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Ghilardelli (Lega): «Stop al falso made in Italy»

«La recente sentenza della Corte di Giustizia UE che boccia l’uso di simboli e immagini facilmente riconducibili a prodotti Dop non può altro che farmi piacere», afferma Manuel Ghilardelli, candidato della Lega alle elezioni europee nella circoscrizione Nord Est (Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige) del prossimo 26 maggio, «ma dimostra più che mai la necessità di prestare la massima attenzione a chi vuole in modo surrettizio sfruttare il nostro marchio italiano di eccellenza per arricchirsi e a chi in questi anni in Europa glielo ha permesso, mettendo il bastone fra le ruote alla nostra produzione di qualità mentre permetteva il diffondersi di fake products».  «La nostra economia – aggiunge il candidato della Lega - si basa anche su piccole realtà che portano avanti la propria attività da generazioni, producendo eccellenze che vengono esportate in tutto il Mondo. Oltre ai prodotti piacentini, che ben conosco, sto conoscendo più da vicino, in questi giorni di intensa attività elettorale, le grandi realtà produttive del nostro territorio. Mi riferisco ad esempio alle vongole allevate a Goro in provincia di Ferrara oppure ai duroni di Vignola in provincia di Modena. Sono prodotti che all’estero ci invidiano, ma che come molti altri soffrono politiche scellerate di un’Europa di burocrati che avvantaggia altri Stati a scapito dei nostri. La sentenza di oggi si incammina sulla strada giusta, ma non bisogna abbassare la guardia. Ne è un esempio l’ultimo caso di Italian Sounding con il sequestro di 7.560 confezioni di sugo “with Parmesan” dalle Filippine. E’ per questo motivo che ci candidiamo ad essere i paladini e difensori del nostro Made in Italy e dal 27 maggio, con la Lega primo partito, lo potremo finalmente fare in modo concreto».

La sentenza della Corte di Giustizia, che vieta l’utilizzo di simboli e immagini che facciano riferimento all’origine di un prodotto alimentare Dop in quanto può rappresentare un’illegale evocazione del marchio, offre ai 270 consorzi di tutela italiani un’opportunità per tutelare le proprie produzioni. «Quante volte – conclude Manuel Ghilardelli – ci siamo trovati sugli scaffali dei supermercati prodotti di dubbia provenienza che richiamavano gli stili, i nomi e i simboli di quelli italiani, cercando di sfruttarne il brand di qualità. Tutto questo è possibile perché i nostri produttori e prodotti non sono tutelati a sufficienza dall’Europa, che è più interessata a imporci la misura delle cozze che non a difendere le nostre produzione. Tutto questo deve finire e finirà dopo il 26 maggio con il voto alla Lega».

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