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Giovani, i dubbi di “Pc Coraggiosa” e “ApP” sulla classifica del Sole

La lista a sostegno di Tarasconi e la coalizione di Cugini commentano il 1° posto di Piacenza nella classifica del Sole

Piacenza al primo posto, secondo Il Sole 24 Ore, nella classifica della qualità della vita in Italia per la fascia d'età 18-35 anni. La graduatoria, pubblicata questa mattina dal quotidiano economico e presentata al Festival dell'economia di Trento, fa discutere alcune forze politiche e civiche. 

PIACENZA CORAGGIOSA: «PRIMO POSTO PER I GIOVANI SOPRATTUTTO GRAZIE AI MIGRANTI. PECCATO CHE LA SINDACA OMETTA DI DIRLO»

«È quantomeno originale l’approccio della sindaca uscente sulle classifiche redatte dal Sole24ore, usate à la carte a seconda della convenienza. Se oggi magnifica il primo posto di Piacenza nella qualità della vita dei giovani, risultato che dipende in gran parte dall’apporto dei migranti, come spieghiamo in seguito, non abbiamo letto commenti – per esempio - sulla classifica della qualità dell’aria redatta dallo stesso quotidiano nazionale. Forse perché ci pone al 99esimo posto su 107 capoluoghi di riferimento?». Così Piacenza Coraggiosa, ecologista e solidale commenta le affermazioni della sindaca rispetto alla classifica uscita sul quotidiano di Confindustria. «Abbiamo la percezione di vivere in un’altra città. Una città in cui i giovani chiedono spazio, ascolto e cogestione. Invece, guardando i criteri, vorremmo condividere alcune puntualizzazioni che speriamo la destra sappia far proprie soprattutto quando parla di cittadini stranieri in modo sferzante, utilizzati per scalare classifiche nazionali ma che qualcuno della coalizione che sostiene la sindaca vorrebbe addirittura escludere dall’assegnazione delle case popolari. Sono 3 gli indici in cui Piacenza viaggia nelle parti alte di classifica: il saldo migratorio (secondi in Italia), grazie agli stranieri che cercano qui un futuro migliore; la bassa età media al parto, dove si osserva una netta diminuzione dei nati con entrambi i genitori italiani e un aumento esponenziale di quelli con almeno un genitore straniero (1 su 2, dati Regione Emilia-Romagna) e le aree sportive, un lascito del passato, perché non si ricordano investimenti significativi dell’attuale amministrazione. Altri due indici (laureati e disoccupazione) sono una manna per la classifica ma l’algoritmo del Sole24ore ha fatto una media “in base ai dati medi nazionali e ai dati delle province vicine” perché non recuperati dal quotidiano. Si tratta della media dei laureati 25/39 anni e soprattutto della disoccupazione giovanile che il Sole24ore non recepisce, ma che – in realtà - risulta al di sotto della media: A Piacenza si registra un calo del tasso di occupazione che nel 2020 è pari al 68,8% e la crescita di quello di inattività che arriva al 27%”, si legge nel rapporto Ires 2021. La cosa più coerente che la sindaca dovrebbe fare è ringraziare chi scappa da fame e conflitti e sceglie Piacenza per rifarsi una vita, trovando ascolto nell’ambito sociale ma troppe chiusure da parte dell’amministrazione in carica, che speriamo per i giovani lo sia ancora per poco».

APP: «LA CULTURA FUORI DAI PARAMETRI, UNA STATISTICA DISTORTA CHE NON HA COINVOLTO I DIRETTI INTERESSATI»

