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Galleria Ricci Oddi, Polledri: «Organizzazione da rivedere»

L’assessore alla cultura Massimo Polledri contesta i numeri e la gestione della Galleria d’arte Moderna: «C’è l’intenzione di rivedere i contributi del Comune»

È da rivedere e “correggere” anche il rapporto tra Comune di Piacenza e la Galleria d’arte moderna Ricci Oddi. L'ultimo di una serie di cambi di rotta della Giunta Barbieri. Lo pensa, e lo ha detto a chiare lettere, l’assessore alla cultura Massimo Polledri, che ha contestato in Consiglio comunale – durante la seduta del 9 aprile – l’attuale gestione dell’ente. Sollecitato da un’interrogazione di Roberto Colla (Piacenza Più, l’interrogazione è stata presentata insieme al collega Paolo Rizzi). «La Ricci Oddi è un fiore all’occhiello della cultura piacentina – ha detto Colla -, vanta numerose opere dell’800 e del ‘900. Va valorizzata e resa più attrattiva per i turisti». Polledri è stato molto più critico: per lui bisogna proprio dare un bel giro di vite alla Ricci Oddi. «Sarebbe opportuno convocare una commissione per precisare le nuove linee di indirizzo della Galleria. Dopo tre anni vanno aggiornate. La galleria ha ricevuto contributi dal Comune per 210mila euro nel 2012, 216mila nel 2014, nel 2015 e 2016 altri 200mila. Gli uffici avevano ipotizzato un contributo di 180mila euro per il 2018, ma l’Amministrazione sta pensando a una rivalutazione economica di questa cifra. Mi chiedo: la galleria è sufficientemente attrattiva? I numeri dei visitatori sono bassi: 12mila nel 2016, incassando solo 19mila euro. E nel 2015 con più visitatori si è incassato solo13mila euro. Una galleria d’arte moderna con questi numeri… Andate a vedere i numeri dello spazio espositivo di Palazzo Farnese e fate un confronto. La macchina organizzativa della Ricci Oddi funziona “al passato”. Nella gestione c’è uno scarso coinvolgimento dell’Amministrazione comunale che poi viene chiamata a rispondere delle decisioni». Polledri ha rincarato la dose. «È possibile che venda solo 2mila e 400 euro di pubblicazioni e basta?». I pessimi rapporti tra i due enti, a detta dell'assessore alla cultura, si sono visti anche per la candidatura di Piacenza Capitale della Cultura 2020. «Ci hanno dato risposte solo negli ultimi giorni precedenti alla presentazione del dossier». L’attuale Cd’A vede rappresentanti della passata Amministrazione, come Massimo Ferrari, nominato dall’ex sindaco Paolo Dosi. «Ricordo il primo mandato di Roberto Reggi – ha tuonato Polledri -, che vide il primo cittadino chiedere le dimissioni a tutti i rappresentanti nominati dal precedente sindaco Guidotti. Va detto che noi non le abbiamo chieste, abbiamo lasciato le persone che c’erano. Però ora non abbiamo rappresentanti diretti della nostra Amministrazione all'interno di un organismo come la Ricci Oddi».

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