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Gilda insegnanti: «Difendiamo la scuola dal Pd, reagire con l'arma del voto anche alle comunali»

Dal sindacato l'invito a non votare il partito di Renzi alle amministrative

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di IlPiacenza

I docenti italiani hanno subito un attacco senza precedenti dal partito di maggioranza, il Pd. Gli insegnanti, le loro famiglie e tutti coloro che vogliono bene alla scuola non possono esimersi dal reagire, l'arma del voto ci sembra quella più democratica per farlo, ci dispiace per i candidati locali del Pd che forse nulla determinano a livello nazionale, ma il dissenso deve partire dal basso in termini di consensi elettorali: il coordinatore della Gilda di Parma e Piacenza, Salvatore Pizzo, invita i cittadini dei comuni piacentini interessati dalle elezioni comunali a non esprimere i loro suffragi a quegli esponenti del Pd, candidati alle comunali, che non scelgono di dissociarsi pubblicamente dal violento attacco sferrato agli insegnanti italiani, chiamato furbescamente "Buona Scuola". Si rivolgano ai loro capi per far cambiare queste regole tiranniche che hanno varato. La pseudo "Buona Scuola" è una legge balorda che prevede l'instaurazione della dittatura nelle scuole, scardina il principio dell'imparzialità della pubblica amministrazione, rimettendo alla volontà di un singolo (il dirigente scolastico che risponde ad organismi di nomina politica) la decisione dei criteri per le assunzioni, novità tristi che saranno portatrici anche di inevitabili casi di corruzione e clientelismo. Il Dirigente scolastico a sua discrezione deve assegnare bonus economici ai docenti che ritiene insindacabilmente "meritevoli". Gli insegnanti di ruolo per vedersi rinnovato l'ingaggio, di durata triennale, saranno facilmente ricattabili. La legge prevede anche di licenziare d'ufficio tutti coloro che per oltre 36 mesi sono stati sfruttati con contratti a temine. Il fatto che si tratti di un peggioramento del sistema, lo si percepisce anche dall'"obolo" che anche le scuole piacentine continuano a chiedere alle famiglie sotto forma di "contributo volontario", soldi che invitiamo a non versare perché i cittadini già pagano le tasse per l'istruzione dei loro figli.

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