo o medio imprenditore ottenere tutte le necessarie approvazioni per costruire una struttura commerciale e allacciarla alle reti elettrica, idrica, fognaria e delle telecomunicazioni costa il 137,2 per cento del suo reddito annuale e il tempo di 257 giornate lavorative, quando in Germania le stesse operazioni gli costerebbero il 60 per cento del reddito annuale e gli prenderebbero non più di 100 giorni. Ma perfino in Eritrea e in Giamaica ci vogliono meno di 150 giorni, e perfino in Georgia o nelle Filippine si spenderebbe in proporzione molto meno».

«Gli imprenditori italiani evadono le tasse? Probabile e censurabile, ma non sarà anche perché - osserva l’esponente del PdL - vengono mediamente prelevati dal fisco più dei due terzi dei loro profitti (68,4 per cento), contro un terzo o meno della metà in paesi come Olanda (39,3 per cento), Islanda (25), Finlandia (47,7), Canada (43,6), Regno Unito (35,9) o Stati Uniti (46,3)?».

«Tutto si può sopportare in Italia - conclude il parlamentare piacentino - meno che uno Stato di polizia fiscale che attraverso blitz, più o meno spettacolari, vuole criminalizzare, a Piacenza come altrove, quel popolo delle partite Iva che solo perché non è parassita viene messo all’indice quasi fosse il responsabile unico di ogni forma d’elusione fiscale. A quando qualche bel blitz, magari proprio partendo da Piacenza, per combattere il lavoro nero, i doppi o tripli lavori di assenteisti professionali dal posto di lavoro?».

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