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Giardino: «Barbieri temporeggiò sulla zona rossa». La replica: «È senza argomenti»

Botta e risposta polemico sulla gestione della prima fase pandemica tra il consigliere e candidato del Terzo Polo e l’Amministrazione dopo l’annuncio dell’assessorato alla sanità

Michele Giardino all’attacco del sindaco Patrizia Barbieri. Il candidato consigliere (uscente) del Terzo Polo-Liberali Piacentini ha contestato l’annuncio del primo cittadino di istituire, se sarà rieletta, un assessorato alla sanità. «A cosa serva un assessorato comunale alla sanità – riflette Giardino - ovvero quali funzioni e che poteri possa svolgere un tale assessore resta un mistero. Per legge, il sindaco è il primo ufficiale sanitario della città. A lui tocca adottare le ordinanze necessarie a tutelare l’igiene e la salute pubblica. Da lui non dipende e non può dipendere la lista d’attesa in ospedale: esiste una Conferenza Socio-Sanitaria provinciale che esercita le funzioni di indirizzo, programmazione e vigilanza nei confronti dell'Azienda USL.

La proposta della sindaca Barbieri, però, lascia alquanto perplessi soprattutto se ci si sofferma a ricordare il suo contegno politico, all’inizio del 2020, al manifestarsi del primo focolaio covid italiano, a Codogno. Mentre una severa zona rossa chiuse, anzi serrò immediatamente la cittadina lodigiana, noi a Piacenza temporeggiammo, miopi nel non vedere e nel non prevenire i rischi che una tale vicinanza geografica avrebbe comportato per il nostro territorio. In quei giorni cruciali, la nostra sindaca non si pose a capo della sua comunità in modo deciso e, mi si consenta il termine, battagliero. Scelse di accodarsi alle decisioni che Regione, Prefettura e Ausl locale decisero di prendere volta per volta. Addirittura, in una occasione (24 febbraio 2020), lasciò che fosse l’allora ministro dei Trasporti, De Micheli, a svolgere di fatto la funzione di sindaco: “A Piacenza non c’è un focolaio autonomo. Per ora nessun blocco”, disse il membro del governo. E lei tacque anche in quella circostanza. La storia ha dimostrato che quel tentennamento fu deleterio per Piacenza. Un sindaco denuncia i pericoli, un sindaco grida i rischi, un sindaco pretende misure di protezione. Perché un sindaco si preoccupa di vedere oltre la contingenza.  È nei passaggi difficili, nei momenti delicati, nelle emergenze di una comunità – come nel 2020 a Piacenza – che un sindaco deve essere e deve fare il Primo Cittadino. Primo Cittadino nel senso di comandante supremo. È proprio in quei frangenti che ha il dovere di porsi alla testa dei suoi uomini e delle sue donne e esigere, anche battendo i pugni e alzando la voce, misure eccezionali di difesa del suo popolo. Anche a costo di combattere senza successo. I cittadini apprezzano comunque un sindaco che lotta per loro, per la loro sicurezza. Con lei ciò non accadde. In lei prevalse la logica impiegatizia che ha caratterizzato l’intera sua amministrazione: attendiamo istruzioni. Il successivo 8 giugno 2020, dopo mille morti, l’allora direttore generale dell’Ausl Piacenza, Baldino, venne in Consiglio comunale: la mia invettiva per tutti gli errori e i ritardi a lui imputabili è ricordata ancora oggi; la difesa d’ufficio che, invece, la sindaca si preoccupò di imbastire in favore del capo dell’azienda sanitaria è stata dimenticata. Non da me. Perciò questo assessorato comunale alla sanità, proposto oggi, fa ridere amaro».

BARBIERI: «DA GIARDINO UN CINISMO CHE SI COMMENTA DA SOLO»

Non tarda la replica del sindaco Patrizia Barbieri alle parole e alle accuse rivolte dal consigliere Giardino in merito alle prime fasi della pandemia. «Il contegno politico del 2020, che il consigliere Giardino mi attribuisce, ha permesso la piena tutela della salute pubblica dei piacentini, visto che al manifestarsi del primo focolaio Covid a Codogno, in quel tragico 21 febbraio, pur in assenza di provvedimenti sanitari dal parte dell'Ausl, decisi di emettere immediata ordinanza (ordinanza n. 103 del 22/02/2020) di chiusura delle scuole, dei centri diurni per anziani e per disabili. E fummo il primo capoluogo a disporre questo provvedimento, mentre tutti gli altri attesero le decisioni del Governo prima di agire».

