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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Rischi idrogeologici, «Normativa più flessibile e riclassificazione dei corsi d’acqua»

Argellati (Fi): «Permetterebbero di realizzare quegli interventi strutturali sui corpi idrici superficiali in grado di ridurre i rischi»

«La recente tragedia che ha colpito alcune zone delle Marche ci ha riportato alla mente quella altrettanto drammatica avvenuta esattamente sette anni fa nella nostra provincia, devastata da un’alluvione che costò la vita a tre persone causando anche ingenti danni. Si tratta purtroppo di eventi – commenta Gianluca Argellati, sindaco di Vigolzone e candidato per Forza Italia alla Camera - sempre meno eccezionali, influenzati dai cambiamenti climatici e spesso agevolati nel loro cammino distruttivo dalle caratteristiche geo-morfologiche dei corsi d’acqua, e da interventi non sempre ortodossi effettuati nel corso del tempo soprattutto a scapito di aree boschive. In questi ultimi anni, per mitigare il rischio di alluvioni, si è agito prevalentemente con interventi e misure non strutturali, attraverso mappature delle aree a rischio, pianificazione, sistemi di allertamento e monitoraggio e con campagne informative rivolte principalmente alle popolazioni che vivono nelle zone a rischio». «Quelli che continuano a mancare, invece, sono gli interventi strutturali preventivi, tutte quelle misure che permetterebbero di ridurre al minimo, e in alcuni casi anche di azzerare, il danno potenziale delle alluvioni. Parlo di argini, di casse d’espansione e di sbarramenti, ma anche di quegli interventi in ambito fluviale che in provincia di Piacenza non possono essere eseguiti - nemmeno dalle preposte realtà come i Consorzi di Bonifica - perché i corpi idrici superficiali sono classificati, nella quasi totalità, come “naturali”, identificazione che rende molto complesso ogni tipo d’intervento idraulico che non sia relativo alla rinaturalizzazione degli ambienti fluviali. Per questo ritengo necessario un intervento legislativo in sede parlamentare in grado di risolvere questo annoso problema attraverso una normativa più flessibile che, nel rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema fluviale, permetterebbe finalmente di realizzare quegli interventi strutturali sui corpi idrici superficiali tali da ridurre e da contenere notevolmente il rischio idrogeologico. Interventi, come nel caso della costruzione di piccoli invasi, che al tempo stesso servirebbero anche come supporto per l’attività agricola che, come noto, è ormai da anni alle prese con i difficili problemi legati alla siccità dei periodi estivi».

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