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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Iren, Foti (Fd’I) e Raggi (Idv): «Valutiamo la possibilità di vendere le quote»

La proposta dei due consiglieri è stata respinta dal vicesindaco Francesco Timpano: «Al momento la nostra partecipazione in Iren è strategica, è una società che investe sul territorio e ha 500 dipendenti»

«Nel caso in cui le alienazioni di immobili comunali – è l’ordine del giorno avanzato in consiglio comunale da Tommaso Foti (Fd’I) - andassero deserte, potremmo valutare di cedere la partecipazione del Comune in Iren. Renzi dice che non ci possono essere 6mila municipalizzate in Italia, perché non cediamo una parte della nostra partecipazione in Iren? Il comune un po’ le mani libere deve avercele, pensiamo a quanto successo con l’Ente Fiere. Anni fa sborsammo una bella cifra per farne parte, e ora Piacenza Expo presenta un bel passivo. La Provincia ha ceduto la sua partecipazione, dovremmo porci il quesito anche noi». Secondo l’ex onorevole sarà complicato reperire risorse dalla vendita di immobili in questo particolare momento di mercato. D’accordo, a prescindere dal risultato delle vendite di immobili, anche Samuele Raggi (Idv). «La nostra partecipazione in Iren è limitata e non garantisce un ruolo strategico nei vertici dell’azienda, né garantisce investimenti per il territorio. Inoltre la partecipazione, essendo Iren quotata in borsa, avrebbe un valore notevole in caso di vendita e potremmo fare investimenti. Prima con Iren avevamo a disposizione dividendi importanti, ora non è più così e oltretutto si fatica ad andare avanti se non si aumentano le tariffe».

«Teniamo conto che gli immobili – ha replicato il vicesindaco Francesco Timpano - possono essere valorizzati con la vendita o con la permuta. Dovrebbe valutare il consiglio se la partecipazione in Iren è strategica o no. Siamo in attesa di indicazioni dal governo centrale che ha promesso che si pronuncerà sulle partecipazioni. Con Cottarelli – commissario alla spending review - ho parlato recentemente e Piacenza non risulta avere un sistema di partecipazioni complesso. Quando parliamo di Iren, stiamo parlando di una società di 500 persone, che ha il suo impianto a Piacenza e dà valore al territorio. C’è un patto che assicura una rappresentanza del comune nel Cda molto superiore a quello che in realtà dovremmo avere. Ricordo a tutti che siamo vincolati a Iren per 20 milioni di azioni fino al 2017, per 4 milioni di azioni potremo invece discuterne quando lo riteniamo giusto. Per noi è ancora una partecipazione strategica. Parma è uscita dal Patto e venderà le sue quote, perciò avremo un ruolo più importante. Potremmo invece – è la proposta di Timpano - trasformare la partecipazione di oggi, in una futura società di partecipazione mista». 

«Rivedere la partecipazione del Comune – ha precisato la sua posizione Mirta Quagliaroli (M5s) - è meglio che svendere gli immobili comunali. Rimane il dubbio che il futuro socio privato della società mista sia già deciso: Iren. Su questo mi sorgono dei sospetti, non ci liberemo mai di questa società». Rocchi e Colla (Moderati) si sono astenuti. «Trovo scandaloso – ha detto in un comunicato Michele Bricchi (Pd) - che da parte di alcuni consiglieri comunali si proponga al Comune di Piacenza di vendere le partecipazioni in società come Iren e Seta, che da sole occupano qualcosa come 800 lavoratori. Detto che nel quadro attuale lo strumento della partecipazione funziona bene, ben venga infatti anche il ruolo di socio “socialmente responsabile” del Comune di Piacenza». Sul tema Carlo Pallavicini, da tempo ai ferri corti con la maggioranza, si è astenuto. «Si deve ritornare a fare uno studio dettagliato – ha motivato la sua scelta - su una cosa che è stata chiesta a gran voce in un referendum da milioni di italiani, Pd compreso, ovvero di gestire pubblicamente il servizio idrico».

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