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Politica Gazzola

Gazzola, il Psc da 4 anni nel mirino della minoranza che contesta l’insediamento di nuove aree produttive

I motivi della contrarietà in una nota di Caccialanza, consigliere della lista “Vivere Gazzola”

Uno dei temi di politica amministrativa più dibattuti a Gazzola, comune che entro Giugno sarà chiamato al rinnovo del Consiglio comunale (nella nostra provincia unitamente ad Agazzano, Borgonovo, Cadeo, Cortemaggiore, Fiorenzuola, Gropparello e Rottofreno), è da tempo l’iter tuttora in corso del PSC, il Piano strutturale comunale che definisce la pianificazione territoriale e urbanistica ossia gli orientamenti generali che guideranno lo sviluppo urbanistico del paese nei prossimi vent’anni con riferimento alla qualità della vita, la crescita economica, sociale e culturale della popolazione.

Il piano è stato approvato con delibera di consiglio comunale del 20 aprile 2012 con i voti della maggioranza e la netta contrarietà della lista di minoranza “Vivere Gazzola” che da allora, nei vari passaggi amministrativi, è sempre intervenuta con gli strumenti concessi per chiedere - sino ad ora senza successo – restrizioni all’espansione urbanistica prevista dal PSC che punta a nuovi interventi immobiliari verso il territorio collinare vicino al Trebbia o il Luretta.

“La minoranza del consiglio comunale di Gazzola - si legge in una nota che ci è pervenuta a firma del consigliere Enrico Caccialanza – da quattro anni evidenzia come il territorio comunale sia un bene collettivo, non è, e non deve essere un valore di mercato, ma un bene da preservare, curare, gestire, difendere. Un ulteriore intervento “costruttivo” fra un parco e un territorio già ben attrezzato, può recare solo uno sviluppo effimero. C’è già una grande area a ingresso capoluogo con destinazione produttiva industriale - commerciale. Non sono il cemento e le aree industriali le sole portatrici di sviluppo, di economia, di occupazione e di crescita. Le colline sono sempre più un territorio molto delicato in termini di consumo e di uso, per cui è opportuno “migliorare” l’esistente e insistere sulle doti agricole e turistiche residenziali che già sono patrimoni del nostro comune.

Caccialanza analizza in particolare quanto previsto per la superficie, CASCINA RAVIOLA, una ex cavasituata ai confini comunali non lontano dal Castello di Rivalta e dal Parco Regionale del Fiume Trebbia. Si tratta della previsione di nuovi insediamenti già oggetto di una variante: i 35 ettari originali sono ora ridotti a 28,50

“Una destinazione d’uso a capannoni industriali - spiega Caccialanza - rischia di compromettere la possibilità di uno sviluppo turistico della zona; si tratta di un’area splendida per la quale la classificazione ad area produttiva prevista dal Piano Strutturale è assolutamente inadatta. Non ha senso creare nuove aree per edilizia produttiva in zone isolate, per di più nelle vicinanze dal castello di Rivalta e vicino al Parco del Trebbia”, zone che, conclude Caccialanza, dovrebbero, invece, essere valorizzate per uno sviluppo del turismo, obiettivo che non si raggiunge certo con la foglia di fico delle alberature previste dal PSC per mitigarne l’impatto dei capannoni nell’ex cava”.

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