«Ci mancava solo di scoprire – commenta anche “Alternativa per Piacenza” - a pochi giorni dalla campagna elettorale che Piacenza è una città per giovani. I giornali economici, questa è la volta del Sole 24 Ore, amano molto le classifiche, che però danno spesso in pasto a un pubblico di lettori esperti, con gli strumenti per interpretare i dati. Il problema è quando questi studi vengono riassunti in titoli a effetto che stravolgono la realtà alla gente comune, quella che non occupa il giorno a controllare l’andamento dei mercati finanziari sul quotidiano. Ebbene, premesso che faremmo i salti di gioia se fosse vero, ma la realtà è sotto gli occhi di tutti, mettere Piacenza al primo posto per la qualità di vita dei giovani 18-35 anni ha un che di presa in giro. Prima di tutto i parametri utilizzati: zero considerazione per il tasso di occupazione lavorativa, che pure qualche importanza dovrebbe averla; niente di niente sul rapporto verde pubblico/giovani, sul numero di alloggi disponibili per gli universitari, quello di biblioteche e musei. Spazio invece alla concentrazione di bar e discoteche e agli acquisti on-line. Il paradosso si raggiunge infatti quando logistica e e-commerce, appunto, con tutto il carico dei problemi ambientali e sociali che producono, diventano magicamente un fattore positivo, in grado di determinare un “ambiente” e uno stile di vita positivo per i giovani, in una sorta di eterogenesi dei fini. Gran cosa il divertimento e il carrello virtuale da riempire davanti al monitor del computer, ma ergerli a indicatori, disinteressandosi invece di cultura, educazione, lavoro, insomma…bene, ma non benissimo. Non foss’altro che poi scopri che Piacenza è al 42° posto per la qualità della vita degli anziani e addirittura al 75° per quella dei più piccoli. Altro che “città dei bambini”: nero su bianco la mancanza di spazi verdi, posti negli asilo nido, possibilità diffusa di praticare sport. La domanda sorge spontanea: ma qualche giovane piacentino o studente universitario che vive la città lo avranno davvero intervistato quelli del Sole? Perché le richieste che abbiamo ascoltato in questi mesi di incontri dal punto di vista di attrattività generale, fermento artistico e culturale, alloggi a prezzi contenuti, trasporti pubblici e piste ciclabili per raggiungere scuole e università, orari prolungati per le biblioteche, parchi per jogging e attività sportive non a pagamento, centri di aggregazione per attività creative e musicali, ci raccontano una storia ben diversa dal posto d’onore che leggiamo dal titolo. La sfida è sempre la solita. Guardare le amate carte nei comodi uffici ma non prenderle per oro colato e cercare dunque di capire la realtà vivendola tra la gente, ascoltando e dando un senso vero al concetto di partecipazione».

IL COMMENTO DELLA CIVICA “PIACENZA OLTRE”

«In questi ultimi giorni la campagna elettorale si è infiammata con un appassionato dibattito intorno alla classifica del Sole 24 ore che posiziona Piacenza come la migliore città (provincia) d’Italia per i giovani. In particolare, bisogna sottolineare come gli indicatori utilizzati sovra-ponderano positivamente la presenza di giovani immigrati (ne abbiamo di più, sono più giovani e fanno più figli) seppur essi abbiano spesso lavori malpagati e rimangano in condizioni di estrema povertà e, al contrario, non tengono invece conto di indicatori come l’occupazione giovanile, il costo della vita, la delinquenza o l’uso di sostanze stupefacenti, ma soprattutto non rilevano il sentiment degli stessi giovani, che in grande maggioranza ieri hanno contestato duramente sui social media il verdetto. Nel dettaglio, come dimostra il grafico de Il Sole24Ore, sopra riportato, Piacenza ha ottenuto un punteggio complessivo alto grazie principalmente al saldo migratorio, l’età media del parto, i mq di aree sportive per abitanti, I bar e discoteche ogni 10000 abitanti. Si vorrebbe capire quali politiche e progettualità comunali hanno inciso su tali indicatori e quali politiche formative scolastiche e del lavoro, di competenza comunale, sono state messe in atto per ottenere questo ottimo risultato. Tuttavia, nel contempo, ieri in pochi si sono soffermati sugli indicatori relativi all’universo dell’infanzia, che -nostro malgrado- confermano per Piacenza un quadro disastroso, che ormai avevamo appurato negli ultimissimi anni, ma che rimane difficile da digerire per una città che solo un paio di decenni fa vantava il titolo di “Città dei Bambini Unicef”. Gli indicatori sono spietati con Piacenza: siamo 75imi a livello generale, di cui 87imi per accessibilità scuole, 86imi per numero di pediatri, 71imi per studenti per classe, 74imi per giardini scolastici, 94imi per edifici con palestre e così via. Se siamo tutti d’accordo che i bambini sono il futuro di un territorio, qui abbiamo una grande opportunità su cui dovremmo tutti focalizzarci. Anche perché i servizi all’infanzia, che così faticosamente sono portati avanti dai tanti operatori qualificati della nostra città, sono anche uno dei primi fattori di influenza per le giovani famiglie che decidono di risiedere in una città piuttosto che un’altra. Su molti di questi indicatori è palese la responsabilità amministrativa comunale, che a differenza della sanità -per la quale è la Regioni ad aver demandate le principali deleghe di azione- sulle scuole ha competenza. Come Piacenza Oltre vogliamo che la Città torni a mettere al centro delle politiche amministrative i servizi ai bambini, con scelte coraggiose e fattuali, dotandosi anche di un tavolo di monitoraggio permanente formato da operatori e genitori che siano garanti delle evoluzioni di politiche e azioni. Per questo alle prossime elezioni sosteniamo Katia Tarasconi, che ha esperienza e un programma chiaro e concreto capace di dare discontinuità positiva in questo ambito».

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