«Dovrebbe ben sapere l’aspirante consigliere dei Liberali Piacenza – continua il primo cittadino – che la zona rossa veniva disposta solo dal Governo centrale laddove fossero rinvenuti focolai autoctoni, come rispose l'assessore regionale alla sanità Donini, al quale il 22 febbraio - e cioè il giorno dopo la certificazione dei primi casi a Codogno - chiedemmo l’adozione di tale misura per Piacenza. E come confermò l'allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sia in un'interlocuzione in call con la sottoscritta sia nella sua successiva visita in città».

«Il Sindaco, e non altri – continua Patrizia Barbieri – si è assunta la responsabilità di tali decisioni, quando ancora non vi erano provvedimenti sanitari che disponevano al riguardo. I fatti, e non le parole al limite dell'insulto del consigliere Giardino, dimostrano l'intensa attività a tutela dei piacentini che venne resa nel periodo del Covid, anche quando la sottoscritta era malata e pesantemente colpita dal virus. Anche in quel periodo non si è mai abbassata la guardia, mettendo al primo posto la tutela dei piacentini e della loro salute. Una condotta lineare, corretta e trasparente, che ha permesso anche alla nostra città, diversamente da molte altre, di non essere soggetta ad indagini anche penali sulla gestione della pandemia».

«Nel mio ruolo di Sindaco e Presidente della Provincia – aggiunge Barbieri – ho avuto l'onore di lavorare a stretto contatto con tutti i colleghi Sindaci del piacentino, molti dei quali colpiti dalla malattia, e piangendo tra loro anche una perdita (il compianto amico sindaco Giovanni Malchiodi). A fronte di tutto ciò, il bieco cinismo e la totale mancanza di rispetto, non tanto nei miei confronti ma dei piacentini tutti e della loro sofferenza, ci conferma come Giardino abbia ormai abbracciato posizioni del tutto inconciliabili con il nostro sentire e con i valori che ci guidano nel nostro impegno ad amministrare questa comunità».

«Prima in Italia nel prendere provvedimenti di chiusure a tutela della salute pubblica assumendosene in toto la responsabilità anche senza disposizioni dell'Ausl o del Governo; prima nell’adottare provvedimenti di emergenza per fronteggiare i problemi che andavano dal fronte sanitario a quello sociale ed economico; prima anche nel fare da collettore delle istanze non solo della sua città ma anche di tutta la provincia. Questo ha fatto Patrizia Barbieri in quei drammatici momenti dell'emergenza sanitaria, e leggere oggi chi, seppur nella foga della campagna elettorale, punta il dito contro il suo operato, dimostra la mancanza di argomenti di certi personaggi che mai hanno offerto il proprio apporto in quei frangenti, nei quali proprio la fermezza del nostro Sindaco ha permesso di realizzare quello che da molte parti è stato definito positivamente come “sistema Piacenza».

PAPAMARENGHI E SGORBATI: «UNA STRUMENTALIZZAZIONE»

«Siamo onorati – intervengono anche gli assessori Jonathan Papamarenghi e Federica Sgorbati - di aver avuto la possibilità di aiutare Patrizia Barbieri, per quanto abbiamo potuto, anche in quei duri giorni in cui il virus ha colpito anche lei, mentre ci rassicurava circa il suo impegno in prima linea nell'affrontare l'emergenza e tutelare i piacentini. Mai un solo minuto è venuta meno al suo ruolo ed al presidio su ogni fronte, non sottraendosene mai, nemmeno durante la malattia e la quarantena. Un ruolo che, nel dimostrare l’estremo amore ed abnegazione per la città e i piacentini, ha permesso di contenere la pur già pesantissima mannaia della pandemia, con una determinazione ed una visione che ha fatto da collante sul territorio, anche assieme agli straordinari sanitari piacentini ed alle diverse realtà che si sono attivate. Tra i tantissimi riconoscimenti pervenuti, ci piace ricordare quello portato dal Generale Sergio Santamaria che in un gremito Palazzo Gotico ha ricordato a tutti gli alpini presenti “quanto ha fatto e quanto è stato indispensabile questo sindaco, questa donna, per Piacenza durante la pandemia”. Ecco, a fronte di chi oggi mancando di rispetto a chi ha combattuto una guerra così cruenta, e magari non c’è neanche più, strumentalizza temi sui quali dovrebbe esserci solo lavoro e raccoglimento, noi invece vogliamo dire una volta di più grazie a Patrizia Barbieri, che è stata esempio encomiabile di come si comporta una vera donna delle istituzioni anche nei momenti più duri della storia».

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