Foti: «Nell’elettorato di Sforza molti volevano mandare un segnale ai partiti»
Il deputato Foti: «La situazione non è drammatica, ma ora è il centrodestra a dover fare la prima mossa. Sforza a sinistra non è mai andato, è da supponenti non confrontarsi con lui»
Fosse per Tommaso Foti e per Corrado Sforza Fogliani, il centrodestra si sarebbe presentato compatto già al primo turno, come cinque anni fa. Nei mesi scorsi però il deputato di Fratelli d’Italia non è riuscito a fare da “trait d’union” tra l’Amministrazione Barbieri e l’eminenza storica del centrodestra piacentino, che ha corso in autonomia raccogliendo l’8%.
- Deputato Foti, come legge i dati del centrodestra al primo turno?
Il risultato della coalizione risente del fatto che questa non era compatta, mi pare evidente. Una parte di elettorato dell’avvocato Sforza sarà anche stata sottratta all’astensionismo, ma non penso di sbagliare quando dico che, per la gran parte, sia un elettorato di centrodestra, che magari voleva proprio mandare un segnale ai nostri partiti.
- Vi siete sovrastimati parlando di vittoria al primo turno? Anche Giorgia Meloni voleva chiudere la partita subito…
Io non ne ho mai parlato e comunque non bisogna confondere una previsione con un auspicio. Anche qualcuno del centrosinistra avrà pensato di farcela al primo turno. Il sondaggio vero e proprio te lo dà sempre il pronunciamento degli elettori. Comunque la situazione non mi sembra drammatica. C’è un po’ un elemento sorpresa, anche a livello nazionale: la mancata partecipazione dell’elettorato della Lega. In tutte le città del Nord il Carroccio viaggia sul 6-7%. Devo supporre che ci sia stata una disaffezione di questi elettori, che possono però anche tornare al ballottaggio.
- Fratelli d’Italia al 12,7%, risultato più alto della sua storia a Piacenza. Ma puntavate a qualcosa in più. Lei stesso aveva parlato di 18% come obiettivo…
Qualche mese fa c’era un’aspettativa diversa. Il fatto di puntare alto era legittimo. Inutile nascondersi dietro ad un dito. Se una coalizione, invece che essere al 50%, è al 38%, significa che proporzionalmente abbiamo pagato tutti qualcosa.
- Ricucire con Sforza e i Liberali è una impresa impossibile? Cosa si può fare in queste due settimane?
Ho sempre sostenuto che si può anche “marciare divisi e colpire uniti”. È evidente che vi sia una "corrispondenza d’amorosi sensi" tra gli elettori di Sforza e quelli del centrodestra. Se non altro perché Sforza a sinistra nella sua vita non c’è mai andato. Dopo di che penso che gli elettori non si muovano a comando, ma sulla base di uno stimolo dovuto all’accoglimento di alcune istanze che vanno condivise.
- Lo stesso Sforza Fogliani sostiene che l’unica figura seria del centrodestra con il quale parlare e trattare è lei, Foti. Immaginiamo che però serva anche Patrizia Barbieri al tavolo delle trattative.
Rispondo per me stesso e di me stesso, non per altri. Si può anche raggiungere un punto di caduta tra le due parti: non cercarlo neanche mi sembra supponente. Adesso l’interesse maggiore ce l’ha il centrodestra, siamo noi a dover fare la prima mossa. Io la farei anche, non ho alcun problema. Ma non si tratta di fare solo un gesto, ma confrontarsi a viso aperto.
- Per il vostro partito i punti programmatici chiesti da Sforza Fogliani non sarebbero poi così indigesti. Si può convergere?
Sì, anzi, alcuni punti potevano integrare benissimo il nostro programma ed essere una bandiera del centrodestra. Non vedo delle grossi difficoltà.