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Gazzola (Idv): «Piano rifiuti, l'assenza del piano bonifiche è una grave omissione»

Il segretario provinciale: «Si tratta di una "dimenticanza" non di poco conto. Oltre a essere una violazione delle prescrizioni di legge, l'assenza del Piano bonifiche all'interno del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti si manifesta in realtà come un'omissione che impedisce nei fatti di intervenire sulle aree contaminate senza dover rincorrere le emergenze, o peggio, i decessi»

«Analizzando il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, approvato dalla Giunta da due settimane ma a tutt'oggi tenuto nascosto ai più, colpisce una grave omissione: non c'è traccia di una pianificazione degli interventi di bonifica delle aree contaminate, nonostante sia il D.lgs 22/97, sia il il D.lgs 152/06 prescrivano che il Piano delle bonifiche sia parte integrante di ogni Piano Regionale dei Rifiuti». Lo afferma, in una nota, il segretario provinciale Idv Luigi Gazzola.

«Nessuna menzione dei siti da bonificare presenti in Emilia Romagna - scrive Gazzola - e delle caratteristiche degli inquinanti, né dell'ordine di priorità degli interventi in considerazione della popolazione esposta, delle modalità di risanamento ambientale, della stima degli oneri economico-finanziari etc.: eppure nella parte quarta del D.lgs 152/06 è chiaramente prescritto che ogni  Piano Rifiuti contenga anche precise informazioni sui siti contaminati da bonificare».

E ancora: «Si tratta di una "dimenticanza" non di poco conto.  Oltre a essere una violazione delle prescrizioni di legge, l'assenza del Piano bonifiche all'interno del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti si manifesta in realtà come un'omissione che impedisce nei fatti di intervenire sulle aree contaminate senza dover rincorrere le emergenze, o peggio, i decessi».

«Perché questa omissione? Basta sfogliare i Piani Regionali di Gestione Rifiuti  già approvati da Regioni come Lombardia, Veneto e Toscana per verificare che in nessuno di questi manca la parte relativa alle aree contaminate da bonificare. Eppure ad oggi siamo a conoscenza di 523 interventi di bonifica in corso in Emilia Romagna - di cui 142 giudicati particolarmente critici - che rappresentano però solo un dato parziale di un quadro purtroppo molto più grave -  di cui non si conosce lo stato di avanzamento dei lavori né l'esito».

 Ma la politica dello struzzo non paga: se non si provvede a pianificare e procedere con continuità ad interventi di bonifica delle aree contaminate secondo chiari criteri di priorità, rischiamo di dover rivivere la tragedia delle morti  da esposizione all'amianto, a causa questa volta di  altri inquinanti.

Come riportato da alcuni quotidiani, nel 1996 in Emilia Romagna si registravano 73 casi di mesotelioma, mentre l'anno scorso ne sono stati censiti 2.334: bastano solo queste cifre per far riflettere sulla necessità di abbandonare ogni rinvio e temporeggiamento di comodo per adottare scelte finalmente chiare e tempestive, che tengano veramente conto della salute delle persone.

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