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Gabbiani esce dal Movimento 5 Stelle: «Tradita la nostra missione, al Governo facciamo solo propaganda»

“J’accuse” dell’ex consigliere comunale, attivista grillino della prima ora: «Ai vertici arrivano solo “yes man” poco competenti, chi pone riflessioni e vuole entrare nel merito delle questioni viene accantonato. Da Piacenza non riusciamo a portare le istanze del territorio a Bologna, figuriamoci a Roma»

Con un paio di click ha annullato la sua iscrizione alla piattaforma “Rousseau”, poi ha fotografato la sua decisione e informato gli amici su Facebook con un breve messaggio: “Caro Movimento adieu”. Un’uscita non di poco conto dal Movimento 5 Stelle, perché Andrea Gabbiani, consigliere comunale dal 2012 al 2017 insieme a Mirta Quagliaroli e Barbara Tarquini, del Movimento è stato un attivista della primissima ora. «Dieci anni fa – ricorda lui stesso - ho creato insieme a pochi altri il Movimento in Emilia-Romagna e a Piacenza». Dopo il primo Vaffa Day, percentuali degne di nota ma non ancora eclatanti. Poi la crescita, e la conquista dei primi comuni – Parma su tutti -, fino al 10% alle Comunali del 2012, poi confermato nel 2017. Nel 2018, la nascita del primo Governo, con Giuseppe Conte premier e Luigi Di Maio vicepremier. Ma per Gabbiani, qualcosa è andato storto.

«PUGNI E DAGNINO IN GAMBA, MA NON CI ASCOLTANO NEANCHE IN EMILIA»

Il ragionamento che ha portato Gabbiani a uscire dai grillini è da considerare una riflessione solo “nazionale”. Gabbiani non ce l’ha con gli attuali eletti del Movimento nel Piacentino, anzi. «Seguo sempre il Consiglio comunale – puntualizza -, i consiglieri Andrea Pugni e Sergio Dagnino sono in gamba e stanno facendo una grande esperienza. Però sono lasciati soli e in futuro verranno accantonati». Come è successo allo stesso Gabbiani e a Mirta Quagliaroli alle consultazioni interne per le Politiche 2018. «Il nostro territorio – prosegue - poi è stato volutamente dimenticato rispetto al resto della Regione. I vertici sono concentrati su Bologna, Reggio e Modena».

«TRADITI I PRINCIPI DEL MOVIMENTO»

Perché è uscito? «L’ho deciso dopo aver constatato gli innumerevoli “tradimenti” del Movimento ai principi che ci eravamo dati». L’ex consigliere è un fiume in piena. «Abbiamo perso la nostra missione: informare i cittadini e farli partecipare alla vita pubblica. Qua si cambiano i programmi elettorali da un giorno all’altro, non si entra mai nel merito delle questioni. Mi sono girate le scatole quando ho saputo del “Decreto Sicurezza”. Gli emendamenti presentati dalle opposizioni sono stati tutti cassati, il Movimento non ne ha discusso manco uno in Parlamento. È un atteggiamento che condannavamo quando eravamo all’opposizione. Le stesse dinamiche della “vecchia politica” che criticavamo, le portiamo avanti noi come se nulla fosse. Con la differenza che gli altri partiti hanno almeno persone competenti e con esperienza che conoscono l’Abc della politica, i 5 Stelle no».

Durissimo l’attacco sulla scelta della classe dirigente. «Ai vertici arrivano solo “Yes man”, i preferiti dai “capoccia” di turno, si è persa la natura della partecipazione e così ho smarrito la voglia di darmi da fare, non ha senso. Chi pone riflessioni, viene messo da parte. Chi dice sempre “sì”, va avanti. Chi è tifoso, meglio ancora. Invece bisogna entrare nel merito dei problemi». Giudizio negativo sul Governo Conte. «Il Movimento è da diversi mesi al Governo e non ha portato niente di nuovo, siamo solo una “tifoseria”, facciamo propaganda e basta. Solo questo, niente sostanza, solo presidio dei media. Niente governo del territorio e del Paese. Da Piacenza non riusciamo neanche a farci ascoltare e portare le istanze a Bologna, figuriamoci a Roma. Di Piacenza al Movimento 5 Stelle non gliene frega nulla». «Il Direttorio – aggiunge Gabbiani - è una grande ipocrisia, ci si nasconde dietro un dito. E manca l’umiltà di dialogare con il Parlamento, che rappresenta i territori. Parlare solo attraverso la piattaforma Rousseau non serve, ci ha fatto smarrire l’ascolto del territorio».

«VOGLIO RIMETTERMI IN GIOCO DOPO QUESTA DELUSIONE»

Gabbiani ci ha riflettuto a lungo ma sembra ancora scosso da questa decisione. Il Movimento lo ha impegnato molto negli ultimi dieci anni. Non starà con le mani in mano. «Sto cercando una forza politica – confida - che potrebbe avere bisogno dell’esperienza che ho maturato in questi anni». Potrebbe essere il movimento dei sindaci di Federico Pizzarotti, primo cittadino a Parma? «Ho grande rispetto per la sua esperienza, ma assolutamente no». Gabbiani – sicuramente non riconducibile al mondo della sinistra del Movimento - non intende andare oltre su questo argomento, ma a IlPiacenza.it risulterebbe un possibile approdo nel partito di Fratelli d’Italia. «Dico solo che ho voglia di rimettermi in gioco, dopo questa delusione. Guarderò a chi darà la possibilità di crescere ed entrare nel merito delle questioni». Non resta che aspettare. Certo, la sua uscita dal Movimento, pone una riflessione importante a livello locale sulla natura di una forza di governo che a Piacenza non è riuscita mai a intercettare quel voto popolare – soprattutto a livello amministrativo – che altrove è una certezza da diversi anni.

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